Un anno fa, come oggi, accompagnavo Lui a una
visita di controllo e mi sentivo chiedere se fossi al sesto mese. Un anno fa, come domani, partiva il
countdown per l’allunaggio la cui data prevista era appunto il 27 gennaio.
Oggi…
Oggi sono stata al lavoro tutto il
giorno, con il pianto nel cuore perché stamattina la Princi mi ha salutata riempiendomi
di bacini volanti dal divano seguiti, subito dopo, da una faccina triste. Oggi ho
provato a trovare il modo in cui trascorrere con lei il suo primo ComplePrinci.
Per la gran parte del giorno saremo sole dato che ho avuto la fortuna di
scegliere un turno di lavoro che mi permettesse di rimanere con lei mentre Lui,
purtroppo, lavora con il solito orario e potremmo festeggiare insieme solo a
cena.
Cosa faremo allora la Princi e io?
Certo, gennaio è un mese un po’ sfigato per cui l’idea di portarla a
vedere gli animali nelle fattorie
didattiche o allo zoo è
impraticabile causa chiusura invernale. Cosa resta? Sarò priva di fantasia ma
non mi viene in mente molto. Dipenderà dal tempo e, se lo permetterà, magari
potrei portarla a fare una passeggiata
al mare. Oppure un giro in uno dei soliti centri commerciali, concedendole magari un giro sui giochini, esperienza
per lei ancora inedita. Oppure una mezza
giornata di ludoteca dove, vuoi per la bronchite, vuoi per il lavoro,
andiamo piuttosto raramente.
Nel frattempo proseguono i preparativi del ComplePrinci “ufficioso”,
la festa – cioè - sfasata di due giorni rispetto alla sua nascita. Sebbene fino
a pochi giorni fa ero convinta della mise
principesca, adesso comincio a vacillare e chiedermi se non sia il caso di
comprarle qualcosa di nuovo. Contemporaneamente, però, sto anche cercando di trovare
il tempo (ultimamente piuttosto scarso) di fare un check up del vestito finora
prescelto per verificare se ci siano tutti gli accessori necessari (leggi:
calze in pendant) e magari optare per il solo acquisto di un paio di princess’
shoes adeguate.
A proposito di vestiti, mi sto ancora
barcamenando alla ricerca di quello per Carnevale,
dilaniata al riguardo da vari dilemmi:
a)
Dove porto la creatura mascherata? Cioè: quando
le faccio sfruttare la maschera?
b)
Cosa offre il territorio per bimbi
mascherati a livello di feste, sfilate e affini?
c)
Strettamente legato a questi interrogativi
e da essi fortemente dipendente: il vestito deve essere spropositatamente abbondante
per ospitare al di sotto uno strato di abiti civili più giubbotto oppure il
giubbotto lo metto sopra occultando il tutto?
d)
Se occulto, allora che senso ha
mascherarla?
e)
Non proprio interrogativo ma
constatazioni che dilaniano vieppiù: da un alto Lui che è piuttosto
disinteressato all’argomento e che - pur avendomi autorizzata a comprare un
vestitino che mi piaceva - poi ha condito il tutto sottolineando che da poco
siamo usciti da una bronchi-Princi; dall’altro lato la mamma-nonna che, pur
parteggiando per la mascherina pelosina tanto carina, mi farebbe trasformare la
Princi da gioioso leprotto (posto che la voglia vestire così) in orso polare
con annesso igloo.
Una soluzione in realtà l’ho trovata: non un vero e proprio vestito ma un “set”
composto da vari pezzi che potrebbero essere visibili sia se la Princi fosse
all’esterno sia se andasse a un ballo mascherato. Vedremo.
Ordinata la Princi-torta, comprati
piattini e vario ambaradan decorativo, stiamo completando le operazioni di consegna dei Princinviti mentre il menu del pomeriggio si sta equamente
distribuendo fra me e le tre nonne e sto cercando di trovare nell’agenda uno
spazio per poter andare a fare l’ultima spesa di viveri e beveraggi insieme a
Lui, per l’occasione travestito da uomo di fatica.
C’è altro, in questi giorni?
Eccome: ci sono Mr. Billy e il Sig. Degas che hanno pensato bene di piazzare nuovamente
un ricordino sul nostro letto costringendoci a lavare tutto il lavabile, a
spendere 20 euro nell’asciugatura sotto casa e a tirare finalmente fuori dall’armadio
le lenzuola e il copripiumino che costituivano il misterioso regalo che Lui mi
ha fatto per Natale. Quindi: una piccola tragedia domestica (che, prima o poi,
rischia di risolversi in lancio di doppio felino dalla terrazza) si è trasformata
nell’occasione per trasformare la camera
nel parco giochi dei Peanuts. La Princi si è infatti subito rotolata fra
Snoopy e Woodstock, confermando in questo modo la sua passione per il mondo
animale, dimostrata anche l’altro giorno al supermercato. In fila alla cassa, ha
iniziato a gorgheggiare come è solita fare appena vede qualcosa di
interessante. Di fianco a noi, da un piccolo espositore, la bionda e intramontabile Barbie occhieggiava
da piattini e bicchieri. «No, Princi: sei troppo piccola per la Barbie». Ma
osservando più attentamente mi accorgo che il suo sguardo sormonta l’espositore
per appuntarsi su un manifesto da cui un cane e un gatto segnalano che lì ci
sono i prodotti per gli amici animali.
Incoraggiata da questo, passeggiando in
città penso di farle notare i
quattrozampe piccoli e grandi che incontriamo: passatempo ideale per sedare
eventuali piccole crisi di pianto. Peccato che voglia fermarsi a salutare e accarezzare dal passeggino tutti i “bau” che vede.
Ma magari è un modo per farmi riscoprire la cordialità: il suo desiderio, infatti,
si trasforma in continue soste e annessi convenevoli con i padroni dei cani della
città che, inteneriti da tanto affetto, non vedono l’ora di sollevare il
quadrupede per farlo conoscere e salutare.
Poi, la
Princi ha deciso di aiutarci a superare le difficoltà che incontriamo nell’affrontare
le pulizie domestiche. Quindi: ci aiuta a fare e disfare la lavastoviglie (per
ora senza danni), a caricare e svuotare la lavatrice, ci passa le mollette per
stendere e, quando proprio vede che non ce la facciamo, ci aiuta con scopettone e straccetto, anche a casa della
mamma-nonna. Stamattina, invece, ci ha insegnato a fare lo shampoo, operazione che
detesta ma che mimava alla perfezione strofinandosi gli (ancora pochi) capelli.
Da qualche settimana, invece (e non sappiamo da cosa o chi ispirata) sfiora
appena la stufetta del bagno riportando immediatamente la manina alla bocca in
un muto «Scotta!»: e questo a stufa
rigorosamente spenta. Sollecitata forse dalle indicazioni a liberarsi dal
pannolino fornite dal pediatra, da qualche giorno ha poi imparato a fare «Scc, scc» ogni volta che, molto generosamente,
per il timore che ci perdiamo, ci accompagna a fare pipì. E lo stesso verso si tramuta in soffio quando la alleniamo a spegnere
la candelina.
In questo turbinio di impegni
principeschi si è inserito l’avvio di un
nuovo progetto, fortemente voluto ma pure temuto per la paura di non essere
all’altezza (tanto per cambiare) e di non riuscire a dare il meglio, presa come
sono da mille pensieri diversi. E invece
lo start up, avvenuto ieri sera, è stato un successone: merito del team di
artisti, collaboratori, ma soprattutto amici coinvolti in questa avventura.
E merito, anche, delle mie famiglie
che, presenti alla serata, mi hanno fatto sentire il loro affetto. Merito, poi, soprattutto della Princi
che, forse, ha coperto qualche mia imperfezione con il suo savoir fair affascinando
tutti con il suo sorriso, sgambettando da un tavolo all’altro per osservare come
andasse la serata, assicurandosi che i prodotti offerti nel rinfresco fossero di
qualità, stringendo rapporti di amicizia con artisti, avventori e personaggi di
spicco. Per poi crollare distrutta dalla stanchezza sotto il peso di tanta
intraprendenza. Dura, in effetti,
prendersi cura di una mamma-con-i-calzettoni.
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