Il 31 gennaio è iniziato così.. |
Quest'anno
sono arrivata in ritardo con te per il post.
Con
te, a dire il vero, arrivo in ritardo su tutto: capire i nomi dei
cantanti e i titoli delle canzoni che non riesco a decifrare nel
tuo slang di italiano/inglese/spagnolo/principese; capire quando
sei stanca e stai per scoppiare; vedere quanto velocemente sei
cresciuta e stai ancora crescendo: me lo dicono più spesso i
tuoi vestiti rispetto ai miei occhi, quando ti infilo a pressione in
un paio di pantaloni che sembrano comprati a Venezia con l'acqua
alta.
Le prime visite: nonna e bisnonna |
Tu
sei la nostra prima prova:
quella per cui abbiamo tremato quando il termometro è arrivato a
37.2, abbiamo temuto la broncopolmonite a un minimo colpo di tosse,
la cucciola che ha buttato all'aria ritmi di vita collaudati per
buttarci in un caos improgrammabile che mi faceva vivere in uno stato
di zombitudine costante, la bambola su cui abbiamo imparato a mettere
i pannolini. E ancora ricordo la notte in cui ho allertato la nostra
compagna di stanza perchè lanciasse un 911 alle puericultrici in
modo che qualcuno venisse a spiegarmi da dove cominciare per
riportarti nella culla pulita come poco prima.
Insieme a Billy... |
Eri
così piccola, rosa e profumata: hanno scritto che avevi una
sfumatura itterica ma secondo me non ti avevano vista bene. Ogni
giorno riguardo la foto nella cornice sopra il tuo letto: la bocca a
cuoricino è rimasta identica, la dolcezza pure.
Quando
non riesco a capirti e ci scontriamo (se succede ora, che sarà di
noi fra sei-sette anni??) inspiegabilmente sembra cancellarsi l'amore
che ho per te e dimentico che sei tu, diversa da me seppur troppo
pericolosamente simile; soprattutto, dimentico che sei una persona
già autonoma, che ho sperato diventasse presto indipendente ma ora
che ti fai la doccia e ti vesti da sola vorrei tornare a quando ti
mettevo sul fasciatoio e ti preparavo per portarti alla lezione di
massaggio dove mi sono sentita dire che non serviva dirmi di
sorriderti perchè già lo facevo e forse non me ne accorgevo, presa
com'ero dal fare la cosa giusta. Vorrei tornare a quando ti portavo
in piscina. O quando ti caricavo in auto per costringerti ad
accompagnarmi nello shopping. O quando ti leggevo pagine e pagine e
penso che ora per farti leggere sudo quanto se non più di quando
percorrevo chilometri con te in braccio e tua sorella nel pancione
per farti addormentare.
E adesso con Degas! |
Infinite
sono le decisioni sbagliate e altrettante quelle giuste che abbiamo
preso per te.
Da quando ci sei mi sono resa conto che le prospettiva cambia in un
attimo: nell'attimo in cui ti ho visto per la prima volta ho
imparato, non immediatamente ma giorno dopo giorno, a mettere i tuoi
bisogni, le tue paure, la tua fame e la tua sete, i tuoi sogni e
desideri prima dei miei.
Giusto?
Sbagliato? Non lo so, ma se ho agito così era nella sdrucciolevole
consapevolezza di farlo per il tuo e mio bene.
Adesso
sto cercando di recuperare un po' di bisogni, sogni, spazi anche per
me: giusto? Sbagliato? Un giorno credo che sia un bene anche per te,
il momento dopo penso di no.
Gli auguri dei tuoi amici |
Spero
perdonerai scivoloni, mancanza di coccole, il non saper trovare la
parola giusta o il modo giusto di starti vicino.
Spero
perdonerai se tutto è stato fatto sempre con il cuore e con la
presunzione che fosse il tuo bene.
Auguri
Princi.
Già
troppo grande: a volte dici che vorresti non crescere e spero che i
miei occhi non tradiscano il fatto che lo desiderei pure io.