giovedì 6 ottobre 2011

di (presunti) professionisti e di gente sconosciuta


Mi è successo la scorsa settimana, prima di decidere di lanciarmi in quest'avventura del blog (ma in realtà questi episodi hanno suggerito l'idea). A distanza di ventiquattr'ore, mi sono state dispensate delle "perle di saggezza" sulla gravidanza. O meglio: la prima proprio una perla non è (neanche la seconda, a dire il vero...), ma non saprei neppure come classificarla.
 
Scena prima: corridoio del consultorio. Ci sono andata perchè ho saputo che tengono dei corsi pre-parto "tradizionali" (quello che sto frequentando è in piscina).
Molto gentilmente l'assistente sociale mi invita ad attendere l'ostetrica, al momento impegnata, ma che si premura di avvertire della mia presenza. Aspetto. Altre giovani donne iniziano ad affollare il corridoio. Dopo venti minuti si apre la porta, l'ostetrica si aggancia allo stipite e con piglio convinto chiede a gran voce: "Dov'è la donna gravida?".
Ora: già sentirmi chiamare donna può crearmi un certo scombussolamento e una discreta difficoltà a riconoscermi nell'etichetta; ma "gravida"?? vogliamo parlarne? nella mia mente subito dopo aver immaginato di non poter essere io ma una donna prossima al parto (il che, comunque, non avrebbe giustificato questo tipo di definizione), si è affacciata l'immagine di una mucca. Sì, proprio una mucca: ma credo che oggi, nel 2011, neppure il più isolato dei pastori maremmani possa parlare del proprio animale come di una "mucca gravida".
E così, dopo un lungo silenzio durante il qualeha avuto modo di chiedere alle altre il motivo della loro presenza, l'ostetrica fissa gli occhi su di me che, a quel punto, non posso più barare. "Ah, allora è lei!". Yuppie, avrei dovuto dire. Invece sono entrata arrossendo (per lei) che continuava a riferirsi alle donne in attesa come "gravide".
 
Atto secondo, il giorno dopo. Seppure non ci fossero file particolarmente lunghe, al supermercato mi dirigo verso la cassa più lontana attirata dal fatto che il cliente precedente stesse ormai pagando. Finito di scansioare la mia spesa, la cassiera prende coraggio (o meglio: non riesce più a trattenersi): "Posso chiederle a che mese è?". "Quinto". "Mmmh: anche io al quinto ero tirata come lei (e fin qui lo prendo come un complimento), poi al settimo sono esplosa".
 

Azpita, penso: ci sei pure un pò rimasta esplosa. Ma soprattutto: azpita, penso: questa non mi ha mai vista e si permette simili confidenze. Fotografo la sua faccia, la imprimo nella mente; e da quella cassiera non andrò più.

5 commenti:

  1. Cara Mamma coi calzettoni,
    Sono mamma di una bimba di quasi 4 mesi e quando quasi un anno fa andai dal ginecologo mi scrisse sul referto della visita "gravida alla 6 settimana"...beh quando lo lessi la prima immagine che mi venne in mente fu quella della mucca...poi però manmano che avanzavano le settimane e sentendo la piccola dentro di me non vedi l'ora di stringerla tra le braccia e di viverla ogni istante...dicono che sia la cosa più bella del mondo e per noi è proprio così, i consigli ed i commenti si sprecano non temere, ma anche dopo una giornata intera di pianti la guardi negli occhi e ti sorride credimi che tutto passa!
    Un abbraccio di cuore

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  2. beh, mi rivolgo a entrambi: so che i commenti si sprecano, che tante sono le persone che aprono la bocca per dar fiato, che i pensieri (non richiesti) verranno esternati in modo proporzionale al crescere della bimba...ciò non toglie che lasciano in uno stato tra il divertito e lo sconcertato
    E non c'è dubbio che poi vedere "la pallina" dal vivo farà sparire (si spera presto) i commenti sgraditi

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  3. La maternità, per me, non è MAI stato questo..ma un FATTO NATURALE! La gravidanza, l'allattamento e l'istinto materno sono ciò che ci è rimasto del nostro istinto, l'unica cosa probabilmente, e poterli vivere è un gran privilegio per noi DONNE. Sono stata chiamata gravida e poi puerpera, proprio come una mucca, e sono orgogliosa di esserlo stata! Per non parlare del fatto che partoriamo ancora come partoriscono tutti i mammiferi da che mondo è mondo: in quel momento di meravigliosa sofferenza mi sono sentita in armonia con l'Universo e la Terra, allattare mio figlio poi è stato un gesto altrettanto istintivo e magnifico. Mi sono orgogliosamente sentita molto vicina a qualsiasi altro mammifero che si occupa del proprio cucciolo! Soprattutto per il forte amore che ho subito avvertito per la mia creatura a cui non ho mai pensato di incerottare la bocca...e guardando la gente all'aperitivo ho guardato nella mia carrozzina pensando "non sanno cosa si perdono! Nessuno è più felice di me!".Concludo soffermandomi sul fatto che nessuna donna è bella come lo è in gravidanza, proprio grazie a quelle rotondità così armoniose. E poi chi preferirebbe un freddo osso all'abbraccio di una mamma morbida??

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  4. Che dire? beata te! ancora non so come sarò ma non me la sento di condannare nessuno, indipendentemende da come pensa/agisce: perchè siamo tutte diverse, ognuna con il suo vissuto e i suoi pensieri. L'istinto materno immagino sia qualcosa di incredibile ma non possiamo sapere se, come e quando sboccia: e la sua presenza non esclude comunque, a mio parere, degli attimi di "defaillance", non condannabili perchè siamo comunque umane...

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  5. proprio perchè siamo umane diventiamo mamme. Forse sarebbe utile pensare meno sugli "artifici" della maternità e concentrarsi di più su sè stesse e sul proprio bambino!

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