sabato 26 gennaio 2013

di complePrinci, Carnevale e Princi-progressi





Un anno fa, come oggi, accompagnavo Lui a una visita di controllo e mi sentivo chiedere se fossi al sesto mese. Un anno fa, come domani, partiva il countdown per l’allunaggio la cui data prevista era appunto il 27 gennaio.
Oggi…
Oggi sono stata al lavoro tutto il giorno, con il pianto nel cuore perché stamattina la Princi mi ha salutata riempiendomi di bacini volanti dal divano seguiti, subito dopo, da una faccina triste. Oggi ho provato a trovare il modo in cui trascorrere con lei il suo primo ComplePrinci. Per la gran parte del giorno saremo sole dato che ho avuto la fortuna di scegliere un turno di lavoro che mi permettesse di rimanere con lei mentre Lui, purtroppo, lavora con il solito orario e potremmo festeggiare insieme solo a cena.
 
Cosa faremo allora la Princi e io?
Certo, gennaio è un mese un po’ sfigato per cui l’idea di portarla a vedere gli animali nelle fattorie didattiche o allo zoo è impraticabile causa chiusura invernale. Cosa resta? Sarò priva di fantasia ma non mi viene in mente molto. Dipenderà dal tempo e, se lo permetterà, magari potrei portarla a fare una passeggiata al mare. Oppure un giro in uno dei soliti centri commerciali, concedendole magari un giro sui giochini, esperienza per lei ancora inedita. Oppure una mezza giornata di ludoteca dove, vuoi per la bronchite, vuoi per il lavoro, andiamo piuttosto raramente.
 
Nel frattempo proseguono i preparativi del ComplePrinci “ufficioso”, la festa – cioè - sfasata di due giorni rispetto alla sua nascita. Sebbene fino a pochi giorni fa ero convinta della mise principesca, adesso comincio a vacillare e chiedermi se non sia il caso di comprarle qualcosa di nuovo. Contemporaneamente, però, sto anche cercando di trovare il tempo (ultimamente piuttosto scarso) di fare un check up del vestito finora prescelto per verificare se ci siano tutti gli accessori necessari (leggi: calze in pendant) e magari optare per il solo acquisto di un paio di princess’ shoes adeguate.
A proposito di vestiti, mi sto ancora barcamenando alla ricerca di quello per Carnevale, dilaniata al riguardo da vari dilemmi:
a)     Dove porto la creatura mascherata? Cioè: quando le faccio sfruttare la maschera?
b)     Cosa offre il territorio per bimbi mascherati a livello di feste, sfilate e affini?
c)     Strettamente legato a questi interrogativi e da essi fortemente dipendente: il vestito deve essere spropositatamente abbondante per ospitare al di sotto uno strato di abiti civili più giubbotto oppure il giubbotto lo metto sopra occultando il tutto?
d)     Se occulto, allora che senso ha mascherarla?
e)     Non proprio interrogativo ma constatazioni che dilaniano vieppiù: da un alto Lui che è piuttosto disinteressato all’argomento e che - pur avendomi autorizzata a comprare un vestitino che mi piaceva - poi ha condito il tutto sottolineando che da poco siamo usciti da una bronchi-Princi; dall’altro lato la mamma-nonna che, pur parteggiando per la mascherina pelosina tanto carina, mi farebbe trasformare la Princi da gioioso leprotto (posto che la voglia vestire così) in orso polare con annesso igloo.
Una soluzione in realtà l’ho trovata: non un vero e proprio vestito ma un “set” composto da vari pezzi che potrebbero essere visibili sia se la Princi fosse all’esterno sia se andasse a un ballo mascherato. Vedremo.
 Sempre per rimanere nell’ambito abbigliamento, fra i Princi-preparativi rientra lo studio della mia mise: e vediamo se domani, unico giorno respirevole della settimana, riesco a trovare qualcosa di convincente in un periodo in cui continuo a sentirmi come un bombolone ripieno. E il recente acquisto della divisa da lavoro stile hostess (effettuato in mia assenza ma con fiduciosa indicazione della taglia) non mi ha affatto rincuorata dato che, provata solo questa mattina, la gonna risulta tanto giusta che se dovessi respirare un po’ più a fondo farei saltare lampo e spacco in un colpo solo.

Ordinata la Princi-torta, comprati piattini e vario ambaradan decorativo, stiamo completando le operazioni di consegna dei Princinviti mentre il menu del pomeriggio si sta equamente distribuendo fra me e le tre nonne e sto cercando di trovare nell’agenda uno spazio per poter andare a fare l’ultima spesa di viveri e beveraggi insieme a Lui, per l’occasione travestito da uomo di fatica.
C’è altro, in questi giorni?
Eccome: ci sono Mr. Billy e il Sig. Degas che hanno pensato bene di piazzare nuovamente un ricordino sul nostro letto costringendoci a lavare tutto il lavabile, a spendere 20 euro nell’asciugatura sotto casa e a tirare finalmente fuori dall’armadio le lenzuola e il copripiumino che costituivano il misterioso regalo che Lui mi ha fatto per Natale. Quindi: una piccola tragedia domestica (che, prima o poi, rischia di risolversi in lancio di doppio felino dalla terrazza) si è trasformata nell’occasione per trasformare la camera nel parco giochi dei Peanuts. La Princi si è infatti subito rotolata fra Snoopy e Woodstock, confermando in questo modo la sua passione per il mondo animale, dimostrata anche l’altro giorno al supermercato. In fila alla cassa, ha iniziato a gorgheggiare come è solita fare appena vede qualcosa di interessante. Di fianco a noi, da un piccolo espositore, la bionda e intramontabile Barbie occhieggiava da piattini e bicchieri. «No, Princi: sei troppo piccola per la Barbie». Ma osservando più attentamente mi accorgo che il suo sguardo sormonta l’espositore per appuntarsi su un manifesto da cui un cane e un gatto segnalano che lì ci sono i prodotti per gli amici animali.
Incoraggiata da questo, passeggiando in città penso di farle notare i quattrozampe piccoli e grandi che incontriamo: passatempo ideale per sedare eventuali piccole crisi di pianto. Peccato che voglia fermarsi a salutare e accarezzare dal passeggino tutti i “bau” che vede. Ma magari è un modo per farmi riscoprire la cordialità: il suo desiderio, infatti, si trasforma in continue soste e annessi convenevoli con i padroni dei cani della città che, inteneriti da tanto affetto, non vedono l’ora di sollevare il quadrupede per farlo conoscere e salutare.

Poi, la Princi ha deciso di aiutarci a superare le difficoltà che incontriamo nell’affrontare le pulizie domestiche. Quindi: ci aiuta a fare e disfare la lavastoviglie (per ora senza danni), a caricare e svuotare la lavatrice, ci passa le mollette per stendere e, quando proprio vede che non ce la facciamo, ci aiuta con scopettone e straccetto, anche a casa della mamma-nonna. Stamattina, invece, ci ha insegnato a fare lo shampoo, operazione che detesta ma che mimava alla perfezione strofinandosi gli (ancora pochi) capelli. Da qualche settimana, invece (e non sappiamo da cosa o chi ispirata) sfiora appena la stufetta del bagno riportando immediatamente la manina alla bocca in un muto «Scotta!»: e questo a stufa rigorosamente spenta. Sollecitata forse dalle indicazioni a liberarsi dal pannolino fornite dal pediatra, da qualche giorno ha poi imparato a fare «Scc, scc» ogni volta che, molto generosamente, per il timore che ci perdiamo, ci accompagna a fare pipì. E lo stesso verso si tramuta in soffio quando la alleniamo a spegnere la candelina.
In questo turbinio di impegni principeschi si è inserito l’avvio di un nuovo progetto, fortemente voluto ma pure temuto per la paura di non essere all’altezza (tanto per cambiare) e di non riuscire a dare il meglio, presa come sono da mille pensieri diversi. E invece lo start up, avvenuto ieri sera, è stato un successone: merito del team di artisti, collaboratori, ma soprattutto amici coinvolti in questa avventura. E merito, anche, delle mie famiglie che, presenti alla serata, mi hanno fatto sentire il loro affetto. Merito, poi, soprattutto della Princi che, forse, ha coperto qualche mia imperfezione con il suo savoir fair affascinando tutti con il suo sorriso, sgambettando da un tavolo all’altro per osservare come andasse la serata, assicurandosi che i prodotti offerti nel rinfresco fossero di qualità, stringendo rapporti di amicizia con artisti, avventori e personaggi di spicco. Per poi crollare distrutta dalla stanchezza sotto il peso di tanta intraprendenza. Dura, in effetti, prendersi cura di una mamma-con-i-calzettoni.

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