venerdì 5 marzo 2021

 

Lei non si prenderà
 i momenti divertenti

Una cara amica stamattina mi ha scritto di avermi pensato, quando ha sentito il monologo di Antonella Ferrari (https://bit.ly/3bj7lGJ). Mi ha scritto che, senza urlare, da SuperMamma avrei potuto esprimere gli stessi pensieri.

Ho guardato lo spezzone poco fa, da sola.

Ho pianto.

Non quando ha elencato le visite, gli esami, le analisi fatte, che in parte ho condiviso nel mio ancor breve percorso.

Ho pianto quando ha detto, senza urlarlo, «Io non sono la Sclerosi multipla».

Ma lo chiedo ogni giorno, che rapporto ho con lei.

Lei è in me, non è me: perché Eliana non finisce dove comincia a farsi sentire l’alluce muto.

Lei è in me, ma non nella mia testa: cioè, sì, ma non nei miei pensieri. Cioè sì, è anche lì, ma non in tutti.

Lei è in me quando mi sento stanca, ma penso che devo stirare, o preparare la cena, o leggere il libro della buonanotte e mi alzo, con le gambe stanche e pesanti.

Lei non si prenderà i momenti con loro

Lei è nei miei pensieri quando mi preoccupo perché ho promesso di accompagnare le bambine al parco e se poi devo andare in bagno cosa faccio?

Lei è in me quando guardo i rotoli di carta igienica esaurirsi e penso che è stata in gran parte colpa mia, per le migliaia di volte in cui, in un pomeriggio, sono dovuta correre per dar retta a quei disturbi di stomaco scritti negli effetti indesiderati del Tec E poi esaurisco anche il detergente intimo perché l’odore che lasciano le pastiglie nel mio corpo è nauseante e non solo nel mio corpo: non se ne va neanche se pulisco e ripulisco il water mille volte.

Lei è in me quando ho mal di testa, ma non è così forte da prendersela tutta e allora quando la Pulci mi chiede «Come stai mamma?» posso ancora risponderle «Abbastanza bene. E tu?».

Lei è in me quando mi sento spossata di primo mattino, ma la metto da parte perché devo allenarmi: quella mezz’ora tutta per me, con il gatto che sonnecchia sul divano alle mie spalle, è l’unica certezza che ho da quando è iniziata la pandemia e non me la lascerò portar via da questa cosa tentacolare.

Lei è in me e ultimamente si sta però prendendo anche parti importanti di me: quando non riesco a trovare la forza per rispondere con calma e sorridendo alle mille domande delle Belve, quando mi chiedono di giocare e preferisco buttarmi sul divano.

Ma poi, in questo caso, sarà lei o sarà lui, questo virus che ha iniziato a sfibrarmi facendomi centellinare quel poco di atteggiamento positivo che mi è rimasto?

In ogni caso, no: non avrei saputo e potuto esprimere gli stessi pensieri di Antonella. Semplicemente perché finora non avevo ancora pensato di essere stufa e di aver visto, negli ultimi due anni, troppi ospedali. E non lo potrei comunque dire, perché ci sono persone che vivono con lei da più tempo e in modo più assorbente di quanto non stia accadendo a me.

Però lo confesso in silenzio: sono stufa comunque.


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