venerdì 20 settembre 2013

Ulla Peppa!!






Ecco: tanto per non smentire il p.s. scritto a corredo dell’ultimo post; tanto per non vanificare la veridicità della legge di Murphy; tanto perché vorrei sapere cosa direbbero quelli che «ma se pensi positivo…» oppure «sei tu che vedi tutto nero».

Ieri la giornata era cominciata così così: con una mattinata appesantita da pensieri non risolti che mi hanno accompagnata durante la notte e al risveglio erano ancora lì. Poi, però, pian piano le cose hanno cominciato lentamente a migliorare: dal momento in cui, con un filo di senso di colpa subito tacitato, ho pensato che sì, sarebbe stata la mattina ideale per andare in palestra dato che c’era Lui, ma obiettivamente non ne avevo voglia. E così, appena ha richiuso la porta di casa dietro di sé per scarozzare in giro la Princi, mi sono concessa una lunga, lunghissima doccia, di quelle che non riesco mai a fare. Poi mi sono messa un po’ al computer e, dopo pranzo, l’umore è decisamente salito quando – imbarcata la Princi in auto – si è subito addormentata lasciandoci così un’ora intera di tempo per parlare, senza interruzioni, mugugni, lagne.

Direzione della gita: l’incontro con Peppa Pig a Pordenonelegge.
Ci (e la) stavamo preparando da tempo per questo appuntamento, tanto che Lui ha preso un giorno di ferie per l’occasione. Arrivati in anticipo, con una stupenda giornata di sole incredibilmente calda date le temperature dell’ultimo periodo, ci siamo concessi un gelato (e strano ma vero, nessuno dei tre si è sporcato! Sarà per questo che poi è intervenuto il karma contrario!!) e poi qualche lettura per bambini in biblioteca, salutata con strilli nonostante la promessa di andare a vedere la Peppa.

E benchè mancasse più di mezz’ora all’inizio dell’incontro, ci ha accolti un chilometrico serpentone di mamme, papà, nonne, neonati, bambini, passeggini (anche duplex) tutti urlanti in attesa di guadagnarsi un posto all’ombra del tendone, preferibilmente seduti, preferibilmente ognuno su una sedia tutta sua. Cosa che, se inizialmente era avallata dagli organizzatori sempre più sull’orlo di una crisi di nervi, successivamente è stata smentita: ed è stata la nostra fortuna perché, se anche Lui ha dovuto rinunciare a entrare, costringendo i genitori a prendere in braccio i pargoli, la Princi e io ci siamo assicurate un posto in seconda fila. La mala organizzazione era però solo agli inizi: con migliaia di bimbi esaltati, la “conduttrice” e vera protagonista dell’evento ha pensato bene di distribuire ”santini” di Peppa da sbandierare pretendendo che tutti collaborassero passandoseli fra la folla; illudendosi poi che i bimbi chiamati al suo fianco per leggere i Peppa-book e cantare le canzoncine tornassero educatamente al loro posto; pensando che i genitori riuscissero, alla fine dell’incontro, a scattare ordinatamente delle foto ai loro pupi insieme alla rosa beniamina: scatenando l’ira della security e delle migliaia di genitori che si trovavano a chilometri di distanza dai figli accalcati a terra in prossimità del palco.
Bene: l’abbondante mezz’ora di fila, l’attesa di un’altra mezz’ora scandita dalla lettura – condotta in modo terrificante - dei libri arcinoti a tutti i presenti, è stata ripagata da dieci minuti di Peppa-comparsata.Un pupazzone tondo e muto che si è limitato a fare cenni e fingere di saltare nelle adorate pozzanghere.

Stop.

Ma alla Princi è bastato.
È bastato per accendere come due fari i suoi occhi, sentire il suo cuoricino battere a mille, vederla immobile, incredula ed estasiata nel trovarsi così vicina alla sua beniamina. E, di riflesso, questo è bastato a me per commuovermi nel vederla così felice: mi chiedo cosa succederà quando andrò a vedere le recite dell’asilo o i saggi di danza.

La sua felicità è proseguita in auto, dove per tutto il viaggio di ritorno, ammutolita e luminosa,  ha tenuto stretto come una reliquia, sena osare aprirlo, il nuovo libretto con le canzoncine che ci siamo sciroppati con un repeat continuo e automatico per quaranta minuti: il tempo di raggiungere quel ristorante dove Lui aveva promesso di portarmi dopo la nascita della Princi e che ci ha regalato una serata da favola.

 
Ma la favola non si è conclusa con un bel “E dormirono tutti felici e contenti!”.
Avevo capito cosa ci sarebbe toccato dal numero di volte in cui ho dovuto pulire il nasino gocciolante e da quanto l’ho sentita rivoltarsi nel seggiolino in un tormentato dormiveglia. Il raffreddore ormai era avviato e, con lui, il dolore per l’arrivo dei canini: spero sinceramente che la notte in bianco che abbiamo trascorso sia stata più per quest’ultimo motivo perché altrimenti alla prossima febbre dovremmo chiamare una tata notturna. Per farla breve, dopo vari passaggi dal divano al lettone, dal lettone al divano, dopo aver assistito al finale di “Seven” fino a mezzanotte e aver avviato il dvd di Peppa alle due, siamo riusciti a ritagliarci tre orette di sonno. Non male. Soprattutto non è male aver per il momento evitato di piombare in uno stato letargico; mentre Lui, che inizialmente aveva pensato di disdire il suo impegno, ha alla fine deciso di andare al cinema per il film delle 22.30. Sinceramente se si addormentasse appena partono i titoli direi “Ben ti sta!” e penserei che il karma stavolta ci ha azzeccato: perché nel frattempo alla Princi è venuta la febbre e pensare di gestirmela io all’ora della nanna (perchè prima posso contare sull’aiuto e la cena della Santa Mamma-nonna) mi fa rabbrividire.
Ma speriamo. Speriamo e… non aggiungiamo altro.

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