giovedì 20 dicembre 2012

a quattro, cinque giorni dal Natale


Cinque giorni a Natale.

Come diceva uno spot pubblicitario di alcuni anni fa, «il Natale quando arriva, arriva». Eh già: non come la Pasqua che – recitava sempre lo spot – una volta è alta, una volta è bassa.
Il Natale si sa quando cade ma, a questa certezza, si accompagna la certezza che comunque, ogni anno, ci coglie impreparati.
Almeno a me.
Parto con l’idea di non far regali e poi mi ritrovo gli ultimi giorni con l’acqua alla gola sia perché non ho ultimato gli acquisti sia, soprattutto, perché non riuscirò a farli dove avevo pensato. Ma anche perché nel periodo di Natale mi piacerebbe fare molte cose/andare in molti posti. Per lo più vicini, intendiamoci: un giretto nei mercatini che animano le città della regione, magari un giro di presepi nelle chiese del circondario.

Quest’anno il monitoraggio delle reazioni della Princi a tanto sfavillio di luci e colori sarebbe stato un motivo in più per realizzare tutto ciò.

E invece mai come quest’anno non sono riuscita nei miei intenti.
Obiettivamente, era più semplice muoversi come navetta madre.
Adesso ogni spostamento significa:
·           un’ora in più di preparazione per approntare la Princi-bag;
·           mezz’ora per infagottare la Pallina e chiedersi se sarà abbastanza vestita ignorando le gocce di sudore che fuoriescono dal berretto stile husky;
·           tre quarti d’ora per legarla come una soppressa nel seggiolino dell’auto creando il sottovuoto con il suo giaccone imbottito.

Poi, all’arrivo, mezz’ora di bardatura nel passeggino e magari, appena ci si mette in cammino, è ora di merenda: e ancora non siamo al punto in cui la si può rabbonire con una brioche al volo.

Insomma: ovvio che in questi giorni bisogna fare i conti con il freddo più pungente (che, arrossandole il nasino, la rende simile a una piccola matrioska) e con l’aumentato e innervosito traffico umano che si registra in ogni dove, ma non sono riuscita a fare nulla di ciò che avevo pensato/sperato. Per ora sono solo riuscita a farle sbarrare gli occhi davanti al tetto di luci azzurrine che, in città, impreziosisce il viale pedonale e le ho additato i personaggi del presepio nella mostra allestita nel centro commerciale.

Stop.

Il resto delle mie e, conseguentemente, delle sue giornate è inghiottito per metà dal lavoro e, nell’altra metà, dalle normali, banali e ripetitive mansioni quotidiane: colazione, lavaggio e sterilizzazione dei bibe, svuotamento della lavastoviglie, riempimento della lavatrice e/o stenditura dei panni, bagnetto, vestizione, rifacimento di lettone e lettino dopo sloggiamento dei gatti, aspirazione di tutta la casa e magari rapido spolveramento, doccia, trucco e parrucco (molto del primo, vista la profondità delle occhiaie; poco del secondo vista la lunghezza dei capelli), vestizione, merenda.
Il tutto prende circa due ore, compreso il tempo delle canzoncine, dei tuffi sul letto, dello scollamento della Princi dalle mie gambe e di quello impiegato a tirarmi su i pantaloni del pigiama a cui lei si aggrappa. Poi ci sono le opzioni: rotta verso la nonna-mamma per eliminare il pensiero di cosa dover mangiare; rotta verso la ludoteca per rimanere in zona attendendo l’arrivo, nel primo pomeriggio, della nonna baby sitter di turno.

Insomma: le giornate sono dense, impegnate e  impegnative, tanto che mi sono accorta solo oggi di quanto poco manchi a Natale e di quanto poco abbia sentito e senta lo spirito natalizio sepolto – come si sa – sotto il pensiero ansioso di pranzoni e cenoni che sembrano moltiplicarsi facendomi sentire sazia prima ancora di sedermi  a tavola. Per fortuna, penso io.
 

Comunque se per il momento la Princi, nel microcosmo domestico, ha ovviamente contribuito all’allestimento e contemporaneo disallestimento (da parte sua) del mini albero, la sua attenzione è in realtà catalizzata dai gel e dagli stickers natalizi disseminati su mobili e finestre da cui si sta ingegnando a toglierli. Novità dell’altra sera sono le lucine stellate appese sulla porta del salotto, ammirate tanto da lei quanto dai gatti che, proprio come la Princi, stanno quotidianamente attentando alla vita delle renne, dei pupazzi di neve e dei babbi natale di cui è addobbato l’albero. Forse è un gioco fra loro: vediamo chi ne abbatte di più.

Per il momento la Princi e Mr. Billy sono 1 – 1.

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