Che mamma degenere! Dopo averle rotto l’anima e averla rotta anche agli altri, alla
prima avvisaglia di dentino riesco
solo a comunicarlo a parenti e amici stretti con un sms striminzito e un
altrettanto striminzita frase sul mio profilo facebook!
Povera Princi!
A mio discarico posso dire che questa settimana mi è piovuto
addosso un corso di formazione tutte
le mattine in cui non lavoravo; che ho comunque dovuto anche lavorare; che ho comunque cercato di
mettere insieme almeno la cena, perché
al pranzo ci hanno spesso pensato le nonne; che ho cercato, finora con poco
successo, di capire come funzioni la nuova lavasciuga;
che tento quotidianamente di non far pulire
il pavimento alla Princi formato Swiffer e quindi almeno una passata di
aspirapolvere mi tocca; che…; che…; che…
Che sono stanca, accidenti.
Ma, per quanto lo sia, sono
riuscita ad accorgermi per prima del dentino.
Abituata ai frullati più o meno buoni ma sempre casalinghi che le
propino quotidianamente, la Princi ha infatti snobbato alla merenda mattutina
la purea di frutta acquistata con tanto amore qualche giorno prima al
supermercato con l’idea che, in effetti, i mirtilli a casa nostra sono entrati
solo una volta per infilarsi nel congelatore e scongelarsi poi miseramente sul
lavello, dove hanno lasciato una scia color mirtillo ancora visibile.
Lunedì
19 novembre, ora di cena.
Dopo aver sbocconcellato mezzo filetto di merluzzo e qualche
pisello (già una conquista per chi non ha ancora capito che la cena equivale,
come piatti potenzialmente edibili, al pranzo) e dopo aver brandito come una
spada un grissino in seguito abbandonato mezzo sleccazzato, al momento della
frutta provo a riproporle la scatolina al mirtillo.
Miracolo: chissà per quale strana ragione, ciò che a merenda l’aveva
schifata ora le piace, e pure tanto.
Fatalità: per questo tentativo anziché usare il solito cucchiaino di
plastica ne ho preso uno di metallo, convinta che tanto dopo il primo boccone
avrebbe chiuso la saracinesca.
E invece no: la serranda rimane alzata ed è lo stesso container a
protendersi verso il muletto elevatore per il carico. Ma, tra un carico e l’altro, il cucchiaino indugia tra le ante del
portellone e comincio a sentire una strana resistenza, un lieve rumore da struscio con superficie diversa da quella morbida della
gengiva.
«Oh, Oh» dico a Lui, del tutto indifferente all’operazione di carico perché
totalmente assorbito dai vampiri/angeli/demoni e chissà che altro di
Supernatural. Infatti, si gira un minuto e dieci cadaveri dopo.
«Mmh?!».
È il massimo che si può ottenere.
«Mi sa che sta
spuntando un dentino…»
«…»
Approfitto di un attimo di distrazione per infilare il mignolo nell’hangar
rimasto socchiuso.
«Sì, sì! Si sente
qualcosa! Brava Princi!! Lo dicevo io che li avresti messi senza farcelo capire!!
Apriamo lo spumante» cosa quest’ultima
che, quando l’ho raccontata alla mamma-nonna si è ribaltata dal ridere.
Lui ha cominciato a realizzare alla fine dell’episodio quando ha
cercato di imitare le mosse dei vampiri per potersi sincerare anche lui del
dentino.
Ma niente da fare: giustamente, dopo tanta attesa, la Princi è
gelosa di quella zigrinatura che soltanto oggi si è resa più visibile.
Appena qualcuno le si avvicina per sentire la novità lei mostra la lingua, come
a dire: «Vi ho fregati, è solo mio!!».
Unica eccezione la fa
con la mamma: che in questi giorni di stanchezza infinita può fortunatamente
contare sulle sue risate e i suoi sorrisoni, ora ancora più brillanti.
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