Ecco: tanto
per non smentire il p.s. scritto a corredo dell’ultimo post; tanto per non
vanificare la veridicità della legge di Murphy; tanto perché vorrei sapere cosa
direbbero quelli che «ma se pensi positivo…» oppure «sei tu che vedi tutto nero».
Ieri la giornata era cominciata così così: con una mattinata
appesantita da pensieri non risolti che mi hanno accompagnata durante la notte
e al risveglio erano ancora lì. Poi, però, pian piano le cose hanno cominciato
lentamente a migliorare: dal momento in cui, con un filo di senso di colpa
subito tacitato, ho pensato che sì, sarebbe stata la mattina ideale per andare
in palestra dato che c’era Lui, ma obiettivamente non ne avevo voglia. E così,
appena ha richiuso la porta di casa dietro di sé per scarozzare in giro la
Princi, mi sono concessa una lunga,
lunghissima doccia, di quelle che non riesco mai a fare. Poi mi sono messa un po’ al computer e,
dopo pranzo, l’umore è decisamente salito quando – imbarcata la Princi in auto –
si è subito addormentata lasciandoci
così un’ora intera di tempo per parlare, senza interruzioni, mugugni,
lagne.
Direzione della
gita: l’incontro con Peppa Pig a Pordenonelegge.
Ci (e la) stavamo preparando da tempo per questo appuntamento,
tanto che Lui ha preso un giorno di ferie per l’occasione. Arrivati in
anticipo, con una stupenda giornata di sole incredibilmente calda date le temperature
dell’ultimo periodo, ci siamo concessi un gelato (e strano ma vero, nessuno dei tre si è sporcato! Sarà per questo che poi
è intervenuto il karma contrario!!) e poi qualche lettura per bambini in biblioteca, salutata con strilli
nonostante la promessa di andare a vedere la Peppa.
E benchè
mancasse più di mezz’ora all’inizio dell’incontro, ci ha accolti un
chilometrico serpentone di mamme, papà, nonne, neonati, bambini, passeggini (anche
duplex) tutti urlanti in attesa di guadagnarsi un posto all’ombra del tendone,
preferibilmente seduti, preferibilmente ognuno su una sedia tutta sua. Cosa che, se inizialmente
era avallata dagli organizzatori sempre più sull’orlo di una crisi di nervi,
successivamente è stata smentita: ed è stata la nostra fortuna perché, se anche
Lui ha dovuto rinunciare a entrare, costringendo i genitori a prendere in
braccio i pargoli, la Princi e io ci
siamo assicurate un posto in seconda fila. La mala organizzazione era però
solo agli inizi: con migliaia di bimbi esaltati, la “conduttrice” e vera
protagonista dell’evento ha pensato bene di distribuire ”santini” di Peppa da
sbandierare pretendendo che tutti collaborassero passandoseli fra la folla; illudendosi
poi che i bimbi chiamati al suo fianco per leggere i Peppa-book e cantare le
canzoncine tornassero educatamente al loro posto; pensando che i genitori
riuscissero, alla fine dell’incontro, a scattare ordinatamente delle foto ai
loro pupi insieme alla rosa beniamina: scatenando l’ira della security e delle
migliaia di genitori che si trovavano a chilometri di distanza dai figli
accalcati a terra in prossimità del palco.
Bene: l’abbondante
mezz’ora di fila, l’attesa di un’altra mezz’ora scandita dalla lettura –
condotta in modo terrificante - dei libri arcinoti a tutti i presenti, è stata
ripagata da dieci minuti di Peppa-comparsata.Un pupazzone tondo e muto che si è
limitato a fare cenni e fingere di saltare nelle adorate pozzanghere.
Stop.
Ma alla
Princi è bastato.
È bastato per accendere come due fari i suoi occhi, sentire il suo
cuoricino battere a mille, vederla immobile, incredula ed estasiata nel trovarsi
così vicina alla sua beniamina. E, di riflesso, questo è bastato a me per commuovermi nel vederla così
felice: mi chiedo cosa succederà quando andrò a vedere le recite dell’asilo o i
saggi di danza.
La sua felicità è proseguita in auto, dove per tutto il viaggio
di ritorno, ammutolita e luminosa, ha
tenuto stretto come una reliquia, sena osare aprirlo, il nuovo libretto con le
canzoncine che ci siamo sciroppati con un repeat continuo e automatico per
quaranta minuti: il tempo di raggiungere quel ristorante dove Lui aveva promesso di portarmi dopo la nascita della
Princi e che ci ha regalato una serata da favola.
Ma la favola
non si è conclusa con un bel “E dormirono tutti felici e contenti!”.
Avevo capito cosa ci sarebbe toccato dal numero di volte in cui
ho dovuto pulire il nasino gocciolante e da quanto l’ho sentita rivoltarsi nel
seggiolino in un tormentato dormiveglia. Il
raffreddore ormai era avviato e, con lui, il dolore per l’arrivo dei canini:
spero sinceramente che la notte in bianco che abbiamo trascorso sia stata più
per quest’ultimo motivo perché altrimenti alla prossima febbre dovremmo
chiamare una tata notturna. Per farla breve, dopo vari passaggi dal divano al
lettone, dal lettone al divano, dopo aver assistito al finale di “Seven” fino a
mezzanotte e aver avviato il dvd di Peppa alle due, siamo riusciti a ritagliarci tre orette di sonno. Non male. Soprattutto
non è male aver per il momento evitato di piombare in uno stato letargico;
mentre Lui, che inizialmente aveva pensato di disdire il suo impegno, ha alla
fine deciso di andare al cinema per il film delle 22.30. Sinceramente se si addormentasse appena partono i titoli direi “Ben ti
sta!” e penserei che il karma stavolta ci ha azzeccato: perché nel
frattempo alla Princi è venuta la febbre e pensare di gestirmela io all’ora
della nanna (perchè prima posso contare sull’aiuto e la cena della Santa Mamma-nonna)
mi fa rabbrividire.
Ma speriamo. Speriamo e… non aggiungiamo altro.