F come
fusa/F come fasciatoio: a proposito del primo
vocabolo non sappiamo, a dire il vero, chi sia a farne di più. Se il gatto
Billy alla Princi o lei a lui. E’ un
amore incondizionato, che supera i tiramenti di coda, le depilazioni, i
vigorosi massaggi e gli strattonamenti di zampe a cui è quotidianamente sottoposto il felino. Nonostante i nostri continui
ammonimenti: «No, Princi: così gli fai male. No, Princi: non puoi
mangiartelo!». Ultimamente, infatti, c’è un osmosi tale tra Billy e la Pallina
per cui lui le lecca l’orecchio mentre lei gli sbava addosso lasciandogli un
curioso effetto gel sul pelo. E questo accade
sul fasciatoio della Princi. Uno spazio verso cui lei nutre un rapporto di
amore-odio dettato dal fatto che spesso su quel ripiano le infliggiamo delle
cure che a lei suonano più come torture: goccine nel naso, taglio unghie,
lavaggio/asciugatura collo con smistamento dei quindici tripli menti di cui è
dotata. Da qualche tempo, comunque, il fasciatoio è reso più accettabile dalla
presenza di Billy che non intende spostarsi da questo suo nuovo rifugio nemmeno quando c’è in corso un’emergenza
pannolino, anzi: credo farei meglio a insegnargli a comporre il numero
della Protezione Civile per portarmi una bombola ossigeno e una mascherina,
estremamente utili in certe circostanze. O, almeno, potrei istruirlo su come passarmi il necessario per il cambio.
F come
film che non vediamo: durante la gravidanza
c’era il problema della sonnolenza che mi prendeva d’improvviso impedendomi di
vedere un film, di qualsiasi genere fosse, costringendomi a bluffare con
Lui (peraltro senza successo) nel vano
tentativo di essere riuscita a gustarmi tutte le scene. Il massimo è stato in
vacanza, quando mi sono risvegliata al rumore del mio russare credendo: a) che
fosse stato Lui; b) che avesse russato qualcuno nel film: ed effettivamente, quando inconsapevolmente ho aperto gli occhi, qualcuno a terra nello schermo c'era. Negli ultimi dieci
mesi il problema si è accentuato finendo per contagiare spesso e volentieri anche
Lui. Così, o per la stanchezza, o perché la Princi ha la frigna, non riusciamo
mai a vedere qualcosa in tv. Certo, si potrebbe obiettare: vuoi mettere il
sorriso della piccola con le schifezze che ci vengono propinate? Verissimo: ma
a volte anche vedere “Un posto al sole” o “Criminal minds” sarebbe carino.
Per ora riusciamo a vedere e goderci
serenamente tutti e tre assieme solo alcuni programmi che abbiamo sempre seguito e che ho
visto nei primi mesi di gravidanza: fra questi sono compresi la sigla
del tg, “La prova del cuoco”, la pubblicità della Nutella e, recentemente, la pubblicità per la prossima messa in onda de "Il libro della giungla". A ognuno di questi "eventi" televisivi, la Princi si blocca qualsiasi cosa stesse facendo fino a un attimo prima e comincia a ballare, battere le mani se qualcuno nella trasmissione applaude.
Un caso a parte è quello di "Un posto al sole": quando scatta la sigla la Princi si accende in un mega sorriso per poi indicare ogni singolo personaggio. E sembra avere una predilizione per il "cattivo" Roberto Ferri.
F come
fissare: ieri mattina, al supermercato, un’amica appena incontrata ha detto ridendo:
«Ma, Princi: non ti hanno insegnato che non si fissa la gente?». Cavolo: credo sia da quando aveva due mesi
che la Princi fissa e indica tutti. Ovvio che non capisca cosa si dice (ma,
al riguardo, ho i miei dubbi) però si creano situazioni piuttosto imbarazzanti,
come quando, quest’estate, eravamo sedute al tavolino di un bar: cercavo di
farle fare merenda ma lei era troppo interessata a quanto si diceva e faceva
nel tavolo vicino. Finchè non ha realizzato che la famigliola di fianco a noi
era tedesca e quindi non riusciva a capire. Glielo dico sempre: anche in questo
ha preso tutto da Lui. Lui che, anni fa a Parigi, stava per essere preso a
pugni nella metro perché non distoglieva lo sguardo da un ragazzo vestito in
modo un po’ bizzarro; e, precisiamolo, l’episodio
del morso in ludoteca non ha nulla a che vedere con questo vizio. La Princi si
incaponisce addirittura a fissare chi non la guarda finchè rimane nel suo
raggio visivo nella speranza che, prima o poi, si volti a osservarla. La mia,
di speranza, è che questo modo di agire non nasconda un costante desiderio di
approvazione: me lo auguro per noi e, soprattutto, per lei. Al momento, comunque, dalle accuse di stalking la salvano i suoi splendidi occhioni: di fronte ai quali tutti rimangono disarmati.
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