E domani si riparte.
Ricominciano
visite, ecografie, e – nella fattispecie – la traslucenza
nucale. Poi magari sarà la volta dell’amniocentesi, segno inequivocabile
degli anni che passano.
Si ricomincia perché i calzettoni raddoppiano.
Lo
sappiamo da più di un mese, anche se la conferma è arrivata solo dopo le ferie.
Ma lo sappiamo perché – esattamente come accaduto per la Princi – sono stata
travolta e abbattuta da continue ondate
di nausea, inizialmente (anche se senza convinzione) attribuite a un
periodo di stress. Poi è venuto il test
casalingo: e stavolta Lui ha capito che non si trattava di un termometro ma
ha sperato che avessi sbagliato a interpretarlo per via di quella seconda linea
rosa poco accentuata. Prima delle ferie ho fatto giusto in tempo a fare le
analisi prescritte dal medico di base: un’ora e mezza di attesa per risultati
che la ginecologa ha visionato solo il giorno dopo il nostro rientro. E dopo un’ora
e mezza di attesa anche lì, davanti a uno sfilare di pancioni, a una ragazza
che piangeva, a signore di mezza età impazienti per non essere state ancora
chiamate.
Poi sono entrata io, con quell’ appuntamento mezzo abusivo preso
telefonicamente e neppure registrato sull’agenda dell’infermiera di turno. Alla
quale la ginecologa ha detto, tanto per mettere in chiaro le cose:
«Questa qui non ha neanche le mestruazioni e rimane incinta!».
Già:
perché la scorta di assorbenti che alberga nello sgabuzzino, ora opportunamente
stipata negli scaffali più alti per ovvie ragioni, è rimasta pressochè intatta
dalla nascita della Princi. E, quindi, anche in questo caso come è accaduto all’inizio
del suo viaggio, la data dell’allunaggio
non potrà essere molto certa.
«Vediamo un po’: magari stai anche già per partorire!».
Secondo
la stima dell’ecografia, quello/a che d’ora in poi sarà il/la Pulci era già
in viaggio da nove settimane: ormai,
domani, saranno dodici. Quindi: entro nei tre mesi. Quindi:
stop alle nausee, si spera.
Ovviamente
la parte più dolorosa della visita è stata per me salire sulla bilancia, così come quotidianamente la parte più
dolorosa della giornata è decidere come vestirmi, guardarmi allo specchio,
fingere di credere a chi – in realtà con una convinzione piuttosto spinta –
dice di vedermi benissimo. Perché ora lo so: di tutte le dicerie, modi di dire,
stupidaggini varie che ci si sente propinare nel corso dei nove mesi l’unica ad
essere corretta è evidentemente quella in base alla quale «con il secondo la pancia esce subito». E ci starebbe pure, dato
anche che non mi ero rimessa ancora in forma dal Princi allunaggio: ma quando
sono andata, lunedì scorso, in ospedale e ho visto una mamma nemmeno giovanissima,
con pupo più o meno dell’età della Princi che prendeva appuntamento per la
traslucenza e non aveva mezzo filo di pancia che le si vedesse tra i mini
shorts e la canottiera attillata, il mio “io” ha subito un duro colpo.
Il primo regalo del/la Pulci, arrivato giovedì 1 agosto da G. & V. |
Comunque,
a parte questo, a parte le paure per il futuro, a parte i pensieri per il
presente e per chi mi circonda, a parte il timore – quando la Princi è tignosa –
di aver commesso una pazzia, a parte i dubbi su chi/dove/come essere seguita; a
parte tutta questa ridda di ansie e paturnie che si trasformano spesso in
veglie notturne, siamo contenti. Già ci immaginiamo il casino che regnerà
sovrano, i tentativi di soffocamento del/la Pulci da parte della Princi, le
corse per consegnare la Pallina a una nonna al momento del parto…
Certo,
ci sono tanti pensieri, che cercherò di dipanare nei prossimi post: e mi
dispiace non aver tenuto un diario pressochè giornaliero dell’allunaggio della
Princi per poterlo rapportare a questa nuova avventura. Che sarà diversa: me lo
devo imprimere bene nella mente. Se non altro perché tra qualche mese, quando
Qualcuno comincerà a muoversi dentro di me, sarà per rispondere ai calci e ai galoppamenti sulla pancia a cui mi sta
sottoponendo la Princi. E prevedo incontri di boxe…
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