sabato 16 febbraio 2013

Cara Princi


Cara Princi,
scusami per il ritardo con cui ti scrivo ma, come certo sai e come spero ti accorgerai più tardi possibile, il tempo corre più rapidamente di quanto si riesca a stargli dietro. Basta vedere le foto che ti ritraggono sul cellulare e che, per addolcire la giornata, di tanto in tanto riguardo. Quanti sorrisi, espressioni, notti a metà, pianti, emozioni sono già trascorse! Senza che ce ne rendessimo conto siamo passati dall’emozionarci per il tuo primo mezzo minuto seduta a batterti le mani per i tuoi ancora tentennanti ma sempre più indipendenti passetti. E di qui a chiederci le chiavi di casa ci vorrà un soffio.

Cara Princi,
oggi sono piuttosto triste e solo perché non ti vedrò fino a stasera: ti ho lasciato nelle braccia del Papi a salutarmi con la manina e ti ritroverò solo stasera, certamente frignante come ormai ci hai abituati da dodici mesi a questa parte. E allora ti toglieremo dal seggiolone, ti prenderemo sulle ginocchia cercando di finire la cena fingendo di essere entrambi mancini e cercando nel contempo di far uscire da dietro la schiena la terza e quarta mano che ci siamo fatti crescere in questo periodo per riuscire a tenerti in braccio, evitare che ti faccia male afferrando qualcosa e continuare a fare quello che stavamo facendo.

Cara Princi,
certo mi ripeterò in queste righe rispetto a quanto già altre volte ti ho scritto. E allora avrai pazienza; e allora capirai che se una cosa ritorna è ancora più vera. Cara Princi, come farti capire quanto hai incasinatamente migliorato e migliormente incasinato le nostre vite? Ogni giorno cerchi di spiegarmi quanto poco importante sia riordinare i vestiti sulla sedia buttandoli a terra uno a uno; ogni giorno cerchi di dirmi quanto inutile sia spolverare strofinandoti sul sederino per tutta la casa; ogni giorno mi fai vedere quanto stupido sia lucidare lo specchio del bagno lavandolo tu con le tue manine. E io, testarda, ogni giorno ricomincio; e tu, curiosa, ogni giorno, impari a imitarmi spolverando a tua volta, rompendo i fazzolettini di carta che tengo sul comodino dopo esserti accuratamente soffiata il naso, inzuppando le mani nella ciotola dei gatti solo per fartele lavare e aprire tu il rubinetto (perché anche questa è una cosa da grandi), riproducendo lo “shh” dei prodotti a spruzzo, chiamando a raccolta i gatti per dargli da mangiare, battendo le manine sul letto e lisciandolo quando lo rifacciamo.

Cara Princi,
ogni giorno temo e tremo al pensiero che tu, una volta cresciuta, possa avere di me solo il ricordo di una mamma impegnata a casa con i lavori, impegnata fuori casa con il lavoro, la palestra (poca, molto poca in realtà)  e le altre cose in cui mi lascio travolgere. Ma in cui cerco di coinvolgere anche te: mettendoti davanti a un quadro per ridere della tua reazione di sincero stupore, vedendoti passeggiare disinvolta fra i pittori nostri amici, alternando gli impegni casalinghi con canzoncine, stupide facce, bubù-sette, gattonamenti sotto il tavolo e baci, tanti baci, anche spernacchianti su quel tuo tondo e morbido pancino. Per ricevere anche uno solo dei tuoi luminosi sorrisi, una piccola e breve carezza, una linguaccia come quelle che da poco hai imparato a fare o uno di quegli strani versi che, simili a grugniti, annunciano che è stato aperto il frigo e hai visto la lattina della birra o che è appena passato il sig. Degas o che hai appena visto Mr. Billy saltare dal ripiano del tuo seggiolone al mobile della cucina.

Cara Princi,
ogni giorno vediamo quale e quanta magia diffondi attorno a te. Vediamo le trasformazioni che il tuo arrivo ha portato su di noi, sul nostro modo di vedere le cose e considerarle, di essere coppia: cosa difficilissima dato che purtroppo il tempo a disposizione per tutti è sempre poco.  Tempo per tutti, appunto: perché ora la mia agendina è diventata anche la tua, con gli appuntamenti dell’associazione e della ludoteca intercalati ai miei turni di lavoro, con i primi compleanni delle amichette di pancia e le passeggiate con le altre mamme alternati alle cene con le famiglie. Perché poi, soprattutto, ci sono le giornate dalle nonne, dalle zie,  con gli amici: perché tutti vogliono vederti, stare con te, ballare e cantare con te ed è qui che vediamo le più grandi e sorprendenti trasformazioni che hai portato, con persone insospettabili che giocano e fanno le vocine solo per vedere le tue reazioni. Che sono sempre di gioia. Ed è questo ciò che conta.

Cara Princi,
ogni giorno vivo come un trapezista: con il timore di fare qualcosa di sbagliato con te o per te, con l’ansia di equilibrare la cura nei tuoi confronti con il mio egoismo. E penso sempre di essere in difetto; e tu, forse percependolo, a volte ne approfitti. Poi però ti guardo e penso a quello che mi dice sempre il Papi: se è così felice è merito soprattutto tuo perché è con te che passa la maggior parte del tempo. E questo è il più bel complimento che mi abbia fatto nei quindici anni che ci conosciamo. E allora cerco di dargli retta e mi abbandono al tuo sorriso.

 Tanti auguri Princi per questo tuo primo compleanno. Ma soprattutto grazie, Princi, per i dodici mesi più sconvolgentemente meravigliosi e meravigliosamente sconvolgenti che ci hai regalato. Perché conoscerti e scoprire quotidianamente il tuo carattere è qualcosa di unico.

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