Snoopy:
Voglio andare al supermercato,
voglio andare al supermercato,
voglio
andare al supermercatoooo
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Lo
smarrimento sta lentamente prendendo il posto del placido ottimismo
delle scorse settimane.
Condivido
il pensiero di alcune amiche che lo fanno derivare dall'incertezza
in cui stiamo vivendo.
La
mascherina non serve sempre e dopo un attimo la mascherina è
obbligatoria. Non si può uscire assolutamente e il giorno successivo
c'è il via libera per un raggio di 500 metri da casa.
Riaprono
le attività, ma solo alcune.
Il
3 maggio finisce il lockdown, ma chissà se sarà vero.
E
poi chissà cosa succederà.
Cosa
succederà è il mio pensiero costante, insieme allo sconforto.
Che vorrei non trapelasse, ma evidentemente le bimbe lo percepiscono
ugualmente.
Mi
preoccupa la Pulci, che continua ad avere giornate da cozza
pronta a far scattare l'abbraccio e addirittura “l'abbraccio con
i piedi” (un abbarbicamento stile koala) accompagnato da frasi
tipo:
«Mamma,
voglio stare con te!»: sì, ma perchè finora con chi sei stata?
«Mamma,
voglio stare vicino a te!»: Bubi, ma più vicino di così; anche
se le peggiori sono:
«Come
faccio a non pensare che la nonna muore?»
«Mamma,
io non voglio che vi ammaliate»
«Mamma,
io non voglio che morite» (sulla consecutio temporum stiamo
ancora lavorando).
Pulci pasticcera |
Dietro
la sua scorza da dura, dietro le sue risposte acide come non mai e il
suo fingere che nulla le interessi o la tocchi davvero, la Pulci sta
cedendo. Ha addirittura iniziato a dire che le manca l'asilo.
Ma le passeggiate no. Tanto che portarla fuori ora che limitate
uscite sono consentite diventa una tortura psicologica. Per me, non
per lei. O perlomeno: se non ha voglia di uscire, lo manifesta
facendo passi da formichina, rimanendo indietro e quindi ovviamente
non si tratta più di una camminata ma di una continua attesa che il
gruppo si ricompatti.
Però
è una tortura pure per lei: domani dovrebbero essere pronte le
mascherine versione bimbo che ho ordinato, e spero vada meglio. Nelle
tre passeggiate fatte finora, soprattutto l'ultima di domenica, tutti
e quattro insieme, mi ha fatto male al cuore vedere la sua difficoltà
a indossarla, a sopportarla, a respirarci dentro e pensare che
potrebbe essere così per sempre.
Infatti,
lo scoramento riguarda il fatto che le
bimbe non avranno mai una vita come è stata la nostra fino a pochi
mesi fa, e chissà se se la ricorderanno la vita detta “normale”.
Per
loro la normalità sarà stare
distanti,
non toccarsi, non darsi la mano, forse non avere più feste di
comunità come quelle che si sono succedute in questi anni nè andare
al cinema con la possibilità di condividere un commento con il
vicino di poltrona? E la
scuola
come sarà, sempre a distanza? E si dovranno abituare a correre con
la mascherina? Dovranno andare a prendere il gelato a 100 metri da
casa?
Tutto
ciò mi terrorizza e mi scatena un diffuso formicolio sottopelle, di
rigetto.
Forse
sto sottovalutando le capacità di adattamento dei bambini.
Forse,
come si diceva con Lui ieri sera, anche io riuscirei nell'impresa che
ora mi pare impossibile da accettare: fare
la spesa on line,
senza poter vedere dal vivo e confrontare pacchi di biscotti, tastare
la verdura, ringraziare e augurare buon lavoro al salumiere.
Spinta
dalla necessità, dal non poter fare altrimenti, magari ci riuscirei
anche io.
Spero
solo di volerci riuscire, nel caso dovessi.
#iorestoacasa
#sconforto
#eccezionalità
#normalità
#paura
#migodolebimbeprimachecrescano
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