Stoppiamo un attimo
l’alfa-Princi per venire all’attualità. Ci sono state alcune giornate bestiali,
anche in senso letterale. Da dove cominciare? Direi da lunedì quando, al momento di andare a letto e chiudere la
tapparella della Princess’ room trovo la prima delle tante sorprese di queste
ultime 72 ore: il mio borsone della
piscina sopraffatto da una pipì felina. ‘Azz, esclamiamo Lui e io all’unisono a rischio di svegliare la Bella
(da poco) Addormentata. Subito accusiamo del misfatto Mr. Billy, in genere refrattario
ad accogliere ospiti, e ora ancor più ostile dato che da qualche giorno è
costretto in casa (insieme, ovviamente, al sig. Degas) a seguito delle
lamentele della vicina che se li è trovati tra i piedi. Vabbè, cerchiamo di
essere comprensivi: in effetti lunedì diluviava e non hanno potuto beneficiare nemmeno
del quarto d’ora d’aria sulla terrazza…
Martedì mattina. A seguito di una notte di sonno quasi ininterrotto (evvai!!)
arrivo al lavoro dopo aver lasciato la Princi e i fratelli pelosi con la Nonna2.
Trrrin. Arriva un sms. «Qui
tutto bene a parte degas che ha vomitato
sul divano. Ho pulito, metto a lavare il telo?» ‘Azz, esclamo per la seconda volta nel giro di poche ore. Telefono per
capire la situazione: pare che il sig. Degas abbia avuto una ricaduta della gastroenterite
di un mese fa. Non ci voleva proprio, soprattutto ora che la stagione comincia
a essere avversa all’asciugatura dei panni che, quindi, sostano sullo stendino
per settimane intere costringendomi a
vestire la Princi con pantaloni che ormai evidentemente le stringono rendendola
simile a una salsiccia.
E vabbè, che ci vuoi fare? Torno a
casa e trovo i copridivano già stesi assieme al borsone, diventato verde causa
cedimento del colore dei teli: bon, aveva i suoi anni, lo posso anche cambiare
sebbene ci fossi affezionata dato che quotidianamente mi parlava della mia
ultima stagione da ballerina. Nonostante la stanchezza o forse proprio per fronteggiarla,
carico la Princi sul passeggino e andiamo in ludoteca nella speranza che si sfinisca
permettendoci poi di cenare con tranquillità, di vedere Criminal Minds e,
soprattutto, di dormire. Speranza vana: il momento della frigna comincia giusto
quando ci mettiamo a tavola e prosegue anche dopo con Lui che finge di non
sentire e di non pensare che, forse, vada cambiata e impigiamata. Ok, ci penso
io: chiudo il ferro da stiro appena acceso, me la carico in braccio e la
deposito sul fasciatoio. Sorpresa: dal
collo si dirama un rossore con bubbone che si estende sul torace e fino alla
spalla. In un attimo, dopo averla liberata da un pannolino pesante mezza
tonnellata, la prepariamo e la carichiamo in auto: destinazione Pronto soccorso. Mentre lei, appena toccato il
seggiolino, raggiunge il mondo dei sogni, a noi sembra di vivere un deja vu che,
una volta arrivati a destinazione, ci fa esclamare rivolti a lei: «Ma cavolo, Princi: lo fai apposta? È come
quando sei nata: avevo appena finito di stirare e volevamo vedere CSI. Stasera
dovevo (più che volevo) stirare, c’era Criminal Minds e invece …niente!». Una
sorriso sdentato è la migliore risposta possibile.
Nonostante la mia fantasia fosse già
corsa a pensare che avremmo trascorso la notte in ospedale e che avrei dovuto
avvisare la mia collega per sostituirmi al lavoro, nella realtà la diagnosi è
molto più semplice: orticaria. Non si sa né il perché né il percome, ma comunque tutto
si risolve con 5 gocce di antistaminico, un paio d’ore di gita fuori porta, una
Princi appagata dalle tante coccole e sorrisi che le vengono dispensati. A una
serata finita tanto rapidamente è seguita una
notte interminabile, con un botta e risposta fra i suoi e i nostri
risvegli. Alle 3, in particolare, comincio a percepire un odore penetrante… ‘Azz (e tre): Mr. Billy ha colpito
ancora e stavolta sulla nostra coperta di pile che viene quindi subito
raggomitolata e deposta in bagno. Anche qui si propone un deja vu, che ci
riporta ai primi tempi della gravidanza quando l’incontinenza del micio era conseguente
alla mia tempesta ormonale: «Sarai mica
incinta?» abbozza Lui ridendo. Beh, sarebbe
il secondo caso in 2012 anni in cui lo Spirito Santo ci ha messo qualcosa di diverso dallo zampino.
A differenza delle altre mattine il suono
della sveglia mi sembra il canto dell’usignolo che viene finalmente a interrompere
l’agitato rivoltarsi nel letto. Oddio, ma forse sto ancora dormendo? No: quel campo di battaglia è proprio il nostro
soggiorno, disseminato di giochi e giochini, di giornali strappati e pagine
volanti che ostruiscono il passaggio al punto tale che per raggiungere il
tavolo e fare colazione temo di aver azzoppato Pluto, scomposto le penne di Paperino
e rovinato il vestito di Minnie.
La giornata non si è aperta nel
migliore dei modi: già avevo preventivato di andare dal pediatra e quindi ora,
oltre a prepararmi e preparare la Princi, devo pure far fronte a questo
disastro ambientale, comprensivo di ciocche di peli e gomitoli di polvere che sembra
non pulisca da mesi (e non son trascorse neanche ventiquattro ore dall’ultimo
passaggio dello swiffer). Da dove cominciamo? Princi in spalla, vado in bagno
per avviare la lavatrice con dentro la famosa coperta di pile. ‘Azz (e quattro): che puzza che viene
dalla lettiera dei gatti. Ops, non è la lettiera. Da accovacciata che ero, la
testa inserita nell’oblò, mi alzo e vedo ben spalmato fra pavimento e tappeto un abbondante ricordino felino. E no,
questo è troppo. Corro in salotto, la Princi sempre in spalla e prendo a calci
quello che capita trattenendomi per non imbattermi nei gatti: è così che, alla
fine, ho iniziato a far ordine. Ma, lo
ammetto: se avessi avuto con me Snoopy o Alf li avrei aizzati contro questi
stupidi gatti! Comunque un risvolto positivo in tutte queste sfighe c’è: ho
deciso che, per far fronte a tanto stress, mi regalerò un massaggio dalla mia estetista di
fiducia.