Sfidando la pioggia,
ieri mattina sono andata a Udine con
Briciolina.
Missione: saccheggiare
la biblioteca di buona parte dei libri che mi possono aiutare in un mio
prossimo ingaggio lavorativo.
Come già successo in una missione analoga,
con medesima destinazione, affrontata assieme alla Princi circa un anno e mezzo
fa, è stata una piccola avventura e un
viaggio sentimentale.
Avventura perché ho dovuto comprimere il da farsi in
poco meno di due ore, quelle comprese tra il deposito della Princi a scuola e
mezzogiorno, ora in cui il Big Ben sistemato nello stomaco di Briciolina inizia
a suonare, indipendentemente da quando abbia fatto merenda.
In parte avevo
predisposto tutto dalla sera precedente: messo in borsa il quaderno con i
riferimenti bibliografici, tirato fuori le giacche pulite per le belve, pensato
a come vestirle. Perchè quando si hanno bambini, ogni minimo spostamento si trasforma in un trasloco con un bagaglio variamente ingombrante e buono per le quattro stagioni. E così poi ieri mattina, visto che non stava diluviando, appena ho
mollato la Princi ho imbarcato Briciolina e siamo partite.
Avrei voluto fare altre
tappe in città: ma oltre mezz’ora è
andata per trovare un parcheggio adatto alle dimensioni della Bestia: la
volta precedente, infatti, avevo ancora l’auto media taglia. Altra mezz’ora è
andata per raggiungere il centro dal parcheggio oltre che per scaricare
passeggino, insaccarci Briciolina e metterla sottovuoto visto che stava
gocciando: ed è stata praticamente la
prima volta in cui ho usato la plastica protettiva dato che la Princi non
ha mai voluto emulare un wurstel e quindi, se pioveva, o si stava a casa o la
si portava per brevi tragitti in braccio. A dire, l’utilità di avere almeno due
bimbi: ciò che non abbiamo usato con la prima o che lei ha bellamente sdegnato
(anche a livello di giocattoli) sembra far impazzire la seconda, costringendo
la Princi a riconsiderare tardivamente le proprie posizioni, tanto da indurla a
provare l’ebbrezza del box, con buona pace di Briciolina che ci starebbe
volentieri se non venisse travolta dalle gambe a fenicottero della sorella.
Arrivate in centro, pausa merenda: dribblando gli avventori
in piedi al banco, ci siamo addentrate per accompagnare il suo yogurt a un
ottimo marocchino. Poi, la meta. Eccoci nella biblioteca bambini, uno spazio bellissimo la cui funzionalità –
come peraltro nella sezione moderna – si è bloccata al limite della mia condizione di mamma con bimba in braccio.
Capisco che tutti i libri di cui avevo bisogno fossero a scaffale aperto e ne
avevo già la collocazione: ma darmi una mano a cercarli e tirarli fuori, visto
che da una parte dovevo tenere nove
chili di canguro saltellante che allungava spaventosamente le manine verso
tutto ciò che guardavo e lei intercettava?
Vabbè, ce l’ho fatta:
orgogliosa soprattutto per aver portato Briciolina in un luogo tanto speciale. Anche
se penso di aver creato due mostri. Al
ritorno, infatti, per convincere la Princi a desistere dal correre nell’aiuola
di fronte alla scuola visto che pioveva, le ho detto di avere a casa due
sorprese per lei: e se una era il suo
primo invito a una festa di compleanno (e, dalla felicità, ci stava andando
a fare il pisolino insieme), il secondo erano appunto i libri. Libri che ho preso per me, ma che devo
testare su di lei per preparare i due incontri sull’arte destinati ai
bambini della scuola primaria, commissionatemi nell’ambito di un festival
letterario a inizio dicembre. E così ci siamo piazzate sul divano e abbiamo iniziato a leggere la biografia a
fumetti di Leonardo, poi – dopo il riposino – abbiamo ripreso da Raffaello. E stamattina, dato che le ho detto
che non avremmo potuto leggere perché dovevamo prepararci per la scuola, si è appollaiata da sola sullo sgabello
della cucina per riprendere la lettura di Leonardo. Ora devo solo attendere
il suo risveglio per appuntarmi eventuali acuti commenti sugli altri autori e
libri.
Ah, no: oggi si torna in biblioteca, ma per ritirare il dvd di Cenerentola. Ok: il mostro forse l’ho creato
ma sotto le spoglie di una principessa.
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