martedì 27 dicembre 2011

mamma con i calzettoni, principessa con collant



E alla fine son passate. E sono sopravvissuta. Non è stato male come pensavo, ma un po’ per innato pessimismo un po’ perché ho ricevuto tante batoste e delusioni, preferisco prefigurarmi tutto nero per poi potermi ricredere. Certo, non è stata una passeggiata e questo per svariati motivi: da una parte per l’invasione di piatti e porzioncione che ho visto sfilare davanti ai miei occhi ma che, come ovvio, ho evitato, tanto che in realtà confesso di aver mangiato anche meno che in normali giornate di gravidanza... A parte ieri e a parte per i dolci: e questo perché ieri ero più rilassata (tanto che ho anche abbozzato una cena di verdura: impensabile per me!) e perché sono molto golosa di panettoni e pandori farciti (se dobbiamo farci del male, facciamocelo seriamente!), gubane e cioccolata. Ma poi anche perché – e da questo è in parte dipeso il suddetto ipercontrollo – la principessina in questi giorni è diventata un po’ fastidiosa. A parte avermi tirato un calcione nella schiena e farmi venire costanti crampi al sedere (mai sentito parlare dell’insorgere di questa “complicazione” dei nove mesi!) per due giorni ha piantato un piedino santo giusto sul mio stomaco, l’altro sui polmoni. Pur senza seguire i corsi di aerobica di Jane Fonda, ultimamente vado spesso in iperventilazione: basta solo che parli con un minimo di enfasi in più e devo fermarmi per tirare grossi sospiri sospirare facendo forse nascere nel mio interlocutore il dubbio che mi stia annoiando alla morte. E magari a volte è vero. Ieri sera, poi, chissàdio come si era rinvoltolata, visto che per passare dalla mia vecchia cameretta alla stanza da letto (due metri) arrancavo come la lumaca di Pinocchio per una fitta alla schiena… Quindi in questi tre giorni trovare la posizione giusta per stare a tavola o conversare è stata un’impresa: il pezzo forte è stato alzarsi dai divani: se non ci fosse stato Lui a darmi la spinta da dietro sarei ancora lì.

Il tutto peraltro, succede quando ormai è decisamente lei la protagonista delle feste e ne sono ben felice: oltre a rientrare nell’ordine naturale delle cose, è anche un modo per sganciarmi/ci dai regali: ammetto che negli ultimi anni, gli unici che mi siano realmente riusciti graditi sono stati quelli degli amici, e solo per il fatto di essere inattesi. I regali che ha ricevuto la pallocchina, poi, sono decisamente deliziosi e confermano che sarà proprio … figlia mia. Se io ho ricevuto due paia di calzettoni antiscivolo rigorosamente di lane iper pesante, a lei è toccato il primo paio di collant rosa con gufetto sul culetto che non vedo l’ora di infilarle sotto il vestitino grigio che la zia ha già inserito nel suo guardaroba da un mesetto. E poi un pigiamino con maglietta strabordante di Snoopy e una tutina che, quando la indosserà, faticheremo a distinguerla dai gatti: ma per fortuna, essendo taglia 0-3 mesi, a quel tempo ancora non andrà a quattro zampe e quindi, forse, sarà un po’ più semplice riconoscerla.

Inevitabile, in questi giorni, pensare a come saremo fra un anno: visto come stanno andando i lavori di casa, che non ci permettono di fare previsioni sul nostro rientro, meglio infatti pensare a un futuro più lontano. E così ci siamo visti accoccolati sul divano, davanti a un cartone animato natalizio, con principessa e principini pelosi fra noi. Inutile dire che ci siamo inteneriti fin quasi alle lacrime.

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