lunedì 25 giugno 2012

Princi modello wurstel


Mutuando il linguaggio calcistico diffuso dagli Europei, ieri sera avevo ammonito Lui che nel prossimo post avrei parlato di quello che fa (poco, parola che è un evidente eufemismo) in casa. Invece cambiamo argomento e lasciamo le lodi alla pigrizia galoppante ad altro intervento.
Non parlerò dei miei mille dubbi sullo svezzamento, della paura di aver sbagliato preparandole la minestrina (la famosa carota-zucchina-patata) somministrata ieri a pranzo (e blandamente apprezzata, non fosse stato per il sonno che gliel’ha fatta stropicciare sugli occhi: chissà, magari la Princi ha coniato una nuova maschera anti age), delle due ore di veglia notturna per un revival di coliche dovute (forse) proprio a questi maldestri tentativi di avvicinamento a pappe diverse dal latte, né del gatto Billy provetto baby sitter. Di tutto questo scriverò, in modo più approfondito, in altri post.
Perché quello che voglio scrivere oggi è di capitale importanza, una di quelle notizie da inserire nei mitici “L’album del mio bambino” che, se avessi tempo, avrei anche aperto anziché depositarlo nella libreria del salotto. È stato un momento che aspettavamo da un po’, che temevamo per i risvolti che potrà avere (centuplicazione della nostra attenzione, per esempio) e che ci chiedevamo come sarebbe stato.

Oggi, per la prima volta, la Princi si è girata di 180° catapultandosi a pancia sotto.
E ci è riuscita per prendersi il giochino aiuta gengive distesa sul mio letto a casa della mamma-nonna. L’ora? Più o meno le 14. Emozione? Tanta: stavo proprio per mettermi a piangere. Le reazioni? Come due deficienti, la mamma-nonna e io ci siamo lanciate in un’infinità di “Brava” condite di applausi e grida che hanno fatto precipitare la nonna-bisnonna fuori dal bagno, pronta per assistere al replay dell’impresa che, quasi in diretta, è stata comunicata al Papi.
Insomma: poiché sabato, in piscina, sentivo parlare di pallini/e più grandi della Princi che solo da qualche giorno avevano capito come fare il girarrosto, mi si conferma un dubbio. Che è il seguente: se tra qualche tempo avremo un bimbo, dato che sembra quasi scientificamente provato che i maschietti sono un po’ più pigri (già da piccoli??) nello sviluppo e dato che la Princi pare essere (ed essere stata) precoce in molte tappe… poverino, penseremo sia un po’ ritardato. Ma forse lei, per quella volta, avrà già imparato a istruirlo: magari a fare il caffè e smontare la cicogna (finalmente!!) dal terrazzo, due operazioni cui Lui l’ha iniziata nel fine settimana appena concluso.

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