Dunque: vediamo oggi quanto dura la tregua. Per ora la Princi sta
dormendo già da un’ora: il che è un traguardo, ma se si pensa che è sveglia
dalle 6.15 e che nel librone sui neonati che troneggia sul nostro scaffale si
dice che alla sua età dovrebbe dormire
15 ore al giorno…
Comunque: ieri avevo esordito parlando di un disastro serale e uno mattutino
della Pallina. Alias: una cacchina santa
che, per toglierle il body, si è ben spalmata su tutto il corpo, roba che
neanche i fanghi d’alga potrebbero fare. (per inciso: l’immagine che ho trovato riassume perfettamente la situazione della nostra lavatrice, con tanto di gatto perplesso per la montagna di panni che campeggiano in bagno). E
così, se ce ne fosse bisogno, l’episodio mi ha fatto pensare una volta di più a
dove/come sono ora e a dov’ero/com’ero un anno fa.
In realtà ci sto pensando da tempo: da circa un mese, da quando,
cioè, si è tenuto l’annuale festival che
seguo da cronista e durante il quale, lo scorso anno, ho scoperto che stava succedendo
qualcosa. E così, quando quest’anno ho visto montare i tendoni, ho pensato ai
crackers nascosti nella borsa per glissare la nausea; e quando mi hanno chiesto
di seguire qualche appuntamento ho ripensato ai dieci minuti di pausa fra un
incontro e l’altro sfruttati, lo scorso anno, per entrare in profumeria a
comprare il test. E poi, quando son tornata a casa, mi son fiondata poco
prosaicamente in bagno uscendone con una sensazione strana per fargli vedere quello
che Lui ha scambiato per un termometro. Ma
Lui, inebetito dal giochino al computer in cui era totalmente assorto, ha
alzato un occhio dallo schermo (non perché sia strabico …) prorompendo in un
eloquente: «Cos’è?».
Beh,
non mi sarei dovuta incazzare né stupire dato che ha avuto la medesima reazione
quando, tre anni e mezzo fa, gli hanno comunicato per telefono che c’era
qualcosa di anomalo nelle sue analisi. Strano: strana, anzi, è la sensazione
che ho provato ieri al pensiero che proprio ora che la paura, l’ansia, l’agitazione
è passata, proprio ieri, per la prima volta, non ero accanto a lui alla visita
di controllo.
La tregua
per ora continua quindi proseguo pure io, ricordando che lo scorso anno, la sera del mio compleanno l’ho trascorsa
presentando una mostra. Cosa che, adesso faccio insieme a lei, la mia piccola APPENDICE CRITICA, attenta ai lavori esposti tanto quanto alle buffonate che dice la mamma. Un anno fa, però, mi rodevo
il fegato perché, nel gustosissimo buffet di cui abbiamo abbondantemente
(e stranamente) approfittato, non potevo avvicinarmi al
prosciutto: ed è stata la prima di una serie di rinunce. Poi ho ripensato a
quando, a inizio giugno, una domenica abbiamo avuto la certezza dell’arrivo
della Princi attraverso l’ecografia: e quando abbiamo sentito il cuoricino di
quell’affarino ancora asessuato subito battezzato dalla dottoressa C. “pulcino”, lì…beh, in quel momento Lui
stava per svenire dalla felicità.
Perché,
credo si sarà capito, la Princi è arrivata dopo un lungo periodo difficile che
ho in qualche modo ripercorso qualche giorno fa passando in rassegna gli sms ancora conservati nel cellulare: e ho
scoperto che in quelle poche battute era racchiusa una parte della nostra vita,
con l’arrivo e la perdita di Margot, l’arrivo del gatto Degas seguito a ruota
dal gatto Billy, l’inatteso ricovero di Lui, l’operazione della nonna-bisnonna,
le relazioni e la notte in bianco per la tesi di dottorato…
La Princi è stata quindi un doppio
regalo, una doppia gioia che quadruplica ad ogni sorriso e ci ha trasformati,
completamente. Soprattutto me. Sabato scorso
quando mi son sentita dire dall’ostetrica T. che non c’è bisogno di dirmi di
sorriderle perché sono sempre sorridente mi sono resa conto che è vero: non ho mai sorriso e riso tanto, non avrei
mai creduto di poter essere così “sciolta” con lei ed è per questo che mi
sento ancor più in colpa quando mi spazientisco per momenti down in giornate
oltremodo down come quella di ieri (contrassegnata da un’acuta mammite: e qui
non c’era aspirapolvere che tenesse!).
Perdono per il post chilometrico e
incasinato: sono emozioni, tante, sovrapposte ma emozioni.
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