Il regalo che ci siamo fatti:
un set fotografico per noi
ph. c. Ilaria Tassini
E così siamo al resoconto di questo anno.
Fino allo scorso gennaio, gli anni pari erano quelli che preferivo, non so perché. Forse dipende dal fatto che - a parte Lui, una delle mie sorelle e mia zia - tutti i componenti della mia famiglia sono nati in anni pari. Poi sono arrivate le mascherine, i guanti, la quarantena. Ma insieme a loro, per me, sono arrivate tante cose belle.
La mamma si è anche resa conto di quale disordine regni sempre in casa e di quanto poco incisivi siano i miei continui: «Metti nella cesta dei panni ciò che ti togli, piega il pigiama, metti a posto le scarpe, quando hai finito di giocare riordina prima di prendere un’altra scatola». Penso a me, bambina, e credo davvero di essere stata repressa visto che la compulsione all’ordine mi è stata inculcata sin dai primi anni e credo sia uno dei grandi misteri della mia vita, così come il fatto di aver saputo leggere e scrivere prima di iniziare la scuola, visto che non ricordo molti momenti in cui qualcuno si sedeva accanto a me per insegnarmi delle cose. Al contrario di loro: è un continuo chiedere e rispondere, spiegare, parlare, a volte credo pure troppo.
Recentemente mi ha molto colpita il fatto che una delle maestre della Princi abbia più volte sottolineato quanto sia ottimista. Io? Ottimista? Poi ieri ci riflettevo: in effetti anche adesso fra divieti e solitudini, sto cercando di sottolineare alle bimbe sempre e solo le cose che si possono fare. E di situazioni positive, grazie al covid, ce ne sono state tante. Ho visto le bimbe unirsi e diventare una squadra: merito del loro farsi compagnia, litigare, inventare giochi, complice anche il beltempo primaverile, il fatto che abbiamo il giardino e il saltarello, la quarantena è stata meno pesante. Ci siamo riappropriate della cucina, abbiamo sperimentato nuove ricette, ho finalmente imparato a fare una buona pizza e siamo riusciti a far assaggiare alle bimbe qualcosa di alternativo (e non sto parlando di cucina esotica o fusion ma di semplice platessa, per esempio). Ci siamo inventati occasioni per fare festa, apericene domestiche, inaugurato la serata pizza e la serata schifezze.
La routine di...salute quotidiana |
Non
so se abbia fatto bene a parlare con loro come fossero
bimbe grandi.
Quello che so e sento è che hanno paura, soprattutto la
Pulci:
continua a dire che vuole stare con me, che non vuole lasciarmi, che
mi ama tanto… e ammetto che è comunque bello sentire questo
affetto. Così come ammetto
di
essere
felice per
come stanno passando queste feste:
finalmente con le persone a cui tengo davvero, finalmente senza
vincoli, con la Princi che ha fatto razzia di cose nostre in giro per
casa per poi impacchettarle e regalarcele, con la Messa
di mezzanotte spostata alle cinque e mezza e in cui ho sentito un
clima di festa nonostante stessi per svenire dietro la mascherina
perché
cantavo.
L’unica cosa che mi è mancata è stato il
pellegrinaggio a vedere i presepi, magari andare al cinema, lo
shopping quando e come si vuole.
Però
niente
ansia da cosa facciamo a Capodanno,
chi invitiamo, chi
andiamo a trovare.
Noi cinque, con
giornate da costruire quotidianamente; i
gatti, il divano, i film natalizi, ieri sera “Hachiko” con noi
tre donne avvolte nella coperta in una
valle di lacrime: non
so se facesse più piangere o ridere questa scena.La nostra Vigilia
Il più be regalo che ho ricevuto
Stamattina ginnastica, compiti, pulizie: una normale mattina per un giorno normale. Perché, nonostante in molti se lo stiano augurando, domani che saremo nel 2021 non cambierà nulla rispetto a oggi. Però è vero: tutti continuiamo, sempre, a credere che domani, in un altro luogo, quando saremo grandi, quando saremo magri, quando ci andrà via quel brufolo, tutto sarà migliore.
Buon anno. Con tanti Calzettoni.