E oggi sono nel mood da “La sera del dì di festa”.
Il complePrinci è passato, per fortuna e purtroppo. Perché,
ovviamente con il senno di poi, me lo
sarei voluta godere di più; ma forse è solo un pensiero utopistico. Impossibile,
almeno credo/spero gestire una festa badando che tutto fili liscio, intrattenendo
gli ospiti e conversando con loro con l’aplomb di Bree van de Kamp, tenendo sotto
vigile controllo una pallina rotolante in modo che non si infilzi qualcosa
negli occhi o non lo infilzi agli altri e monitorando nel contempo tutte le sue
funzioni vitali (fame, sete, pupù, pipì; il sonno, per la Princi, è un optional).
Comunque è andata. E oggi che, come un anno fa, tornavamo
a casa dando il via alle avventure della famiglia C., arrotoliamo la pellicola
della memoria per raccontare cos’è successo in questi giorni. Cominciando dal giorno del vero complePrinci.
Il giorno che avrei voluto vivere e far vivere a lei
in modo speciale, il giorno in cui avevo deciso di consacrarmi a lei e di fare
insieme qualcosa di divertente. Il giorno che avevo sognato pieno di abbracci,
di coccole, di Lui e di ricordi di un anno prima.
E invece…E invece il ritmo della giornata lo hanno scandito persone e/o eventi diversi:
1. il tecnico della caldaia;
2. la Princi;3. guest star: Mr. Billy.
Il tecnico della caldaia.
A inizio settimana Lui mi avverte: «Giovedì mattina viene il tecnico per la
revisione della caldaia. Viene alle 8 così poi sei libera se devi uscire.»
Non fa una piega, penso: così eventualmente possiamo andare a fare una bella
passeggiata e la porto a vedere i cavalli e magari poi all’Ikea, giusto così, per
gratificare un po’ anche la mamma. Perché
dopo tutto, come mi ha fatto notare qualcuno, il complePrinci è anche il
complemamma: l’anniversario, cioè, di quando per la prima volta ho visto la
ranocchietta chiedendomi: ma questa
chi è ???e perché piange e mi guarda chiedendo a me di fare qualcosa???
Ovviamente il primo guastafeste è stato, in realtà, il
maltempo, con pioggerellina insistente e cielo uggioso per cui il programma
iniziale, di per sé suscettibile a mutamenti, zoppicava ugualmente.
A dare un ulteriore colpo decisivo ci ha pensato però
il tecnico che, arrivato alle 8.15, se n’è andato dopo un’ora: e giuro di non
aver pensato “oddio, che bel controllo accurato ha fatto! Ora siamo a posto!”. Ho pensato solo che ha turbato la nostra
routine domestica, il ripetersi di gesti ormai abitudinari costringendomi a
un rapido cambio pannolino notturno senza poi il solito rito del lavandetto
(bagnetto nel lavandino) e una altrettanto rapida doccia/vestizione giusto per
non farmi trovare con indosso il pigiamone e i calzettoni di Snoopy. E se su
questo accorciarsi dei tempi ci si poteva passare sopra, non si poteva fare
altrettanto con il pisolino mattutino
che, solitamente, è innescato dal rumore della doccia o, in alternativa, da quello dell’aspirapolvere.
Ecco quindi scattare
la variabile 2:
la Princi.
Privata del suo sonnellino, che ha fatto ma per soli
20 minuti, la Princi si è risvegliata che non era più lei. Se due
settimane fa, a uno scoppio di pianto serale immotivato e incontrollabile,
avrei voluto chiamare l’esorcista, giovedì ho pensato di telefonare a “Chi l’ha visto?” chiedendo mi riportassero la bambina che
si era addormentata poco prima nel seggiolone. Dal suo risveglio e fino al
momento di essere messa a letto, (cosa che - nell’ultima settimana - implica l’uso
di un’ampia dose di “Raggio di sole” perché il cannone della famosa donna me lo
devo fumare dopo aver consumato a suon di andirivieni il pavimento della camera)
la Princi ha sviluppato una frigna da paura. Non solo: ci si è messa anche una
bella spolverata di mammite e il mix è stato esplosivo per i miei bicipiti,
provati da continui sali-scendi ma soprattutto da prolungati sali-e-basta-anzi-divincolati-un-po’-perché-sennò-è-troppo-semplice.
Di cambiare stanza lasciandola in quella vicina in
modo che comunque mi tenesse d’occhio non se ne parlava proprio. Camminavo per casa con il passo del koala,
con un koala cioè attaccato alla gamba e che a volte si impuntava montando un
capriccio inspiegabile. Nonostante il suo solito rovistare nei cassetti e,
visto che era il suo compleanno, anche nell’armadio degli strofinacci. Nonostante
i giocattoli spalmati in ogni dove; nonostante avesse a disposizione i suoi fratellini;
nonostante avesse la mamma tutta per sé. Alt. Ecco. Se vogliamo darci il
cilicio addosso in realtà questo non è propriamente vero. La mamma c’era, ma mentre
era lì pensava come riuscire a passare almeno rapidamente l’aspirapolvere e a
come riuscire a cucinare il pollo per cena visto che la Princi era entrata in
modalità cozza sullo scoglio. Non è riuscita
a garantirle/rmi un attimo di calma né l’aspirapolvere, di fronte a cui ha anzi
intensificato gli strilli, né il pranzo. Come non vedesse cibo da due anni anziché
da due ore, per riuscire a propinarle i primi cucchiaini di pasta ho dovuto letteralmente
bloccarle le braccia. Ovviamente del
riposino pomeridiano neanche a parlarne: e io che mi ero illusa di poter
ricreare l’atmosfera idilliaca di lunedì, quando avevamo dormito tutti e 4
insieme (noi con i felini) e lei era stata uno zuccherino! Attorno alle 15 un
trillo dal cellulare: «torno prima». E’ stato come ricevere risposta all’SOS
del Titanic. Ma, subito dopo, avrei dovuto rispondere: «Houston, abbiamo un
problema!». Era infatti entrata in
azione la variabile 3.
Mr. Billy
Siamo lì, la Princi e io a ruzzolare sul lettone in
uno dei momenti di tranquillità della giornata: perché ce ne sono stati e sono
i momenti in cui la sua risata riempie le stanze e mi permette di dimenticare
che un attimo prima, con il cuore subito spezzato, le avevo intimato di stare
buona. Siamo lì a rotolarci fra Linus e Charlie Brown, a indicare Woodstock abbaiando
come avesse visto Snoopy quando ecco che mi appoggio al cuscino e lo sento
inumidito. Ok che fuori piove ma un’umidità del genere… No, no, no: non di nuovo!!
E poi sempre il mio! E poi, caspita Billy, ma quanta ne hai fatta per oltrepassare
cuscino, inzuppare il piumino e arrivare alle lenzuola? Nella tragedia e,
soprattutto, nell’immensa incazzatura del momento, vedo però che la Princi ride: ride perché disfando il letto agito
le lenzuola come delle vele, perché annuso rumorosamente il materasso per sentire
fino dove è arrivato il niagara, perché per mettere le lenzuola pulite colpisco
forte il materasso, perché – messa a quattrozampe - le faccio cucù da dietro il
letto. Secondo me in queste situazioni ride perché pensa quanto siamo scemi. Comunque: infilo le lenzuola
nella lavatrice e aspetto che torni Lui per dargli la lieta novella, che
intuisce appena vede l’ammasso di roba sporca al centro del corridoio. Svanito ogni
proposito di uscire a fare un giro. Mr. Billy
ha deciso che avremmo dovuto trascorrere il pomeriggio fissando l’oblò della
lavatrice nella lavasciuga sotto casa, a guardare roteare gonfiarsi e
sgonfiarsi il piumino.
Ma la variabile 2 non aveva esaurito il proprio
potere. Rientrati in casa a fine ciclo, Lui si stupisce quando, rivolta alla
Princi, erompo in un «Adesso tu e io usciamo». «Perché?», risponde ingenuo
nonostante l’abbia ragguagliato sull’andamento del PrinciDay. Ribatte la Princi
montando un bel capriccio. «Ok, usciamo», replica Lui a sua volta. Approfittiamo
per comprare gli ultimi rifornimenti per il Pday e forse la percezione che
tutto stia procedendo con questo lavorio alle sue spalle l’ha tranquillizzata,
al punto che quando rientriamo riusciamo a posticiparle l’orario della cena
quel tanto che basta per permettere al pollo di ultimare la sua cottura.
Bilancio della giornata:
20 euro in meno nel portafoglio da segnare sul conto
di Mr. Billy;
vaga idea di dotare Mr. Billy di tampax perenne;
intanto: decisione ferma e definitiva di riprendere a
somministrare il calmante a entrambi i gatti finchè non si sia capito cos’hanno;
una seduta di massaggio relax da prenotare in tutta
fretta per riprendermi dalla Princi;
spesa ultimata e quindi impegno da depennare nella già
copiosa lista delle “to do things” dell’indomani;
scoperta di saper cucinare e aver appreso i tempi di
cottura delle scaloppelle di pollo;
due frittelle e mezzo alla crema in più sui fianchi
(una mezza frittella è sui fianchi della Princi);
un primo ComplePrinci che ricorderò sempre, se non
altro perchè ho appurato che il travaglio e il parto sono nulla in confronto a
una giornata di frigna.
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