giovedì 25 luglio 2013

finalmente ferie!! ferie?!?


Un mese? Più o meno è questo il tempo dall’ultimo post. In mezzo ci sono state quasi due settimane di ferie e, ora, il recupero post vacanza. Alias: immediato rientro al lavoro con circa una decina di lavatrici da caricare/stendere/stirare (in parte sono ancora lì che attendono di essere sistemate), novità inattese da gestire/accudire/decidere, novità non tanto nuove e positive con cui fare i conti perché a rimanere impassibile io, proprio, non ci riesco.

Comunque mi ero ripromessa una sorta di diario dettagliato delle ferie che ora - vuoi perché è passato del tempo, vuoi perché ci sono tante altre cose di cui raccontare - subirà un drastico ridimensionamento.

Alcune perle però non si possono trascurare, come il fatto che – partiti alle 4 di mattina per viaggiare con la Princi dormiente – soltanto a Bologna ci (mi) siamo (sono) resa conto che sul sedile posteriore era appoggiata una borsetta sigillata che assomigliava tanto al sacchetto dell’umido che avevo chiesto a lui di buttare nel cestino della strada, sotto casa. «Ma cosa vuoi che capisca alle quattro di mattina?».

I primi due giorni, poi, ci hanno fatto dubitare della bontà della vacanza: personalmente sarei stata intenzionata a riprendere l’auto e tornare a casa. Come saremmo sopravvissuti quattordici giorni con una Princi urlante? Perché questo ha fatto per le prime sere: strillare. Come se stesse male; come se la stessimo scuoiando; come quando ha avuto l’otite. La prima sera per evitare di farci cacciare dall’albergo abbiamo pensato di placarla passeggiando finchè non si fosse addormentata: Lui è uscito per ben due volte, la terza mi sono accodata pure io e siamo andati avanti – sotto gli occhi penosi del portiere notturno sbigottito di questo andirivieni – fino a mezzanotte inoltrata. Il giorno successivo la scena è stata anticipata al sonnellino pomeridiano, con replica serale. Ma in entrambi i casi, seppure a malincuore tanto nei confronti suoi, nostri e dei vicini di stanza, ho tenuto duro: un po’ per merito de “La donna cannone”, un po’ per quello di Santa Peppa (così ribattezzata da una delle tante nonne in vacanza da sola con i nipotini), un po’ grazie allo sciroppo calmante preso in farmacia, l’emergenza è rientrata. Emergenza che, fra l’altro, non abbiamo attribuito solo al cambio di clima e ambiente ma soprattutto agli effetti post vaccino morbillo-rosolia-parotite e meningococco: eravamo stati avvertiti che si sarebbero potuti manifestare dopo due settimane che, guarda la fortuna!, coincidevano proprio con la partenza per le ferie. Partenza che, tanto per dirla tutta, si è svolta con una febbre principesca a 39°.
 
Princi Pig in riva al mare
Il resto della vacanza si è svolto alla perfezione: una perfezione che, dallo scorso anno, fa i conti con qualche pianto/capriccio sulla spiaggia;  due lettini noleggiati inutilmente dato lo scarso tempo che ci abbiamo trascorso seduti (lasciamo stare sdraiati); un programma giornaliero di fitness comprendente passeggiate in riva al mare a riempire di “quacqua” il secchiello di Peppa Pig; passeggiate ai giochini con relativo sollevamento Princi e spinte al dondolo-coccodrillo che è risultato in assoluto il suo preferito; ripescaggi sotto gli ombrelloni dei vicini; corse e lotte serali per farsi tenere per mano mentre faceva scorribande nelle vie del centro; passeggiate pomeridiane chilometriche per tentare, quasi sempre invano, di addormentarla e collassare accanto a lei; zuffe per la doccia.

Sul trenino per Gradara
Ma a questa perfezione si sono aggiunti dei momenti davvero d’oro. Avere un bambino significa moltiplicare le occasioni di conoscenza e scambi di opinioni, in albergo e sulla spiaggia; significa essere sempre guardati con un sorriso, fortunatamente nel nostro caso di soddisfazione visto che, passati i primi due giorni di fuoco, la Princi è tornata in sé ed è stata occasione di lodi da parte di molti; significa sentirsi a un metro da terra quando ti dicono di aver fatto un ottimo lavoro come genitori; significa guardarla andare in giro completamente indifferente alla nostra presenza per scoprire il mondo e meravigliarsi di ogni più piccola cosa, dal trenino che attraversa la città alle fontane in cui si è schizzata da capo a piedi.


I momenti d’oro per la coppia e per il singolo sono invece sempre più risicati: e allora allunghi la doccia anche se ti sei già lavata e sciacquata tre volte i capelli; cerchi di non sentirti in colpa se hai mollato la pallina già da mezz’ora nelle braccia del papi; ti suddividi i momenti della giornata riuscendo così anche a leggere il quotidiano (cosa che a casa non succede mai) sotto il gazebo della spiaggia, e scopri così che le notizie di politica tanto noiose  non sono se ti permettono di avere cinque minuti in più per te; e ti chiedi per quale balzana idea Lui abbia infilato nella borsa del mare le carte per giocare (e battermi, come faceva sempre) a scala 40.
 
Sullo scivolo
 

Insomma: le vacanze non sono più le stesse. Meglio quelle di una volta? Quando rincorri la Princi sulla spiaggia, devi contenere i suoi urli sotto la doccia, devi arginare i suoi capricci perché vuol salire sulla giostrina…, per un attimo pensi di sì. Ma non sono né meglio né peggio: sono diverse. Perché, ora sì, siamo una famiglia.

 

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