domenica 11 agosto 2013

Pulci e Princi


Avvertenza preliminare: mi scuso con chi legge ma al fine di evitare il lancio dalla finestra di un computer non mio causa continui stop a internet Explorer ogni volta che tento di inserire delle immagini, ho dovuto ometterle: ma così chi legge potrà inserire le immagini che la fantasia gli/le suggerisce.


Domani prima visita in consultorio.

Così forse ci capirò di più sul perché l’infermiera dell’ospedale, sollecitata dal dottor C. a darmi un appuntamento, dopo aver saputo la mia età mi ha detto: «Allora vada in consultorio». E spero non fosse un’offesa.

Verrà anche Lui, che ora è in ferie e che ovviamente, dimenticandosi di questa incombenza, mi proponeva una giornata al mare. Chissà, forse sarebbe stato meglio. Se non altro non mi sarei dovuta sottoporre alla prova bilancia; ma, già: ci sarebbe stata la prova costume: e non so cosa sarebbe stato peggio.

Probabilmente troveremo il dottor D. L’ho già conosciuto ai tempi della Princi: l’ho incontrato al colloquio per la traslucenza e poi alla morfologica, dove ha manifestato le proprie titubanze sull’opportunità di comunicare il sesso della Princi. «Il pisellino non si vede. Ma fossi in lei aspetterei a dirlo»: consiglio che ovviamente non ho seguito precipitandomi subito a comprare il carillon rosa da cui Lui avrebbe dovuto capire tutto. Se non fosse che, invece, sulla confezione anziché notare il nastro rosa che correva tutto intorno alla scatola ha subito visto tre stelline di numero, azzurre, che campeggiavano nell’angolo in alto a destra.

Comunque l’ho preparato: «Guarda, non è una cima ma io mi ci sono sempre trovata bene. Unica cosa è che, vedrai, anche ‘sto giro mi dirà che non è possibile che sia nata in Italia con il cognome che mi ritrovo»: perché questo era il refrain di ogni nostro incontro.

La Princi nel tempo della visita rimarrà dalla Mamma-nonna; e noi speriamo di fare piuttosto presto dato l’orario della visita: le 13, del 12 agosto. Mi sembra perfetto: fortuna che non sono al sesto mese o giù di lì sennò credo collasserei per il caldo, che già così comunque soffro molto.

La Princi, dicevo: in questi giorni le abbiamo fatto fare un’intensa vita sociale e, in certi momenti, ne sono stata molto provata.

A proposito del caldo e della stanchezza, giovedì pomeriggio non avendo le forze necessarie per starle dietro e dato che non dava segni di cedimento per un eventuale pisolo, ho proposto a Lui di andare a fare un giro in uno dei suoi negozi di bricolage preferiti: «Così magari in auto dorme e quando siamo là si distrae e siamo un po’ in pace». Questo quello che ho pensato: ma non avevo fatto i conti con lei, che ultimamente (diciamo da quando siamo tornati dalle ferie?) ha sviluppato un tono lamentoso degno di un’attricetta di Beautiful. E a questo ha aggiunto (vero e proprio regalo delle ferie) una spiccata papite, diciamo un Edipo molto precoce: per cui se uniamo la voce lagnosa al motivetto «Papàààà, papààà» si raggiunge lo sfinimento nel giro di mezzo secondo. Non contenti di un tour costellato da frignotti vari, sebbene già abbondantemente sfiniti, Lui mi ha proposto un giro in un megastore per cercarmi un nuovo cellulare, in sostituzione di quello (precedentemente suo) a cui la Princi è riuscita a togliere la suoneria senza farci capire come reinstallarla. E lì è stata la fine: Lui ha pensato bene di non piazzarla nel passeggino. Morale: io i cellulari non so neanche dove fossero di casa, in compenso ho visitato accuratamente il reparto televisori, lavatrici, l’angolo dei distributori automatici (per i quali ha un’inspiegabile passione) guadagnandoci un’ora di palestra gratuita ma assolutamente bisognosa di un trattamento relax d’urgenza. Trattamento che mi è stato concesso da Santa Peppa, come una nonna conosciuta in vacanza ha ribattezzato Peppa Pig. E per fortuna poi la serata ha preso una piega più tranquilla.

Venerdì, invece, un’oretta di terrore non ce l’ha risparmiata nessuno causa il desiderato ma repulso pisolo pomeridiano. Seppur stanca, lagnosa per il sonno, la Princi ha fatto tremare le mura di casa della Mamma-nonna con i suoi pianti, mettendo anche a dura prova il rapporto tra me e il Papi sui nostri divergenti metodi educativi. Lui si è steso sul lettone aspettando che lei, piangente, cedesse autonomamente per lo sfinimento (cosa che, in verità, ho fatto pure io, non più tardi di una settimana prima); io che, a un certo punto, sono andata a recuperarla, non dal lettone ma in piedi, accanto a Lui semi svenuto dal sonno: e l’ho fatta addormentare spalmata su di me, raggiungendo una temperatura corporea di circa 60° e un tasso di umidità del 300%. Però poi ha dormito quasi tre ore, pronta per affrontare una cena fuori con la nonna-suocera, il nonno-suocero e un altro parente: e calcolando che ci siamo spazientiti noi per la lunga attesa, la sua irrequietudine è stata nella norma. Solo che mi ha imposto un chilometraggio illimitato per recuperarla, accompagnarla, metterla sui giochini: cosa che ho fatto tutta la sera con buona pace di chi non si è mai alzato e di chi si è alzato una sola volta sbuffando.

Ieri, invece, la frigna per il pisolo si è spostata alla mattina mentre al pomeriggio pare abbia dormito due ore e mezza insieme a Lui: e perché, mi chiedo io, non succede mai a me permettendo anche al/la Pulci di riposare??? Ma che importa: l’importante è stato che la sera, dopo averla vestita da super Princi tutta svolazzante (e lei, vera femminuccia, era tutta gongolante quando le dicevamo quanto fosse bella), siamo finalmente usciti con gli amici, come non facevamo da tempo. Soprattutto perché in questo tempo ci siamo moltiplicati e quindi accanto al tavolo ora ci sono due seggioloni e un passeggino, tra qualche mese due. E lei si è divertita: e noi pure. E speriamo ci siano altre mille e mille serate come quella di ieri.
 
 
 

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