Bene. Belve insolitamente
addormentate: entrambe a un’ora decente, entrambe nel proprio letto. Marito altrettanto insolitamente fuori
casa. Tv che, invece, come al solito
non trasmette nulla di buono. Mamma-con-i-calzettoni
che, infilata la canotta-pigiama di Minnie, dopo un attimo di smarrimento ed ebbrezza
del tipo «E mo’ che faccio?» si ricorda
di avere un blog che non aggiorna da tempo. Da quando cioè quel fagottino rosa dal sorriso sdentato e gioioso, dal
faccino tondo incoronato da un boschetto di capelli nerissimi è arrivato a
scuotere quella che ormai rischiava di diventare una routine.
Ovviamente abbiamo glissato questo pericolo: e ora che la Pulci
ha 4 mesi possiamo
dire che siamo ancora, e costantemente,
in fase di rodaggio.
Perché la Princi
frigna e fa capricci di continuo.
Perché la Pulci ora
si è calmata (e so che mi pentirò di averlo scritto perché subito verro
smentita) ma nei suoi primi sessanta giorni non ha fatto che piangere, tutto il
giorno, tutti i giorni: e grazie alle braccia della mamma-nonna che, proprio a
seguito di questa “manovalanza”, ha costruito un rapporto di speciale intesa
con lei.
Perché Lui reclama a
sua volta attenzioni e, a ragione, dice che sono diventata insopportabile.
Perché io piango
perlomeno una volta a settimana, più spesso due: perché mi sento in colpa del fatto di esserci
troppo, troppo poco per l’una o per l’altra, di esserci male; perché non gioco
con una e non coccolo/porto in piscina/a fare i massaggini/canto all’altra; perché
ogni tanto faccio volare qualche sculaccione o sgrido una e ogni tanto sbotto
con continui «Basta! Basta!» nei confronti dell’altra che magari sta solo
piangendo per fame.
Perché vorrei avere il
tempo di scrivere: per raccontare finalmente come è andata in quella
splendida mattina di sole in cui è arrivata la Pulci; per cercare vanamente di
descrivere la gioia dei suoi occhi quando incrocia i miei o l’effetto calmante
che produce la vista della Princi anche quando le sue intenzioni non siano
bellamente pacifiche; per fissare a futura memoria le frasi e le buffe parole
che quotidianamente sforna la Pulci: che ora, a parte essere impinzata per i
Mistogatti, in pieno clima mondiale ogni tanto borbotta «dell’elmo di Scipio, cinta testa».
Ma soprattutto, oltre a mantenere una certa salute mentale e una
parvenza di contatto con il mondo esterno, scrivere potrebbe aiutarmi una volta
di più a fermarmi per mettere a fuoco quanto siano meravigliose, entrambe:
nonostante i loro capricci, pianti, incubi notturni e miei mal di testa. Perché
un giorno, non troppo lontano, tutto questo mi mancherà: e già ora mi trovo a
pensare che vorrei il tempo si fermasse: ovviamente, nei momenti in cui la
Pulci ride e la Princi imita le posizioni di danza che le sto insegnando.
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