sabato 24 agosto 2019

Londra 1: la vista

Alla faccia del bagaglio a mano
L'avevamo attesa da mesi, ne avevamo fantasticato per settimane e ora la vacanza a Londra è già un ricordo. Una settimana fa a quest'ora stavamo per approdare alla stazione di Paddington e di lì a Little Venice. Sono stati undici giorni che rimarranno, in forma di frammenti, nei ricordi adulti della Princi e della Pulci. E la prima è a posto per almeno tre anni quanto a spunti per formulare pensierini per la scuola.
È stata una vacanza che voglio raccontare usando i cinque sensi; ma è soprattutto stata una vacanza di emozioni, scoperte e novità. Lo sono tutte le vacanze, è vero: ma le emozioni, le scoperte e le novità hanno riguardato la famiglia, permettendomi di rinsaldare, rinverdire, sperimentare una sorellanza che si è cementata di pari passo con il cementarsi e l'azzuffarsi della sorellanza fra le due belve. 

Ci pensavo oggi camminando da sola: è giusto che imponiamo loro di scegliere al ristorante un piatto che vada bene a entrambe, di accordarsi su quale bibita ordinare al bar o di scambiarsi i vestiti perchè tanto vestono la stessa taglia e non riesco a ricordare di chi sia la maglietta che ho preso nell'armadio? Giusto non so, normale credo di sì; per noi è la regola: condividere. E oggi, alla mia veneranda età, con le esperienze vissute, so che avrei voluto e che mi avrebbe fatto un gran bene avere sempre con me qualcuno con cui condividere il panino, la casa di Barbie, le difficoltà, i momenti gioiosi.
Ma sto divagando e vista la quantità di cose che vorrei scrivere le divagazioni sono pericolose. Non escludo di dedicare a Londra (con annessi e connessi sentimenti e commenti) diversi post.
Iniziamo dalla VISTA
  • Andando e tornando da Londra ho visto in aeroporto adulti, bambini, anziani muoversi fra check in e terminal con la stessa sicura determinazione con cui una casalinga ormai giunta alla cassa si infila senza incertezze nella corsia del supermercato dove con gesto consapevole afferra il barattolo di maionese (ndr: ho scritto casalinga solo perchè statisticamente è la persona che meglio si districa nelle liste della spesa).
  • Nella tube
    Ho visto metropolitane rigurgitanti allargarsi per permettere agli ultimi ritardatari di “squish in it” come ammoniva l'altoparlante in una pausa dal ridondante “mind the gap” di cui conservo memoria ormai più che ventennale.
  • Ho visto una città tentacolare, avvolgente e avvincente, caotica e moderna prendersi frequenti pause negli infiniti parchi disseminati al suo interno. Parchi in cui è possibile noleggiare una sdraio, fare un pic nic senza incorrere in sanzioni (anche perchè da sanzionare sarebbe semmai la carenza di cestini per i rifiuti e la totale assenza di raccolta differenziata ovunque), vedere i bambini arrampicarsi fin sull'albero maestro di una nave o sguazzare in costume fra le fontanelle nelle immense aree verdi che punteggiano come giganteschi nei il pieno centro.
  • Ad Hyde Park, il parco giochi intitolato alla principessa Diana
    Ho visto genitori di tre, quattro figli e più comportarsi come Dotto con i sette nani: tutti in fila dietro a me, please. E questi, sporchi di cioccolato, spettinati, pur prodigandosi nella dolcissima cantilena “Mummy, mummy”, non facevano altro che sorridere e seguirli, seppure a distanza superiore da quella tollerabile dalla mamma italiana media.
  • Ho visto mamme con passeggini ciclopici ben vestite e truccate chiedendomi dove trovassero il tempo di farlo dato il neonato che trasportavano e mamme assolutamente scoordinate nell'abbigliamento che non avevano mancato di preparare frutta, carote a bastoncino, dolci rigorosamente impacchettati in simil tupperware di ogni forma, dimensione e colore.
  • Ho visto fiumi di persone e mi ci sono tuffata dentro con gli stessi occhi curiosi dell'adolescenza: se servisse specificare che erano di ogni religione, colore, nazionalità, dovrei anche specificare che ognuno era vestito in modo diverso.
  • Ho visto persone indaffarate, con tazze di cartone in mano, cibo di mille tipi che sgranocchiavano aggirandosi in ogni dove e a qualunque ora mentre altre persone ai margini del marciapiede avevano perlopiù smesso di chiedere un aiuto. Come il ragazzo castano, fra i venti e i trent'anni, che dormiva rannicchiato con mezza coperta lisa buttata sul fianco senza schifarsi del fatto che, accanto al suo viso, ci fosse un ampio rigurgito.
  • Ho visto due bimbe curiose perfettamente a loro agio fra metropolitane, treni, una lingua che non conoscevano ma di cui hanno imparato qualche parola (quelle utili: squirrel, commode), musei interattivi e strade dello shopping. E intanto pensavo, mi auguravo, che tutto questo un giorno possa essere la loro quotidianità, che riescano a superare il desiderio di starci vicine per poter costruire la loro vita altrove. Ovviamente, se questo sarà il loro desiderio.
  • Esperimento di caramel macchiato condiviso
    E, a questo proposito, ho (ri)visto una delle città dove, ragazzina, sognavo di vivere da adulta. Non so a far cosa, ma sapevo che ci sarei andata. E il fatto di esserci andata, sì, ma solo da turista ha sporcato quelle undici giornate con il senso di fallimento per un sogno irrealizzato.