È il caso di dirlo: i buoni proposito spesso vanno in ..acca (e non è vacca).
Nell’ultimo
post ero così contenta di essermi data
una disciplina nell’essere una mamma indisciplinata (che lascia, cioè, la
prole per correre in palestra) che subito
la situazione si è ribaltata. I motivi? Alcuni noti, altri imprevisti e,
tra questi, le reazioni della Princi: che per farmi scontare due giornate di
lontananza (solo una delle quali dedicata a zompetti vari, l’altra era
interamente devoluta al lavoro) ha pensato bene di allungare tali giornate. Ossia:
se
sei stata lontana da me tutte queste ore, per te, mamma, la notte inizierà più
tardi. Anche se già bellamente impigiamata (io), anche se già Winnie
Pooh e Ih Oh l’aspettavano nel lettino, la Princi ha voluto che ad accompagnarla
nelle braccia di Morfeo fosse tutta la famiglia Pig. Addirittura, la
seconda sera attorno alle 23.30, quando ero già sdraiata a letto, mi porgeva
gli occhiali e cercava di alzarmi per trascinarmi in salotto davanti alla sua
piccola biblioteca. Alla faccia mia che
ho voluto una figlia precocemente intellettuale. Fra l’altro, continuo a
chiedermi come faccia a sapere che la sera non vedo senza gli occhiali, dato
che di giorno non li porto mai. Mistero della Princi.
Tra i
motivi noti invece rientra il fatto di sapere che queste ultime due settimane
sarebbero state oltremodo intense quindi, dato che il caldo aveva anche fatto
capolino (recedendo immediatamente), inutile sobbarcarsi neppure la strada per
raggiungere la palestra. Tra l’esame
antincendio (andato miracolosamente bene: nel senso che il fuoco per me
approntato non ha raso al suolo la caserma dei vigili), turni supplementari al lavoro causa imminenti nozze della collega, mostre da presentare il quesito
principale riguarda quando riuscirò a
trovare un quarto d’ora di tempo per preparare le valige. Per fortuna
poi che c’è la mamma-nonna: non solo per il suo servizio baby
sitting, ma anche per pranzi in tavola e un Everest di panni da stirare che si
è offerta di smaltire.
Ma,
dato che a tutta la famiglia C. le cose facili non piacciono, ci
siamo andati a incasinare iniziando a pensare al vasino. Perché ultimamente
la Princi annuncia la cacchina santa e la fa immantinente; quindi: quale
segnale migliore?
Abbandonata l’idea di un vasino “gioca e suona” sia
per il costo sia per evitare che la faccia a casa ma non dalle nonne sfornite
di vasino che fa la ola, domenica mattina siamo andati tutti e tre a cercare
quello più adatto. Dal vasino basic che vantava inizialmente, Lui è subito
passato al vasino versione cavallino «perché così, visto che ci dovrà stare parecchio,
intanto gioca».
E infatti,
quando dopo un iniziale riottosità decide di montare a cavalluccio del coniglietto,
lo usa come mezzo di trasporto per trascinarsi
dal bagno al salotto (e i parquet ringraziano) senza minimamente fingere di
adoperarlo per l’uso suo stabilito.
Per ora siamo 2 a 3: due giornate di prova e tre pipì fuori
sede, una
delle quali sul divano. In realtà questi primi esperimenti non sono stati molto
convinti, ma si sono basati sull’empirismo degli orari: che, astutamente, la Princi
ha cambiato. E non solo alla mattina, ma pure nel dopo pranzo: ieri proprio ci
prendeva gusto a sfottere la Mamma-nonna e me che la incitavamo fingendo pure
lei degli sforzi che si concludevano con un «ah!» fintamente liberatorio.
E il
pediatra che mi parlava di svezzamento da pannolino a un anno…
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