mercoledì 6 febbraio 2019

Auguri Princi

Il 31 gennaio è iniziato così..
Quest'anno sono arrivata in ritardo con te per il post.
Con te, a dire il vero, arrivo in ritardo su tutto: capire i nomi dei cantanti e i titoli delle canzoni che non riesco a decifrare nel tuo slang di italiano/inglese/spagnolo/principese; capire quando sei stanca e stai per scoppiare; vedere quanto velocemente sei cresciuta e stai ancora crescendo: me lo dicono più spesso i tuoi vestiti rispetto ai miei occhi, quando ti infilo a pressione in un paio di pantaloni che sembrano comprati a Venezia con l'acqua alta.
Le prime visite: nonna e bisnonna
Tu sei la nostra prima prova: quella per cui abbiamo tremato quando il termometro è arrivato a 37.2, abbiamo temuto la broncopolmonite a un minimo colpo di tosse, la cucciola che ha buttato all'aria ritmi di vita collaudati per buttarci in un caos improgrammabile che mi faceva vivere in uno stato di zombitudine costante, la bambola su cui abbiamo imparato a mettere i pannolini. E ancora ricordo la notte in cui ho allertato la nostra compagna di stanza perchè lanciasse un 911 alle puericultrici in modo che qualcuno venisse a spiegarmi da dove cominciare per riportarti nella culla pulita come poco prima.
Insieme a Billy...

Eri così piccola, rosa e profumata: hanno scritto che avevi una sfumatura itterica ma secondo me non ti avevano vista bene. Ogni giorno riguardo la foto nella cornice sopra il tuo letto: la bocca a cuoricino è rimasta identica, la dolcezza pure.
Quando non riesco a capirti e ci scontriamo (se succede ora, che sarà di noi fra sei-sette anni??) inspiegabilmente sembra cancellarsi l'amore che ho per te e dimentico che sei tu, diversa da me seppur troppo pericolosamente simile; soprattutto, dimentico che sei una persona già autonoma, che ho sperato diventasse presto indipendente ma ora che ti fai la doccia e ti vesti da sola vorrei tornare a quando ti mettevo sul fasciatoio e ti preparavo per portarti alla lezione di massaggio dove mi sono sentita dire che non serviva dirmi di sorriderti perchè già lo facevo e forse non me ne accorgevo, presa com'ero dal fare la cosa giusta. Vorrei tornare a quando ti portavo in piscina. O quando ti caricavo in auto per costringerti ad accompagnarmi nello shopping. O quando ti leggevo pagine e pagine e penso che ora per farti leggere sudo quanto se non più di quando percorrevo chilometri con te in braccio e tua sorella nel pancione per farti addormentare.
E adesso con Degas! 
Infinite sono le decisioni sbagliate e altrettante quelle giuste che abbiamo preso per te. Da quando ci sei mi sono resa conto che le prospettiva cambia in un attimo: nell'attimo in cui ti ho visto per la prima volta ho imparato, non immediatamente ma giorno dopo giorno, a mettere i tuoi bisogni, le tue paure, la tua fame e la tua sete, i tuoi sogni e desideri prima dei miei.
Giusto? Sbagliato? Non lo so, ma se ho agito così era nella sdrucciolevole consapevolezza di farlo per il tuo e mio bene.
Adesso sto cercando di recuperare un po' di bisogni, sogni, spazi anche per me: giusto? Sbagliato? Un giorno credo che sia un bene anche per te, il momento dopo penso di no.
Gli auguri dei tuoi amici
Spero perdonerai scivoloni, mancanza di coccole, il non saper trovare la parola giusta o il modo giusto di starti vicino.
Spero perdonerai se tutto è stato fatto sempre con il cuore e con la presunzione che fosse il tuo bene.
Auguri Princi.
Già troppo grande: a volte dici che vorresti non crescere e spero che i miei occhi non tradiscano il fatto che lo desiderei pure io.