venerdì 20 settembre 2013

aqquartamento e nuovi dubbi sull'essere e non essere





Ormai sono ben aqquartata: lunedì, alla visita di controllo, il dottor D. ha confermato che siamo alla 18esima settimana.
Non prima, però, di avermi nuovamente chiesto da dove provenga il mio cognome, dando seguito a un rituale iniziato quando aspettavo la Princi e che proseguirà per i prossimi quattro mesi e mezzo.
Il/la Pulci, di cui secondo me è stato individuato (ma non svelatomi) il genere, sta benone: io, dopo aver constatato quanto stia aumentando il peso, un po’ meno. Cerco di rassicurarmi in ogni modo, conteggiando il tempo e i potenziali chili già passati, quelli futuri, cercando di confrontare sempre il tutto con il periodo di viaggio della Princi: sono a metà strada anche in questo senso.
Quindi, a volte penso in cosa si possa misurare una gravidanza: chili, frequenza della nausea, notti insonni o di malsonno, stanchezza, fiatoni per salire le scale, taglie di reggiseno aumentate, buchi della cintura da scalare, tempo necessario affinchè la pancia cresca al punto da non permetterti di allacciare le scarpe, code allo sportello prelievi, vasetti di Nutella consumati (e sono già abbondanti, seppure ci sia pure lo zampino di Lui), fette di prosciutto a cui hai rinunciato, bicchieri di birra che ti sei vista passare davanti silenziosamente, telefilm o film di cui non hai visto il finale perchè sei collassata prima, telegiornali che ormai non segui più perchè la pupa si imbambola anche davanti alle immagini del cronista più noioso. Però lo ammetto: questa volta sono molto più "easy" e molto meno ligia nell'osservare i vari divieti: e mezzo bicchiere di vino nelle cene/pranzi più importanti, un bicchiere di birra per far scivolare giù la pizza me lo concedo più che volentieri. Anche perchè da ieri sembra che abbia un nemico in più: gli hamburger. Secondo il dottor D. per evitare la toxoplasmosi devo tenermi lontana anche da quelli: e tutto ciò ovviamente non ricordandosi che, alla visita precedente, aveva fatto uno strappo alla regola in mio onore passandomi ogni tanto del prosciutto crudo ben stagionato.

A parte il/la Pulci, che al momento ancora non si fa sentire se non - appunto - in termini di chili in più e vestiti da poter indossare in meno, in queste settimane di silenzio dal blog il mio pensiero è stata la Princi: ma attorno a lei si sono incastrate le preoccupazioni per il rinnovo del contratto di lavoro, la stesura del testo e dell'abstract per il convegno di ottobre, la ripresa delle mostre, oltre naturalmente alla routine domestica fatta di casa, pranzi/cene da mettere in tavola, catene montuose di panni da stirare, pensieri vari per ciò che accade attorno a noi. 
Lei, però, è stata il pensiero fondamentale. E sono arrivata alla conclusione che lo sia troppo. Sollecitata dal vedere che molte coppie e mamme che conosciamo si concedono viaggi più o meno lunghi e lontani, solleticata dalla nostalgia per un passato che a volte mi pare troppo remoto fatto di palestra, cinema, cenette a due ho pensato che forse non è sbagliato se ce le concediamo pure noi. Anzi: potrebbe essere salutare, per lei e per noi.
Al che si sono aperte diverse questioni:
1. all'oretta di palestra (se ci mettiamo il tragitto e il tempo della doccia fanno due ore) è seguita una Princi-frigna colossale: percepisce il mio senso di colpa per averla abbandonata? anche perchè a risvegliarlo, qualora ce ne fosse stato bisogno, sono intervenute come sottofondo dell'allenamento proprio le canzoni che lei balla come una pazza.
2. ok: io ho dei problemi a lasciarla: ma Lui? dopo tanto dirmi che ho bisogno di prendere del tempo per me e che abbiamo bisogno di tempo per noi non fa nulla per concretizzare tali buoni propositi: quindi il senso di colpa aumenta.
3. alle frigne diurne si sono aggiunti, negli ultimi dieci giorni, capricci infiniti e sfiancanti al momento di andare a dormire: per cui, come nell'episodio di Peppa che abbiamo visto ieri pomeriggio, mentre lei era bella pimpante a giocare con la sua cucinina, noi russavamo sul divano. E questo accadeva anche nel caso in cui fossimo usciti, si fosse fortunatamente addormentata in auto ma, appena poggiata nel lettino, una sirena da far impallidire pompieri, carabinieri, ambulanza e polizia tutti insieme.
Dopo giorni di riflessione, la conclusione: come ho letto domenica su una rivista, alla Princi (così come a tutti i bimbi) non frega niente di avere una mamma multitasking capace di preparare la minestra, fare il letto, sistemare il pigiamino a Winnie Pooh e cambiarle il pannolino in una manovra sola. La Princi ha bisogno di una mamma e di un papà che quando ci siano veramente: prova ne è stata il fatto che, una sera, ha tolto di mano il telecomando a Lui per scaraventarlo a terra; dopo, sarebbe toccato al suo cellulare seminuovo.
Così ora cerco di rimandare la cura della casa a momenti in cui altri possono stare con lei o, se proprio sono in emergenza, pulisco cantando e ballando insieme a lei, affetto le verdure portando la sua cucinetta nella mia, ho cominciato - su sua sollecitazione capricciosa - a non costringerla ad assistere alla mia doccia dall'alto del seggiolone lasciandola sdraiarsi nel lettino perchè spesso così si addormenta.
E, a proposito di dormire, ho capito che i lunghi pisoli mattutini possono sì essermi d'aiuto se ho qualcosa da fare, ma risultano deleteri sul ritmo del sonno del resto della giornata. Quindi: la mattina si dorme al massimo 30-40 minuti, di pomeriggio si dorme perchè - da qualche giorno - la mamma la culla tenendola in braccio, scuotendola leggeremente, passeggiando e cantando De Gregori con il filo di voce rimasto data l'apnea che provoca tutto questo esercizio: ma il gioco vale la candela, dato che almeno un'oretta e mezza di nanna poi ci scappa.
So che non dovrei dirlo perchè poi domani cambierà tutto, perchè appena dico che le cose sembrano migliorare poi si precipita in una nuova, inspiegabile crisi: ma la Princi sembra più serena; e pure io, che cerco di imparare ogni giorno a guardare le cose con i suoi occhi.
 
Anche lo shuttle, a cui lei ormai è abituata: ogni mattina gli dice "Giorno!", durante la giornata lo saluta con un "Tau" che corona appoggiandoci sopra la testolina, accarezzandolo o cercando di mettersi in contatto con il fratellino/sorellina attraverso l'ombelico, convinta che schiacciandolo lui/lei possa sentire: e magari è così.
p.s: essendo passato qualche giorno da quando ho scritto il post effettivamente lecose sono cambiate: ma difficile dire come  per quanto dato che, con la Princi, come mi avev preannunciato un amico all'indomani del parto, si sperimenta una quotidianità sempre uguale e ogni giorno diversa.

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