Sono
trascorsi enne giorni da quando siamo più o meno chiusi in casa.
Messaggio
“in codice” dalla Princi
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Lentamente,
tra le mille inevitabili polemiche di chi vorrebbe saltare dalla Fase
1 all'invenzione di un ritorno alla vita di prima o all'artificiosa
costruzione di un'esistenza come se il virus non fosse mai esistito e
mai potesse tornare, stiamo riconquistando piccoli margini di
libertà.
E,
contemporaneamente, anzichè diminuire, aumenta la mia insofferenza.
Uscire:
bello poterlo fare, anche senza avere una meta che non sia il
supermercato. Ma la mascherina, nonostante sia in stoffa e
realizzata con bei tessuti variopinti, ha iniziato a pesarmi sul
naso, a stringermi e togliermi il respiro. Ripristinando, dopo
un'oretta che la indosso, i mal di testa di un anno fa.
Fare
la spesa: continua a essere un'impresa, che inizia con il
ricordarsi di prendere guanti, mascherina, lista e indossare i primi
una volta arrivati a destinazione. Poi spesso le persone credono di
poterti stare addosso senza problemi, mentre se c'è un beneficio che
si può trarre da questa esperienza è la riduzione di quelle
situazioni in cui il tuo interlocutore, nel mezzo del discorso,
inizia a batterti sul braccio e toccarti per sottolineare una sorta
di complicità rispetto a ciò che sta dicendo.
Apericena improvvisato |
Cucinare:
continua a piacermi, ma mi sento in qualche modo bloccata. Vorrei
sperimentare ricette nuove, ma non so decidermi da quale iniziare. E
non si tratta solo dell'incertezza
su quali potranno essere i risultati e se possano o meno essere
apprezzati dal resto della famiglia.
No:
purtroppo è un mio tratto caratteriale.
Analogo
allo smarrimento che provo di fronte ai corsi on line che vorrei
frequentare, identico a quello sperimentato davanti alla guida dello
studente per l'università e per le scuole superiori. Ed è proprio
da questo smarrimento che deriva la mia paralisi: non so
scegliere, quindi rimango sospesa.
Cosicchè
adesso, prospettandosi un ritorno alla quotidianità, si fa strada la
paura.
E,
pur conoscendomi, non credevo potesse accadere di temere il rientro
nella vita, negli incontri, negli impegni perchè ultimamente ho
scoperto anche un aspetto “sociale” di me che non immaginavo.
In
questi ultimi giorni, vorrei poter tornare ai tempi del dottorato,
quando percepivo un reddito per studiare e lavorare da casa e lo
facevo con i miei ritmi, avendo il tempo per dedicarmi alla palestra,
alla casalinghitudine, a me. Vorrei continuare a stare qui, al
sicuro: non perchè tema il contagio (aspetto a cui, in verità, non
ho mai dato molto peso) ma perchè ci sto tranquilla.
Solo
che questi pensieri comodi, questo mood rinunciatario, cozzano contro
gli input positivi verso la vita che vorrei inviare alle bimbe.
Il tutto si risolve in maldestri incoraggiamenti a fare, osare, non
mollare cose che io tendenzialmente abbandono.
Prendere esempio dalla Pulci:
meditazione
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Vorrei
trovare un impiego diverso, che possa svolgere da casa
continuando a stare insieme a loro nella posizione privilegiata di
chi può assistere alla crescita dei figli. Eppure è una grande
responsabilità: di tutte le carenze che sto osservando in loro in
questo periodo, di tutte le abilità mancate, mi sto dando la colpa
per non esserci stata negli ultimi anni e/o per non aver impiegato
nel modo giusto il tempo che trascorrevo con loro.
Sto
pensando da settimane che questa quarantena è un'occasione:
come se stesse suonando l'ultima campana delle possibilità e me
ne devo dare una. Perchè me la merito.
Perchè
vorrei dimostrarmi di non essere davvero (come penso) l'inetto di
Svevo o l'uomo senza qualità di Musil.
Se
a tutti questi pensieri si unisce il caos per la didattica on line
della Princi, con la linea che salta, le consegne che non si
capiscono con chiarezza e i rinnovamenti nei collegamenti
computer-stampante apportati da Lui che mi fanno impazzire si capisce
che no: questi ultimi giorni di quarantena non sono stati (e non
sono) emotivamente facili.
#iorestoacasa
#ansiadarientro
#lavorodacasa
#indecisioniescelte
#quarantena
#compitionline
#fareigenitori
#esseregenitori
#migodolebimbeprimachecrescano
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