|
La Super Mamma vista dalla Princi |
S.
M.
Vuol
poter dire molte cose. Per esempio:
Sapevo
da Mesi.
Tutto
è iniziato attorno a febbraio dello scorso anno. Forti emicranie, da
non sopportare
Senza
Medicinali.
Inizialmente,
pensavo a una
Sinusite
Malcurata.
Quindi,
qualche ciclo di antibiotico ma nessun giovamento. Poi, dal medico
all'amico incontrato per strada, siamo a passati a:
Stanchezza,
Malumori.
Solo
che nel frattempo cominciavo a risentirne anche al lavoro, a dovermi
fermare per
Stendermi
come una Mummia.
Nella
penombra, nel silenzio: magari con le bimbe
Saltellanti
intorno a Mamma.
In
estate, dopo aver provato vari analgesici tutti di limitata
efficacia, ho deciso che fosse il momento per una visita
specialistica, anche perchè la testa iniziava a viaggiare pensando a
ciò che aveva avuto mia zia. E, per conoscenza, mi sono comunque
rivolta a quello che era stato il suo neurologo. Altre medicine,
pochi risultati.
Sempre
Male.
Anche
in vacanza a Londra, dove magari prendevo la pastiglia in modo
preventivo se sapevo che saremmo stati fuori tutto il giorno. Ma una
ormai non me ne bastava più, ero arrivata anche a tre. Ormai tutti
si accorgevano della crisi incipiente. L'occhio sinistro iniziava a
lacrimare, il naso a colare e poi male.
Così,
a ottobre, la prima risonanza. Dopo qualche giorno, la mail con il
risultato, che inoltro al medico. E lui, che solitamente minimizza,
mi chiama mentre
Sono
al Museo.
Metto
giù il telefono e, dato che la risposta l'avevo già letta e non mi
era piaciuta, quanto mi dice mi lascia
Semplicemente
Muta.
Avrei
voluto piangere. Ma dovevo pensare a cos'altro dover fare. Una
risonanza con il contrasto, con lo zio che mi accompagna e avrei vuto
tanta voglia di dirgli tutto ma anche no a causa di quello che aveva
passato pure lui. Avrei voluto parlarne con gli altri zii ma erano in
viaggio di nozze: ed è brutto dire che non vedevo l'ora tornassero
per
Sfogarmi
e Magari piangere.
Poi
il consulto con il mio medico e ancora il
Silenzio
con la Mamma-nonna.
Al
ritorno dello zio, la visita neurologia nel centro di Udine. «Lei
sa perchè è qui?» «Sì». «Lei al momento è asintomatica,
quindi non inizieremo a trattarla, ma la sua è una Sclerosi Multipla
radiologica: ci sono cioè delle macchie al momento non attive.
Quindi: per ora non facciamo nulla ma, all'insorgenza di un sintomo o
a un eventuale peggioramento della situazione con la prossima
risonanza, avviamo una terapia. Nel frattempo faremo ulteriori
accertamenti, ormai dopo le feste».
S.
M.:
Sclerosi Multipla.
Per
mesi ho cercato di fingere che non ci stessi pensando, fino al
lockdown. Provvidenziale o meno è stato l'inizio delle sessioni di
allenamento a casa, scalza. L'alluce destro e la zona immediatamente
sottostante è come fosse rivestita da un palloncino.
Sento
Male
il pavimento.
Rimando
un po', penso che magari sarà solo un problema di calli o simili.
Poi riaprono le estetiste e dopo la pedicure la
Situazione
non Muta.
Nuova
mail alla dottoressa a Udine. Mi convoca dopo qualche giorno e
combina per quello seguente, giovedì scorso, la risonanza. Mi
accompagna Lui, che in tutti questi mesi ha cercato di riportarmi
sulla terra quando, pensando al possibile decorso, iniziavo a
disperarmi. Perchè, come quando era stato male Lui dieci anni prima,
non saremmo rimasti
Senza
Mondo.
Anzi:
adesso abbiamo anche altro cui pensare. Per cui, anche dopo la prima
risonanza con il contrasto di fine ottobre, nonostante il leggero
senso di nausea, siamo stati a cena fuori come promesso alle bimbe.
E, ugualmente, a qualche giorno di distanza dalla puntura lombare di
gennaio, siamo andati tutti e cinque a pranzo in quel locale che da
tempo avremmo voluto provare, soprattutto ora in vista del 70°
compleanno della mamma-nonna: che, ovviamente, non avrebbe neanche
voluto festeggiare.
|
Lunedì: prima dose di cortisone
|
E
così, questa settimana che ho iniziato con le prime cinque dosi di
cortisone, il mio
primo
pensiero è stato che S.
M.
avrebbe dovuto
significare una cosa soltanto:
Super
Mamma.
Ho
spiegato alle bimbe cosa sarebbe successo in questi giorni, ho detto
che avrebbero dovuto aiutarmi e sarei stata più stanca. Le ho viste
preoccupate e le ho
rassicurate sul fatto che avrò ancora comunque l'energia per rompere
loro le scatole. E
il momento più bello della settimana è stata la
gioia sui loro volti e l'amore dei loro abbracci quando
hanno visto anche me a prenderle lunedì fuori dal centro estivo.
Poi, si sono divertite come pazze a
colorarmi il “gesso”,
cioè la fascia a protezione dell'ago che mi hanno lasciato per due
giorni nel braccio.
|
La decorazione a due mani del "gesso" |
Adesso
siamo tutte e quattro, le donne di casa, in cucina: a pasticciare con
gli impasti di pizza che avremmo dovuto mangiare stasera con gli zii
ma non erano venuti granchè (per cui: si ordinerà la pizza),
abbiamo riposato insieme, mi chiedono se ho le gambe a budino, mi
vedono correre ogni 10 minuti in bagno. Ma sembrano tranquille. Anzi:
Sono
Meravigliose.
Per
ora, quindi:
S.
M.
0 – Super
Mamma
1.
Ma
solo grazie alla Super
Megafamiglia
che mi circonda.