sabato 26 novembre 2011

tre cuori e una capanna (e un trio, un fasciatoio...)



Come ho scritto ieri, credo sia normale percepire l’ultimo scorcio della gravidanza come un colossale countdown. E non solo per l’impazienza di conoscere chi, negli ultimi mesi, ti ha accompagnato a far la spesa, ha dormito e fatto la doccia con te, ti ha vista depilarti e ha sobbalzato insieme a te quando, la mattina, ti sei specchiata appena sveglia.

Farò forse nuovamente la figura della mamma degenere ma sono convinta che tutte, almeno una volta, siano state sfiorate da questo pensiero che quindi, per dovere di sincerità, riporto. Il countdown non investe solo la curiosità di conoscere quel curioso miscuglio di me e Lui che continua a rullare come un ossesso nella mia pancia pensando sia una pista di pattinaggio. Il countdown riguarda anche gli ultimi momenti della mia solitudine e di me e Lui come coppia.

Sempre più spesso penso che gli ultimi mesi di questo “viaggio” non li immaginavo né in trasferta né tanto meno con così poco tempo da trascorrere insieme dato che Lui – con tutti i lato positivi e negativi che ciò comporta – passa quasi tutto il suo tempo libero a lavorare a casa. Nonostante la mia avversione per gli stereotipi più o meno sdolcinati della gravidanza, ammetto che mi sarei più volentieri vista comodamente scafata sul divano, con i gatti intorno pronti a consegnarmi il telecomando e aprire la porta in caso di campanello trillante, con Lui completamente servizievole e accomodante nei miei confronti e in quelli della piccola Holly e Benji (visto quanto si agita, inevitabile pensare che si identifichi contemporaneamente con entrambi).

Ma a parte questo, sempre più spesso penso a tutto ciò che faremo in due per l’ultima volta. Mi manca scendere sotto casa per soddisfare la nostra costante voglia di una buona pizza, fermarsi a mangiare fuori durante un’uscita di shopping o dopo un pomeriggio al cinema: pomeriggio, sì, perché ormai la sera non riesco a varcare la soglia delle 21.30 con gli occhi aperti e quindi, inevitabilmente, mi mancano in modo spropositato anche le serate a teatro, a meno di non rischiare (come farò lunedì) di essere cacciata dalla maschera di turno perchè il mio russare disturba la concentrazione dei ballerini. E chiedermi chissà quante volte ancora passeggerò con calma, da sola, in un centro commerciale o in città è un altro dei tanti pensieri.

Ma oggi è stata una giornata speciale. Ed è tutto merito della principessa. E pure dell’autunno, che non permette una rapida asciugatura delle pareti appena dipinte. Così, nell’attesa che la cameretta possa essere perfezionata con la seconda mano di vernice, ieri sera Lui mi ha annunciato che oggi saremmo andati a prenotare tutto l’ambaradan per la piccola: trio, fasciatoio, box e seggiolone.

Non ci credevo. Di solito, all’ultimo cambia idea e mi dice che deve andare a fare qualcosa a casa. Invece no: siamo riusciti a scegliere con comodo ogni cosa, senza che mi sentissi puntati addosso gli occhi degli altri clienti del negozio mentre armeggiavo con ovetto e carrozzina nel tentativo impacciato di aprirli e chiuderli e senza, cosa più importante, che mi partisse il telaio addosso al commesso mentre facevo la manovra per riaprire il tutto. E poi, cambiato centro commerciale, abbiamo scelto insieme la sua prima tutina, con tanto di berrettino stile Snorkys, per poi ripagarla dell’aiuto nella scelta del suo corredo sedendoci per mangiare una pizza, resa ancora migliore da Lui che continuava a ripetere quanto fosse felice di essere insieme a noi e di non vedere l’ora di tornare a casa tutti e tre, pardon, tutti e cinque insieme (mai dimenticare i felini, anche se abbiamo l’impressione che chiederanno asilo politico alla mamma-nonna). Insomma: il paradiso, reso ancor più irreale dal pensiero che – chissà – la prossima volta che torneremo nello stesso posto lo faremo già con la principessa nella sua spider color prugna e lilla.

Ancora una cosa manca a questa giornata già così perfetta e che non potrà far altro se non migliorare. Tra poco andremo con gli amici a giocare a bowling, cosa che senz’altro sarà l’ultima volta che faremo in due e mezzo: questo non toglierà nulla al divertimento di stasera né a quello di quando torneremo in tre. Anche perché una coppia con tre cuori già lo siamo.

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