No: non è il travestimento usato ieri sera per il pellegrinaggio “dolcetto o scherzetto”, anche se – in verità - avrei fatto abbastanza paura.
Ma andiamo con ordine.
Sabato, nell’ultimo post, avevo scritto che – a Dio piacendo – avremmo finalmente affrontato la lista nascita. Secondo voi ci siamo riusciti? Proprio no: sulla strada per il megastore siamo inciampati in due negozi di arredo bagno in cui ci siamo lasciati travolgere dai preventivi per sanitari e rubinetteria, incombenza peraltro più urgente dato che questo fine settimana scoccherà l’ora x per l’inizio dei lavori. Con annesso nostro trasferimento di massa (umani e felini) a tempo indeterminato a casa di una gongolante mamma/nonna. Io gongolo un po’ meno, anche perché ora invece di preparare la borsa per l’ospedale (necessaria visto che ormai siamo vicini al settimo mese) devo preparare le valige per il trasloco: oddio, imbottirò di valium anche queste, ma è tutta un’altra cosa.
Comunque: arriviamo al Paese dei balocchi (per le mamme, si intende) attorno alle 17.30, ormai un po’ troppo tardi per imbarcarci in un’avventura che richiede una certa lucidità e freschezza, soprattutto se si è già intontiti dall’elenco delle differenze fra piatto doccia tradizionale o super accessoriato, se sentir parlare tanto di rubinetti ha accelerato la costante frenetica ricerca di una toilette e, soprattutto, se non si hanno ancora le idee ben chiare. E, ovviamente, è il nostro caso. Il problema è che alcuni accessori fondamentali e piuttosto dispendiosi li abbiamo notati anche in un altro negozio a un prezzo assai inferiore e ancora non abbiamo dibattuto se includerli nella lista del megastore oppure, inondati da un attacco di buonismo verso i portafogli delle future nonne e affini, prenotarli dalla concorrenza. Temporaneamente, nuovamente accantonata l’idea della lista nascita (rimandata a domenica prossima, sempre a Dio piacendo), appena arrivati urge un’altra questione.
La pallocchina ormai si fa sentire non solo a livello di ganci e pallonetti ma pure di peso (ormai siamo a quasi un chilo) e la mia schiena, già di per sé deboluccia, reclama soprattutto quando mi sdraio. Necessario, quindi, ricorrere a una … beh, lo mimo alla commessa passandomi orizzontalmente una mano sul cocomerino non sapendo come denominare lo strano “strumento”.
«Una guaina!» esclama lei a gran voce: e vorrei invitarla a espressioni meno sonore con un ampio «Ssssh!» se non fosse che attorno a me navigano altre incubatrici ancor più tondeggianti.
E così eccomi da sola nel camerino: non ne ho mai visti di così ampi se escludiamo quelli dei negozi di abiti da sposa. Evidentemente in quel caso gioca l’ampiezza dello strascico e la rotondità della gonna; qui, invece, la rotondità della donna che, per evitare di caracollare a terra, può sempre sperare di atterrare sull’ampio pouf al centro dello stanzino. Tolgo i leggins e provo lo “strumento” sopra i collant: ed eccomi qui, ridicola come non mai, un misto di ragazzina (perché, da brava “mammaconicalzettoni”, ne indosso un paio a righe multicolor opportunamente nascosti sotto gli stivali) e di sformata partoriente, con questa guaina rosata simile a quelle che usa da sempre la nonna/bisnonna.
Mi guardo allo specchio e non so se faccio più ridere o pena. Ci pensa Lui a risolvere la questione quando ha la brillante idea di aprire la porta del camerino. Ride. «C’è poco da ridere: con questa addosso smorzo ogni più minuscola scintilla di sensualità: e già qui le cose vanno maluccio…».
C’est la vie. Come dice Lui, tra qualche mese tornerò come prima: e lo spero, dato che di tutta la vantata bellezza che chi mi incontra tende ad attribuirmi io non me ne riconosco nemmeno un briciolo.
Per la serie: “son tutte belle le mamme del mondo”. Anche se indossano la guaina.
p. s. : ammetto però che forse, se qualcuno mi avesse vista quando ho preso in mano una tutina fucsia con cappuccio e orecchiette e mi son messa a piangere in mezzo al negozio immaginando la principessina con questa addosso… beh, forse lì sì che ero bella. Di quella bellezza che solo le emozioni possono regalare.
brava le emozioni non bisogna mai nasconderle sono i sentimenti che ci rendono uomini
RispondiElimina