mercoledì 22 aprile 2020

virus nella testa

 A passeggio (nel raggio di 500 metri)
con le nostre nuove mascherine
Che dopo non saremo migliori me lo confermano notizie come quella che ho appena letto. Un'infermiera lucchese, che quotidianamente ingoia lacrime prima di entrare nel reparto malattie infettive in cui opera, si trova nella buca delle lettere un biglietto in cui i condomini la “ringraziano” per «il Covid che tutti i giorni ci porti in corte». Come direbbe la Princi, lo scrivono sarcasticamente. Mi vengono i brividi.
O come l'altra, che ho letto ieri, di un padre che ha ucciso la figlia di 3 anni, cercato di far lo stesso con il maggiore di 12 e poi ha tentato il suicidio lanciandosi in un pozzo. Al di là del fatto che, come diceva il mio professore di religione alle superiori (un sacerdote) chi vuol suicidarsi ci riesce sempre, la motivazione per questa follia è la perdita temporanea di lavoro causata dal virus.
E poi: qui in città, la polizia ha multato i genitori che avevano infranto il muro dei 500 metri di distanza dalla propria abitazione per recuperare il proprio bambino che si era allontanato giocando.
Infine: grazie al virus (e questa volta, non sarcasticamente) il sindaco di una città vicina avrà un facile e oggettivo (??) pretesto per allontanare i lavoratori stranieri e lasciare il cantiere agli autoctoni.

Ne deduco che:
  1. il razzismo varcherà le soglie della “semplice” e per me incomprensibilmente assurda ghettizzazione di chi ha la pelle di un colore diverso o viene da un Paese lontano. Comincerà a riguardare il tuo vicino, bianco, con cognome e tratti somatici italiani (quali sarebbero, poi?) perchè ha un lavoro e tu no, o perchè ha continuato a lavorare e tu no, o perchè durante la quarantena ha avuto a disposizione un giardino per far correre i figli, o addirittura è riuscito a farli studiare perchè aveva pc per lo smart working in salotto, tablet in cucina, stampante e persino connessione internet sempre attiva.
  2. Si scoprirà che metà dei morti per corona virus sono in realtà stati vittime di padri padroni, mariti violenti, persone con disturbi psichici manifesti o latenti che però, causa la quarantena, i servizi preposti non sono riusciti a seguire adeguatamente. E, buon per loro, quando si tornerà alla normalità, chi avrà un bel po' di lavoro, arretrato e non, saranno proprio psicologi, psicoterapeuti, psichiatri, esperti di medicine alternative e di tecniche di rilassamento che avranno un bel da fare per instradarci nuovamente.
  3. Un effetto positivo potrebbe essere l'ansia di aria aperta di cui sembra siano preda i nostri bambini. Quindi, complice “l'abuso” di strumenti elettronici usati in questi mesi per i compiti, prossimamente saranno tutti a giocare al parco e riscopriranno il piacere di stare assieme, senza essere separati dallo schermo di un cellulare, senza bisogno di ascoltare le ultime hit o vedere filmati divertenti con il telefonino per poter avere un argomento di conversazione. Ma non ci giurerei.
  4. Il razzismo già manifesto si esacerberà e quello latente o prima assente emergerà con prepotenza, non solo verso lo straniero ma anche verso chi viene da una regione con zona rossa. Soltanto che, quando riapriranno le frontiere e potremo nuovamente andare all'estero, saremo noi italiani, additati come untori, le vittime di questo odio: o, perlomeno, di distanze superiori a dieci metri fra noi e il barista sul lungomare di Miami.
Ecco: direi che il mio ottimismo iniziale su un possibile miglioramento della specie umana è svanito. Annientato dietro quelle mascherine che, in realtà, ci rendono tutti identici, tutti ugualmente esposti a una malattia, tutti potenzialmente a rischio di perdere il lavoro.
Al momento: tutti sottoposti al medesimo smarrimento, leggibile in quegli occhi che potrebbero e dovrebbero brillare più intensi visto che al momento sono il solo nostro abbellimento, ma che in realtà sempre più spesso sono preda della diffidenza.

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