Mutuando il linguaggio calcistico
diffuso dagli Europei, ieri sera avevo ammonito Lui che nel prossimo post avrei
parlato di quello che fa (poco, parola che è un evidente eufemismo) in casa. Invece
cambiamo argomento e lasciamo le lodi alla pigrizia galoppante ad altro intervento.
Non parlerò dei miei mille dubbi sullo svezzamento, della paura di aver sbagliato preparandole la
minestrina (la famosa carota-zucchina-patata)
somministrata ieri a pranzo (e blandamente apprezzata, non fosse stato per il
sonno che gliel’ha fatta stropicciare sugli occhi: chissà, magari la Princi ha
coniato una nuova maschera anti age), delle due ore di veglia notturna per un revival di coliche dovute (forse)
proprio a questi maldestri tentativi di avvicinamento a pappe diverse dal latte,
né del gatto Billy provetto baby sitter.
Di tutto questo scriverò, in modo più approfondito, in altri post.
Perché quello che voglio scrivere oggi è di capitale importanza, una di quelle notizie da inserire nei mitici “L’album
del mio bambino” che, se avessi tempo, avrei anche aperto anziché depositarlo
nella libreria del salotto. È stato un momento che aspettavamo da un po’, che
temevamo per i risvolti che potrà avere (centuplicazione della nostra attenzione,
per esempio) e che ci chiedevamo come sarebbe stato.
Oggi, per la prima volta, la Princi si è girata di
180° catapultandosi a pancia sotto.
E ci è riuscita per prendersi il
giochino aiuta gengive distesa sul mio letto a casa della mamma-nonna. L’ora? Più o meno le 14. Emozione? Tanta: stavo proprio per
mettermi a piangere. Le reazioni? Come
due deficienti, la mamma-nonna e io ci siamo lanciate in un’infinità di “Brava”
condite di applausi e grida che hanno fatto precipitare la nonna-bisnonna fuori
dal bagno, pronta per assistere al replay dell’impresa che, quasi in diretta, è
stata comunicata al Papi.
Insomma: poiché sabato, in piscina,
sentivo parlare di pallini/e più grandi della Princi che solo da qualche giorno
avevano capito come fare il girarrosto, mi si conferma un dubbio. Che è il
seguente: se tra qualche tempo avremo un bimbo, dato che sembra quasi
scientificamente provato che i maschietti sono un po’ più pigri (già da
piccoli??) nello sviluppo e dato che la Princi pare essere (ed essere stata)
precoce in molte tappe… poverino, penseremo sia un po’ ritardato. Ma forse lei, per quella volta, avrà già
imparato a istruirlo: magari a fare il caffè e smontare la cicogna (finalmente!!)
dal terrazzo, due operazioni cui Lui l’ha iniziata nel fine settimana appena
concluso.
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