domenica 3 febbraio 2013

Princiday


E oggi sono nel mood da “La sera del dì di festa”.
Il complePrinci è passato, per fortuna e purtroppo. Perché, ovviamente con il senno di poi, me lo sarei voluta godere di più; ma forse è solo un pensiero utopistico. Impossibile, almeno credo/spero gestire una festa badando che tutto fili liscio, intrattenendo gli ospiti e conversando con loro con l’aplomb di Bree van de Kamp, tenendo sotto vigile controllo una pallina rotolante in modo che non si infilzi qualcosa negli occhi o non lo infilzi agli altri e monitorando nel contempo tutte le sue funzioni vitali (fame, sete, pupù, pipì; il sonno, per la Princi, è un optional).
Comunque è andata. E oggi che, come un anno fa, tornavamo a casa dando il via alle avventure della famiglia C., arrotoliamo la pellicola della memoria per raccontare cos’è successo in questi giorni.
Cominciando dal giorno del vero complePrinci.

Il giorno che avrei voluto vivere e far vivere a lei in modo speciale, il giorno in cui avevo deciso di consacrarmi a lei e di fare insieme qualcosa di divertente. Il giorno che avevo sognato pieno di abbracci, di coccole, di Lui e di ricordi di un anno prima.
E invece…
E invece il ritmo della giornata lo hanno scandito persone e/o eventi diversi:

1.      il tecnico della caldaia;
2.      la Princi;
3.      guest star: Mr. Billy.


Il tecnico della caldaia.

A inizio settimana Lui mi avverte: «Giovedì mattina viene il tecnico per la revisione della caldaia. Viene alle 8 così poi sei libera se devi uscire.» Non fa una piega, penso: così eventualmente possiamo andare a fare una bella passeggiata e la porto a vedere i cavalli e magari poi all’Ikea, giusto così, per gratificare un po’ anche la mamma. Perché dopo tutto, come mi ha fatto notare qualcuno, il complePrinci è anche il complemamma: l’anniversario, cioè, di quando per la prima volta ho visto la ranocchietta chiedendomi: ma questa chi è ???e perché piange e mi guarda chiedendo a me di fare qualcosa???
Ovviamente il primo guastafeste è stato, in realtà, il maltempo, con pioggerellina insistente e cielo uggioso per cui il programma iniziale, di per sé suscettibile a mutamenti, zoppicava ugualmente.
A dare un ulteriore colpo decisivo ci ha pensato però il tecnico che, arrivato alle 8.15, se n’è andato dopo un’ora: e giuro di non aver pensato “oddio, che bel controllo accurato ha fatto! Ora siamo a posto!”. Ho pensato solo che ha turbato la nostra routine domestica, il ripetersi di gesti ormai abitudinari costringendomi a un rapido cambio pannolino notturno senza poi il solito rito del lavandetto (bagnetto nel lavandino) e una altrettanto rapida doccia/vestizione giusto per non farmi trovare con indosso il pigiamone e i calzettoni di Snoopy. E se su questo accorciarsi dei tempi ci si poteva passare sopra, non si poteva fare altrettanto con il pisolino mattutino che, solitamente, è innescato dal rumore  della doccia o, in alternativa, da quello dell’aspirapolvere.
Ecco quindi scattare la variabile 2:

la Princi.
Privata del suo sonnellino, che ha fatto ma per soli 20 minuti, la Princi si è risvegliata che non era più lei. Se due settimane fa, a uno scoppio di pianto serale immotivato e incontrollabile, avrei voluto chiamare l’esorcista, giovedì ho pensato di telefonare a “Chi l’ha visto?” chiedendo mi riportassero la bambina che si era addormentata poco prima nel seggiolone. Dal suo risveglio e fino al momento di essere messa a letto, (cosa che - nell’ultima settimana - implica l’uso di un’ampia dose di “Raggio di sole” perché il cannone della famosa donna me lo devo fumare dopo aver consumato a suon di andirivieni il pavimento della camera) la Princi ha sviluppato una frigna da paura. Non solo: ci si è messa anche una bella spolverata di mammite e il mix è stato esplosivo per i miei bicipiti, provati da continui sali-scendi ma soprattutto da prolungati sali-e-basta-anzi-divincolati-un-po’-perché-sennò-è-troppo-semplice.
 
Di cambiare stanza lasciandola in quella vicina in modo che comunque mi tenesse d’occhio non se ne parlava proprio. Camminavo per casa con il passo del koala, con un koala cioè attaccato alla gamba e che a volte si impuntava montando un capriccio inspiegabile. Nonostante il suo solito rovistare nei cassetti e, visto che era il suo compleanno, anche nell’armadio degli strofinacci. Nonostante i giocattoli spalmati in ogni dove; nonostante avesse a disposizione i suoi fratellini; nonostante avesse la mamma tutta per sé. Alt. Ecco. Se vogliamo darci il cilicio addosso in realtà questo non è propriamente vero. La mamma c’era, ma mentre era lì pensava come riuscire a passare almeno rapidamente l’aspirapolvere e a come riuscire a cucinare il pollo per cena visto che la Princi era entrata in modalità cozza sullo scoglio.  Non è riuscita a garantirle/rmi un attimo di calma né l’aspirapolvere, di fronte a cui ha anzi intensificato gli strilli, né il pranzo. Come non vedesse cibo da due anni anziché da due ore, per riuscire a propinarle i primi cucchiaini di pasta ho dovuto letteralmente bloccarle le braccia. Ovviamente del riposino pomeridiano neanche a parlarne: e io che mi ero illusa di poter ricreare l’atmosfera idilliaca di lunedì, quando avevamo dormito tutti e 4 insieme (noi con i felini) e lei era stata uno zuccherino! Attorno alle 15 un trillo dal cellulare: «torno prima». E’ stato come ricevere risposta all’SOS del Titanic. Ma, subito dopo, avrei dovuto rispondere: «Houston, abbiamo un problema!». Era infatti entrata in azione la variabile 3.

Mr. Billy
Siamo lì, la Princi e io a ruzzolare sul lettone in uno dei momenti di tranquillità della giornata: perché ce ne sono stati e sono i momenti in cui la sua risata riempie le stanze e mi permette di dimenticare che un attimo prima, con il cuore subito spezzato, le avevo intimato di stare buona. Siamo lì a rotolarci fra Linus e Charlie Brown, a indicare Woodstock abbaiando come avesse visto Snoopy quando ecco che mi appoggio al cuscino e lo sento inumidito. Ok che fuori piove ma un’umidità del genere… No, no, no: non di nuovo!! E poi sempre il mio! E poi, caspita Billy, ma quanta ne hai fatta per oltrepassare cuscino, inzuppare il piumino e arrivare alle lenzuola? Nella tragedia e, soprattutto, nell’immensa incazzatura del momento, vedo però che la Princi ride: ride perché disfando il letto agito le lenzuola come delle vele, perché annuso rumorosamente il materasso per sentire fino dove è arrivato il niagara, perché per mettere le lenzuola pulite colpisco forte il materasso, perché – messa a quattrozampe - le faccio cucù da dietro il letto. Secondo me in queste situazioni ride perché pensa  quanto siamo scemi. Comunque: infilo le lenzuola nella lavatrice e aspetto che torni Lui per dargli la lieta novella, che intuisce appena vede l’ammasso di roba sporca al centro del corridoio. Svanito ogni proposito di uscire a fare un giro. Mr. Billy ha deciso che avremmo dovuto trascorrere il pomeriggio fissando l’oblò della lavatrice nella lavasciuga sotto casa, a guardare roteare gonfiarsi e sgonfiarsi il piumino.

Ma la variabile 2 non aveva esaurito il proprio potere. Rientrati in casa a fine ciclo, Lui si stupisce quando, rivolta alla Princi, erompo in un «Adesso tu e io usciamo». «Perché?», risponde ingenuo nonostante l’abbia ragguagliato sull’andamento del PrinciDay. Ribatte la Princi montando un bel capriccio. «Ok, usciamo», replica Lui a sua volta. Approfittiamo per comprare gli ultimi rifornimenti per il Pday e forse la percezione che tutto stia procedendo con questo lavorio alle sue spalle l’ha tranquillizzata, al punto che quando rientriamo riusciamo a posticiparle l’orario della cena quel tanto che basta per permettere al pollo di ultimare la sua cottura.

Bilancio della giornata:
20 euro in meno nel portafoglio da segnare sul conto di Mr. Billy;
vaga idea di dotare Mr. Billy di tampax perenne;
intanto: decisione ferma e definitiva di riprendere a somministrare il calmante a entrambi i gatti finchè non si sia capito cos’hanno;
una seduta di massaggio relax da prenotare in tutta fretta per riprendermi dalla Princi;
spesa ultimata e quindi impegno da depennare nella già copiosa lista delle “to do things” dell’indomani;
scoperta di saper cucinare e aver appreso i tempi di cottura delle scaloppelle di pollo;
due frittelle e mezzo alla crema in più sui fianchi (una mezza frittella è sui fianchi della Princi);
un primo ComplePrinci che ricorderò sempre, se non altro perchè ho appurato che il travaglio e il parto sono nulla in confronto a una giornata di frigna.

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