domenica 10 settembre 2017

Cuore

Vi ho lasciate addormentate solo una decina di minuti fa.
Nonostante vi avessi accompagnate in camera un’ora prima.

Il pigiama ancora da infilare alla Pulci, Princi che ha iniziato con il solito «Non ce la faccio a dormire!», detto a voce sempre più alta per la stanchezza ormai indomabile. Poi hai iniziato a urlare «Ma non so quale libro scegliere!». Allora ho scelto io, due libri adatti a questo momento importante per entrambe, anzi: per tutti noi. Due libri che parlano di come sia bello e difficile crescere.
Verità che a un certo punto ho cercato di spiegarvi chiedendovi di mettervi per un attimo nello stesso letto perché così avrei potuto parlarvi guardandovi negli occhi. Enormi. Spalancati come sempre e sempre penetranti: al punto che temo possiate aver letto entrambe che l’ansia maggiore, questa sera e domattina, è stata e sarà la mia.

Ho cercato di dirvi quanto sarà divertente andare a scuola, dove conoscerete tanti bambini: alcuni simpatici, altri meno, con alcuni vi prenderete in giro ma non servirà che stiate con loro.

E quante cose imparerete: alcune vi piaceranno, altre un po’ meno ma dovrete cercare di impararle ugualmente perché sennò non potrete essere promosse.
Non dico che non sarà difficile: e qui è scattato il tuo pianto Princi, corredato dal refrain «Ecco: non ce la farò! All’asilo non mollavo mai...» e quindi, perché dovresti mollare adesso? Poi sarà tutto bello e sai perché? Perché ci saranno mamma, nonna anche la zia ad aiutarti. (Nota per il lettore: papàconinfradito non è nell’elenco per motivi di orario legati al lavoro. Ma per la matematica spero onestamente che sia molto presente...).
Non dico che non sarà difficile, ma sarà divertente.

Ho provato a dimostrarvelo raccontandovi di quanto fossi felice di tornare a scuola dopo l’estate, delle pallonate al neon del corridoio e alla finestra del cortile che solo ieri sera mi ha ricordato un compagno di scuola. Perché la cosa più bella sarà che, ne sono certa, incontrerete amici che porterete nel cuore e in qualche caso al vostro fianco per tutta la vita.
E vi ho raccontato il mio primo giorno di scuola, in un’atmosfera che a pensarci adesso fa tanto libro “Cuore”: il maestro Giorgio dietro la cattedra, tutti noi rossi e imbarazzati stretti davanti ai nostri genitori, titubanti nel rispondere «Sì» all’appello.
Domani sarà il vostro giorno, ma so già che in voi vedrò me, bambina. Soprattutto in te, Princi: così spavalda ma impaurita, timorosa di non riuscire quando noi tutti siamo certi che ce la farai e che ti piacerà.


Certamente se ve l’avessi detto non mi avreste creduta, ma sono sicura che la cosa più difficile domani e nei prossimi mesi sarà stare una senza l’altra, anche se per poche ore. Perché, come ha detto la Pulci rispondendo alla maestra di pattinaggio, voi vi chiamate “EMMASOFIA”. Un’entità unica, che a volte entra in conflitto con sé stessa.
Avete lottato con il cuscino e il lenzuolo, che tu, Princi, hai ridotto a una sorta di serpentone che ti avvolge la gambetta. Tu, Pulci, avevi a tuo (e mio) svantaggio il pisolino del pomeriggio, ancora indispensabile ma di ostacolo allo spegnimento della luce serale. Il bacio della buonanotte ve lo darò quando andrò a letto pure io: prima avevo paura di svegliarvi.
E se poteste alzarvi vedreste che anche io mi rigirerò nel letto più e più volte prima di addormentarmi: come è sempre successo la sera prima dell’inizio della scuola.
Avrete il vestitino bello e una giornata speciale.

La prima di tante altre. 
Ps: avevo pensato di venire in cucina per preparare dei muffin in modo da garantirvi una merenda casalinga sana : le brave mamme lo fanno. Ma poi ho preferito scrivere: così negli anni potrò ricordare insieme a voi questa sera e le sue emozioni.

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