Riprendiamo
il post delle ormai lontane vacanze.
Ciò
che avrei voluto scrivere sarebbe stato lo stupore.
Le Cornelle |
Nel
vederle affiatate, poco dispettose/litigiose fra loro, grandi
camminatrici. Quando siamo a casa è un continuo prendersi a
pizzicotti, sberle, farsi linguacce, «Tu sei brutta! Sei cattiva!
Non ti sopporto! Vai via!!»: a inizio estate pensavo che, io o loro,
non saremmo arrivate vive a settembre. Intervenivo in queste zuffe
finchè la Princi ha iniziato a tornare dal centro estivo dicendo che
«Quel bambino mi ha spinto/mi ha detto così»: quando le domandavo
cosa avesse ribattuto, la risposta era sempre, con tono sconsolato,
«Niente». Quindi, alle liti casalinghe in cui ero chiamata in
causa, ho iniziato a reagire dicendo «Vedetevela fra voi/Non ci
sono/Datevele più forte». Ma i risultati verso il mondo esterno
continuano a farsi attendere.
Comunque,
nella settimana trascorsa fra Bergamo, Leolandia, Parco dei
Dinosauri, Parco Le Cornelle nulla di tutto ciò è accaduto, anzi.
Era un piacere vederle giocare assieme, darsi la mano per camminare e
macinare quei chilometri giornalieri che, a casa, nemmeno in un mese
riesco a far percorrere. È in quei momenti di complicità,
serenità e condivisione che capisco il senso del tutto. La
fatica di alzarmi ogni mattina per incitarle a far
colazione/lavarsi/vestirsi: e, per inciso, quando eravamo in ferie
non serviva assolutamente incitarle ma addirittura una mattina ci
siamo trovate la Princi seduta sulla panca davanti al lettone che,
quando abbiamo aperto gli occhi, ci ha detto orgogliosa: «Mi sono
già lavata e vestita».
Ora,
in questi mesi la riflessione è pure un'altra: vabbè che sto
cercando di aprire la mia vita anche in altre direzioni (e questo
viene faticosamente accettato: vedi recenti attacchi di mammite) ma
stanno crescendo alla velocità di razzi spaziali. Cerchiamo, non
sempre riuscendoci, di agevolare la loro indipendenza nel lavarsi,
vestirsi, prepararsi anche se spesso faccio io per motivi di tempi
(soprattutto nei giorni di scuola) per cui i risultati sono alterni,
con la Pulci che ci marcia lanciandosi in quotidiani «Ma io non so
mettermi i calsini/Puoi mettermi la maglia?/Ma non se la fasso!!»
(sempre accompagnati da voce frignosa). Ma poi, quando le vedi farsi
la doccia da sole, seppure escano con i capelli ancora intrisi di
shampoo e il viso asciutto perchè «Ah, mi sono dimenticata»
capisci che tra un po' non avranno più bisogno di te. E il
sollievo si mescola alla nostalgia, l'orgoglio al senso di inutilità,
la prima immaginedei loro visini alla prefigurazione dei loro volti
impiastricciati di trucco e furibondi perchè imponi di tornare alle
dieci. In fondo sarà un attimo.
Vedo
i loro caratteri emergere sempre più nitidi, con la Princi
pericolosamente pendente verso il calzettonismo e la Pulci verso Lui.
Entrambe sensibili, altruiste, timide con gli altri e leoni dentro le
mura domestiche. A inizio anno la Princi ha avuto la sorpresa di una
nuova compagna di classe, dapprima ignorata, adesso sua migliore
amica. Ci siamo arrivate in un percorso fatto di «Sai che S. è
romana/rumena/nata a Cervignano/vissuta in Germania»: notizie che si
rincorrevano e che non riuscivamo a decifrare. Finchè un giorno è
tornata raccontando di avere scambiato con lei la matita portata in
regalo dalla maestra perchè S. si stava mettendo a piangere perchè
voleva quella con la coccinella.
Nella casa di Peppa a Leolandia |
La
Pulci, dal canto suo, è molto presa dalle vicende sentimentali che
la vedono protagonista di un amore tormentato con R., che «Oggi mi
ha basata/Dobbiamo sposarci/Ma mamma, si possono sposare anche i
bambini? (risposta negativa) Allora è più complicato del
previsto!».
Ciò
che spesso ci lascia spiazzati di queste due passerotte è il
linguaggio: se ne escono con dei vocaboli insoliti per bimbe
della loro età e, ammetto, me ne prendo il merito. A volte mi piace
anche solo per ridere rivolgermi a loro con delle parole complesse
per suscitarne la curiosità, già galoppante visto che l'altro
giorno, nel momento della merenda, la Princi mi ha chiesto di
declmarle “La cavallina storna” e “A Silvia”, di raccontarle
la storia di Paolo e Francesca domandandomi poi se quello che è
andato nell'Inferno era innamorato di Silvia. La Princi è quella dei
domandoni che ti infilano a precipizio in un cul de sac da cui è
difficile riemergere: perchè il bambino con il pigiama a righe è
morto, cos'era il fascismo, perchè Hitler voleva uccidere gli ebrei,
perchè quell'altro li metteva ancora vivi nei buchi, che cos'è
l'Aids, perchè si muore di cancro...
La
Pulci al momento è impegnata in problemi più basici come imparare
l'Inno di Mameli e “Il Piave mormorava” per cantarli alle
celebrazioni della Grande Guerra o a imparare a usare l'hula hop come
sta cercando di fare adesso che si è appena alzata.
E
quindi, il blog, anche per oggi, si conclude.
Svesto
i panni della Mammaconcelzettoni per tornare Mammaintrincea.