Avvertenza preliminare: mi scuso con chi legge ma al fine di evitare il lancio dalla finestra di un computer non mio causa continui stop a internet Explorer ogni volta che tento di inserire delle immagini, ho dovuto ometterle: ma così chi legge potrà inserire le immagini che la fantasia gli/le suggerisce.
Domani prima visita in consultorio.
Così forse ci capirò di
più sul perché l’infermiera dell’ospedale, sollecitata dal dottor C. a darmi un
appuntamento, dopo aver saputo la mia età mi ha detto: «Allora vada in
consultorio». E spero non fosse
un’offesa.
Verrà anche Lui, che ora è in ferie e che ovviamente, dimenticandosi di questa incombenza, mi proponeva una giornata al mare. Chissà, forse sarebbe stato meglio. Se non altro non mi sarei dovuta sottoporre alla prova bilancia; ma, già: ci sarebbe stata la prova costume: e non so cosa sarebbe stato peggio.
Probabilmente troveremo il dottor D. L’ho già conosciuto ai
tempi della Princi: l’ho incontrato al colloquio per la traslucenza e poi alla
morfologica, dove ha manifestato le proprie titubanze sull’opportunità di comunicare
il sesso della Princi. «Il pisellino non
si vede. Ma fossi in lei aspetterei a dirlo»: consiglio che ovviamente non
ho seguito precipitandomi subito a comprare il carillon rosa da cui Lui avrebbe dovuto capire tutto. Se non fosse
che, invece, sulla confezione anziché notare il nastro rosa che correva tutto
intorno alla scatola ha subito visto tre stelline di numero, azzurre, che
campeggiavano nell’angolo in alto a destra.
Comunque l’ho preparato:
«Guarda, non è una cima ma io mi ci sono sempre trovata bene. Unica cosa è che,
vedrai, anche ‘sto giro mi dirà che non
è possibile che sia nata in Italia con il cognome che mi ritrovo»: perché
questo era il refrain di ogni nostro incontro.
La Princi nel tempo della
visita rimarrà dalla Mamma-nonna; e noi speriamo di fare piuttosto presto dato
l’orario della visita: le 13, del 12
agosto. Mi sembra perfetto: fortuna che non sono al sesto mese o giù di lì
sennò credo collasserei per il caldo, che già così comunque soffro molto.
La Princi, dicevo: in questi
giorni le abbiamo fatto fare un’intensa
vita sociale e, in certi momenti, ne sono stata molto provata.
A proposito del caldo e
della stanchezza, giovedì pomeriggio
non avendo le forze necessarie per starle dietro e dato che non dava segni di
cedimento per un eventuale pisolo, ho proposto a Lui di andare a fare un giro
in uno dei suoi negozi di bricolage preferiti: «Così magari in auto dorme e
quando siamo là si distrae e siamo un po’ in pace». Questo quello che ho
pensato: ma non avevo fatto i conti con lei, che ultimamente (diciamo da quando
siamo tornati dalle ferie?) ha
sviluppato un tono lamentoso degno di un’attricetta di Beautiful. E a
questo ha aggiunto (vero e proprio regalo delle ferie) una spiccata papite, diciamo un Edipo molto precoce: per cui se
uniamo la voce lagnosa al motivetto «Papàààà, papààà» si raggiunge lo
sfinimento nel giro di mezzo secondo. Non contenti di un tour costellato da
frignotti vari, sebbene già abbondantemente sfiniti, Lui mi ha proposto un giro in un megastore per cercarmi un
nuovo cellulare, in sostituzione di quello (precedentemente suo) a cui la Princi è riuscita a togliere la
suoneria senza farci capire come reinstallarla. E lì è stata la fine: Lui
ha pensato bene di non piazzarla nel passeggino. Morale: io i cellulari non so neanche dove fossero di casa, in compenso ho
visitato accuratamente il reparto televisori, lavatrici, l’angolo dei
distributori automatici (per i quali ha un’inspiegabile passione)
guadagnandoci un’ora di palestra gratuita ma assolutamente bisognosa di un
trattamento relax d’urgenza. Trattamento che mi è stato concesso da Santa Peppa, come una nonna conosciuta
in vacanza ha ribattezzato Peppa Pig. E per fortuna poi la serata ha preso una
piega più tranquilla.
Venerdì, invece, un’oretta di
terrore non ce l’ha risparmiata nessuno causa il desiderato ma repulso pisolo
pomeridiano. Seppur stanca, lagnosa per il sonno, la Princi ha fatto tremare le
mura di casa della Mamma-nonna con i suoi pianti, mettendo anche a dura prova
il rapporto tra me e il Papi sui nostri divergenti metodi educativi. Lui si è steso sul lettone aspettando
che lei, piangente, cedesse autonomamente per lo sfinimento (cosa che, in
verità, ho fatto pure io, non più tardi di una settimana prima); io che, a un
certo punto, sono andata a recuperarla, non dal lettone ma in piedi, accanto a
Lui semi svenuto dal sonno: e l’ho fatta
addormentare spalmata su di me, raggiungendo una temperatura corporea di circa
60° e un tasso di umidità del 300%. Però poi ha dormito quasi tre ore,
pronta per affrontare una cena fuori
con la nonna-suocera, il nonno-suocero e un altro parente: e calcolando che ci
siamo spazientiti noi per la lunga attesa, la sua irrequietudine è stata nella
norma. Solo che mi ha imposto un
chilometraggio illimitato per recuperarla, accompagnarla, metterla sui giochini:
cosa che ho fatto tutta la sera con buona pace di chi non si è mai alzato e di
chi si è alzato una sola volta sbuffando.
Ieri, invece, la frigna per
il pisolo si è spostata alla mattina mentre al pomeriggio pare abbia dormito due ore e mezza insieme a Lui: e
perché, mi chiedo io, non succede mai a me permettendo anche al/la Pulci di
riposare??? Ma che importa: l’importante è stato che la sera, dopo averla
vestita da super Princi tutta svolazzante (e lei, vera femminuccia, era tutta
gongolante quando le dicevamo quanto fosse bella), siamo finalmente usciti con gli amici, come non facevamo da tempo. Soprattutto perché in questo tempo ci siamo
moltiplicati e quindi accanto al tavolo ora ci sono due seggioloni e un
passeggino, tra qualche mese due. E lei si è divertita: e noi pure. E
speriamo ci siano altre mille e mille serate come quella di ieri.
Nessun commento:
Posta un commento