lunedì 9 gennaio 2012

pronti...pronti???


Bene: ieri avevo scritto un post che mi aveva realmente soddisfatta. La mia fiducia nella tecnologia mi ha però tradita. Non ho salvato il testo appena compilato in word e che stavo abbellendo con foto quando il pc è improvvisamente deceduto. Provo un fastidio veramente indicibile per il fatto che non riuscirò a recuperarlo dall’hard disk della mia memoria con le stesse espressioni di ieri; inutile dire, peraltro, che è solo colpa mia.
Vabbè, passiamo oltre. Il post di ieri iniziava con meno diciotto che, oggi, sono meno diciassette. La data prevista per l’allunaggio si avvicina a grandi passi e i miei sentimenti al proposito sono vari, soprattutto perché si moltiplicano dolorini, fitte e strani ruzzolamenti che ieri sera mi han costretta a ricoprire quel pallone da basket che è ormai la mia pancia (un po’ perché è dura, un po’ perché è abnorme) temendo potesse scatenare incubi notturni la visione troppo prolungata delle sue metamorfosi da Alien: avvallamenti ingiustificati attorno all’ombelico, a sua volta impegnato in curiosi saliscendi dovuti forse alla digestione della bimba, spuntoni vari sul lato destro riequilibrati da strani ondeggiamenti verso sinistra.
Tornando al countdown, ci sono giorni in cui sono talmente stanca che mi collego con Houston per comunicare che, no, ti prego: oggi sarei troppo stanca. Altre volte non vedo l’ora di conoscerla (sensazione principale e pressoché unica comunicata da Lui) e penso chissà se – come preventivato – avrà pochi capelli o se, inaspettatamente, avrà ereditato la folta criniera dei suoi fratelli pelosi; chissà a chi assomiglierà, nuovo toto-scommesse che si aprirà dopo il toto-maschio/femmina dei primi mesi a cui segue, in questo periodo, il toto-che-giorno-nasce, finalizzato perlopiù ad accontentare le coincidenze con i numerosi compleanni del parentado; chissà, infine, se sarà una bimba paciosa e tranquilla o agitata.
Come me. Adesso.

Il pensiero pressoché costante è infatti sì la trepidante attesa della nostra reciproca conoscenza (al che, come in “Senti chi parla”, potrò finalmente dirle: «Ma allora eri tu a tirarmi quei calcioni?») abbondantemente condita, però, dalla paura. Timore di come sarà il momento X in cui scatterà la rincorsa al borsone controllando che Lui non prenda quello che uso per la piscina per poi fiondarsi in ospedale.
Parlare e immaginare un momento ancora lontano significa condirlo di contorni indefiniti che possono costantemente variare tendendo a sfumature rosate; ma approssimarsi realmente a quel momento significa cercare di dargli una consistenza di verità in cui l’atmosfera da fiaba pian piano svanisce per lasciare spazio a particolari concreti. Per cui mi chiedo se succederà di notte (costringendomi a tirare petardi per svegliarlo)o, se di giorno, chiamerò Lui o la mamma-nonna; e avrò per prima le contrazioni o perderò le acque, magari al supermercato sperando succeda vicino al banco dei surgelati per fingere una perdita delle celle frigo? E come sarò io, quanto durerà, cosa dirà Lui (già ammonito di non sparare troppe battute sennò questo giro gli arrivano diversi manrovesci)?
Ma poi: come sarà quando saremo lei e io sole in ospedale? Uscirà davvero da un luogo inaspettato il tanto decantato istinto di maternità? Riuscirò a cambiarle i pannolini, vestirla, proteggerla dal trasformarsi in una palla rimbalzina fra le braccia di parenti e amici? E me lo chiedo non pensando alla mia effettiva incapacità di fare tutto questo (anche se, ovviamente, ci penso), ma domandandomi piuttosto se –per magia – avverrà il passaggio da ragazza-con-i-calzettoni a mamma-con-i-calzettoni: l’evoluzione, cioè, da figlia a mamma, visto che comunque, se non ci penso, quando mi chiedono l’età risponderei sistematicamente 19 anni.
 

A confermare quest’ultimo aspetto concorrono le ultime modifiche apportate alla casa. I ritardi nei lavori (e si spera che domani i tecnici possano finalmente aggiustare la caldaia) hanno avuto come positivo risvolto il fatto che siamo riusciti a ripitturare tutte le stanze decorandole in modo piuttosto estroso, originale, divertente e…infantile.
 
Ovviamente ci siamo sbizzarriti nella princess’ room, dove si sfidano il fumetto di Snoopy e le giraffine sulle tende, elefantini variopinti e il lampadario a cuoricioni. L’allestimento del tutto e, prima, la ricerca di questi particolari (affrontata insieme all’acquisto degli ultimi accessori per il bagno) ci ha visto impegnati per l’intera Epifania ma è stato una gran divertimento oltre che una somma soddisfazione.
 
 
Unico dubbio: riusciremo a mantenere la potestà genitoriale quando la bimba, raggiunta un minimo l’età della ragione, si troverà circondata da questo caleidoscopio di fumetti e strani personaggi oppure avvertirà la neuro per barattarci con genitori più adulti?

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