Il pavimento dell'atelier |
Oggi è andata così: ho proposto di sanare con una spessa
pennellata di arancione un errore di ortografia della Princi (che aveva
invertito le lettere del suo nome) su un
cartoncino a forma di zucca in preparazione di Avovin (nel vocabolario
Pulci-italiano: Halloween).
Poi i colori hanno preso il sopravvento: sulle
mani, i piedi, il sedere, il pavimento e i mobili di tutta la casa. La Princi
ha sperimentato la Frozen-art, ossia un pattinaggio su
ghiaccio dove le veci del ghiaccio erano giocate dal cartoncino finale dell’album.
Poi ha anche involontariamente saggiato la Chiapp-art, andandosi letteralmente
a sedere nel piattino dove mescolava i colori, all’inizio usando i pennelli,
poi adoperando direttamente le varie parti del corpo.
Piccoli piedi da Picasso |
Quindi, dopo una lunga puntata in bagno per riassettarsi, siamo
passate alla cucina, dove ci siamo
cimentate in una torta: tra pianti di stanchezza, moccoli (che mi auguro non
siano scivolati nell’impasto in un momento di distrazione) e tentativi di
scipparsi i compiti della brava cuoca. Ma questa è solo la facciata: dietro ci
sono vagonate di sapone per i pavimenti,
litri di sgrassatore e quintalate di bagnoschiuma.
Il tutto per cercare di tenerle lontane dalla tv e non farle
picchiare e/o annoiare.
Mani e piedi d'artista |
Proprio oggi ho letto qualche frammento di un post condiviso da
un’amica mamma, (http://www.huffingtonpost.it/bunmi-laditan/sono-stufa-di-dover-rendere-linfanzia-dei-miei-figli-magica_b_8175018.html) parole che spesso mi ripeto soprattutto se penso alla mia, di
infanzia. Che è stata magica, nonostante nessuno mi facesse pasticciare con la
pasta per la pizza o la farina per torte, o giocare con il pongo facendolo
finire in ogni anfratto, o dipingere a freno libero, o foderare di stickers i
mobili di tutta la casa. E anche se i compleanni non erano a tema, pieni di
festoni, invasi da gonfiabili, da panini imbandierati con la faccia di
Biancaneve, con i bambini camuffati da pirati/pesci
pagliaccio/unicorni/principesse.
E allora spesso mi chiedo per
chi facciamo tutto questo, quando – come dice il papàconinfradito – ai bambini
per divertirsi basta un pallone, qualche pizzetta, patatine e un’aranciata. Siamo noi mamme, la colpa di questa
schiavitù verso la felicità dei figli: noi mamme con il nostro desiderio di
essere le migliori, di far vedere quanto siamo brave, di primeggiare,
nascondendoci dietro la scusa della felicità dei cuccioli. Ci penso, a questo
così come a molte altre cose, ogni giorno: ma poi ci ricasco, inevitabilmente. Ma
penso anche che, se qualcuno avesse fatto con me almeno una di queste cose, me
lo ricorderei ancora adesso.
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