venerdì 6 settembre 2019

Londra 2: il tatto

Oggi non sarebbe il giorno adatto per scrivere.
O meglio: vista la mia odierna insofferenza verso le bimbe, la fatica fatta per ignorare i loro capricci, per fingere di non sentire i continui «Mamma, giochi con noi?/Mammaaaa, la Pulci mi fa questo/Mammaaaa, la Princi mi fa quest'altro»...
Non mi sono mai sentita chiamare tanto come in questo periodo: sarà che al lavoro ultimamente gli orari sono densi e un po' astrusi, motivo per cui le belve si sentono trascurate (giustamente? ingiustamente?) facendo impennare il senso di colpa mentre io sono più stanca e quindi irritabile. Valori proporzionali.
Eppure se non scrivo oggi, giorata di mammitudine sotto i tacchi, chissà quando lo potrò fare; quindi, proseguendo il resonconto del viaggio a Londra passiamo al prossimo senso.

IL TATTO
  • Partiamo dicendo che tutto ciò che le belve potevano toccare lo hanno toccato, anche ciò che sarebbe stato meglio evitare: per esempio, un giorno la Pulci ha avuto la superba idea di strisciare la parete della stazione del metrò ritraendone una mano color carbone che avrebbe necessitato qualche giorno di quarantena. La cosa è invece stata risolta in perfetto stile mamma londinese-easy con una salvietta umidificata accompagnata (in perfetto stile mamma italiana) a un roboante «Macosatièvenutoinmente??????».
    Touchscreen al British Museum
  • Cose da toccare a Londra ce ne sono parecchie, soprattutto nei musei: ed è uno splendido modo di attirare le famiglie (diciamo la verità: incentivate sopratutto dall'ingresso gratuito) e catturare l'attenzione dei più piccoli. Le esperienze tattili abbondano al Science Museum (www.sciencemuseum.org.uk), adatto anche a non vedenti e ipovedenti per la possibilità di toccare e cercare di riconoscere vari campioni di materiale appesi alla parete. Non mancano, accanto a questo esperimento sensoriale (reso difficile forse dalla nostra incapacità di toccare senza osservare), numerosi giochi che pensati per stimolare la consapevolezza ecologica: fatto piuttosto curioso in una città che non conosce ancora la raccolta differenziata. Giochi educativi come touch screen o educatori del museo che propongono mini laboratori (anche in lingue diverse dall'inglese) si trovano al Natural History Museum (www.nhm.ac.uk) dove però l'esperienza più sbalorditiva per i bimbi rimane il tirannosauro che si muove e “ruggisce”.
    Il vulcano spiegato ai bambini
    Al British Museum (www.britishmuseum.org) parecchio tempo lo abbiamo invece trascorso davanti a un maxi schermo su cui ruotare, “sezionare” e spogliare della pelle la
    mummia sistemata nella vetrina poco distante: e credo purtroppo che l'originale si stato notato da pochi dei bambini che si prendevano a pugni per monopolizzare il touch screen. Un post a parte lo meriterebbe l'esperienza multisensoriale (che ha terrorizzato la Princi) proposta dal Natural History Museum: in una stanza è stato ricostruito un negozio giapponese dper far rivivere i tragici momenti di un terremoto attraverso le immagini reali trasmesse in loop dagli schermi posizionati all'interno di questo “bunker” insieme ai rumori e al rullio del pavimento.
    Un morbidoso compagno di viaggio

  • Un'esperienza tattile particolare e morbidosa l'abbiamo provata il penultimo giorno, quando insieme agli zii siamo andati a Little Venice e Camden Town partendo però dalla visita alla stazione di Paddington: qui, a parte la panchina lungo il binario su cui è riprodotto il ritratto dell'orso alle prese con l'immancabile panino alla marmellata, si trova una statua di vellutino azzurro che è stata una delle esperienze più apprezzate dalla Pulci per la sua morbidezza. Da provare!
    Gatto che viaggia con Amazon
  • Esperienze tattili più personali sono state quelle vissute in famiglia: la soffice moquette delle camere nella casa degli zii A & J (dove abbiamo trascorso i week end); gli “hugs” frequentemente scambiati con gli zii; il contatto fra i piedi nudi e l'erba di St. James' Park e Regent's Park, il lungo pelo nero di Mally, la/il gatta/o che sbuca di tanto in tanto nel giardinetto degli zii per elemosinare qualche crocchetta in cambio di fusa: e in quei giorni, di crocchette e coccole ne ha avute in abbondanza data anche l'astinenza da mici di cui tutti e quattro abbiamo sofferto. Ma pure le belve hanno avuto una buona dose di solletico, giochi, baci e abbracci: ne hanno fatto una scorta che spero possa essere di conforto in queste settimane di rientro alla normalità.