mercoledì 21 novembre 2012

il dentino ballerino


Che mamma degenere! Dopo averle rotto l’anima e averla rotta anche agli altri, alla prima avvisaglia di dentino riesco solo a comunicarlo a parenti e amici stretti con un sms striminzito e un altrettanto striminzita frase sul mio profilo facebook!

Povera Princi!

A mio discarico posso dire che questa settimana mi è piovuto addosso un corso di formazione tutte le mattine in cui non lavoravo; che ho comunque dovuto anche lavorare; che ho comunque cercato di mettere insieme almeno la cena, perché al pranzo ci hanno spesso pensato le nonne; che ho cercato, finora con poco successo, di capire come funzioni la nuova lavasciuga; che tento quotidianamente di non far pulire il pavimento alla Princi formato Swiffer e quindi almeno una passata di aspirapolvere mi tocca; che…; che…; che…

Che sono stanca, accidenti.

Ma, per quanto lo sia, sono riuscita ad accorgermi per prima del dentino.
 
 
Galeotto fu il patè di frutta al mirtillo e la Princi che l’ha originariamente rifiutato.

Abituata ai frullati più o meno buoni ma sempre casalinghi che le propino quotidianamente, la Princi ha infatti snobbato alla merenda mattutina la purea di frutta acquistata con tanto amore qualche giorno prima al supermercato con l’idea che, in effetti, i mirtilli a casa nostra sono entrati solo una volta per infilarsi nel congelatore e scongelarsi poi miseramente sul lavello, dove hanno lasciato una scia color mirtillo ancora visibile.

Lunedì 19 novembre, ora di cena.

Dopo aver sbocconcellato mezzo filetto di merluzzo e qualche pisello (già una conquista per chi non ha ancora capito che la cena equivale, come piatti potenzialmente edibili, al pranzo) e dopo aver brandito come una spada un grissino in seguito abbandonato mezzo sleccazzato, al momento della frutta provo a riproporle la scatolina al mirtillo.
Miracolo: chissà per quale strana ragione, ciò che a merenda l’aveva schifata ora le piace,  e pure tanto.
Fatalità: per questo tentativo anziché usare il solito cucchiaino di plastica ne ho preso uno di metallo, convinta che tanto dopo il primo boccone avrebbe chiuso la saracinesca.
E invece no: la serranda rimane alzata ed è lo stesso container a protendersi verso il muletto elevatore per il carico. Ma, tra un carico e l’altro, il cucchiaino indugia tra le ante del portellone e comincio a sentire una strana resistenza, un lieve rumore da struscio con superficie diversa da quella morbida della gengiva.
 
«Oh, Oh» dico a Lui, del tutto indifferente all’operazione di carico perché totalmente assorbito dai vampiri/angeli/demoni e chissà che altro di Supernatural. Infatti, si gira un minuto e dieci cadaveri dopo.
«Mmh?!».
È il massimo che si può ottenere.
«Mi sa che sta spuntando un dentino…»
«…»
Approfitto di un attimo di distrazione per infilare il mignolo nell’hangar rimasto socchiuso.
«Sì, sì! Si sente qualcosa! Brava Princi!! Lo dicevo io che li avresti messi senza farcelo capire!! Apriamo lo spumante» cosa quest’ultima che, quando l’ho raccontata alla mamma-nonna si è ribaltata dal ridere.

Lui ha cominciato a realizzare alla fine dell’episodio quando ha cercato di imitare le mosse dei vampiri per potersi sincerare anche lui del dentino.

Ma niente da fare: giustamente, dopo tanta attesa, la Princi è gelosa di quella zigrinatura che soltanto oggi si è resa più visibile. Appena qualcuno le si avvicina per sentire la novità lei mostra la lingua, come a dire: «Vi ho fregati, è solo mio!!».

Unica eccezione la fa con la mamma: che in questi giorni di stanchezza infinita può fortunatamente contare sulle sue risate e i suoi sorrisoni, ora ancora più brillanti.

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