martedì 23 ottobre 2012

a step back: D come...


D come dito alzato: doveroso passo indietro nell’alfa-Princi dettato da una recente Princi-“attitude” che, stamattina, mi ha fatto tanto ridere: e, visto quanto sono esaurita ultimamente, mi ci voleva proprio. Si badi bene: trattandosi di signorina ben educata, nulla deve far pensare che il dito alzato sia quello medio. Forse avrei riso anche in quel caso, ma con una nota di disappunto: se a neanche nove mesi già si azzarda a tanto, stiamo freschi. Molto più acculturata, da qualche giorno la Princi gira perennemente con l’indice, talvolta GLI indici, sollevati. Opzioni che possono essere alla base di questo gesto:
 
a.      Come dice il papi, il bisogno/desiderio di fare una domanda, eventualità cui Lui sta pensando già da qualche tempo: per essere precisi risale al momento in cui ha iniziato a spiegarle come si prepara il caffè. Lei, seduta attonita nel seggiolone, sembra prestare attenzione ma, evidentemente, c’è qualcosa che ancora le sfugge se ogni volta il papi termina il sermone dicendo: «Vedo che hai il dito alzato: hai per caso qualcosa da chiedere? Qualcosa non ti è chiaro?»;
 
b.     Forse ricordando libri sfogliati quando eravamo ancora nello status di navetta madre, magari la Princi intende imitare il più celebre gesto della storia dell’arte ispirandosi alla Cappella Sistina. Nulla da eccepire sui suoi gusti estetici ma chissà che non si celi dietro a questo gesto un velato delirio di onnipotenza?
 
c.      Vedendola con l’indice alzato e la faccina seria mi è venuto il dubbio che intenda contraddire qualcosa: e allora ecco che mi è riaffiorato alla mente Frate Cristoforo con il suo «Verrà un giorno…». Ora, poiché spesso si incanta a guardare le mensole zeppe di libri del soggiorno all’evidente ricerca del volume da cui iniziare la sua formazione, e dal momento che su quella più bassa troneggiano I Promessi Sposi che avevo in dotazione al Liceo, posso dedurre che magari, non vista, si sia fatta aiutare da Mr. Billy e dal signor Degas per impossessarsi del tomo e cominciare a spulciarlo. Tremo però al pensiero che, già così piccola, abbia un atteggiamento censorio tanto spiccato.
 

Questa mattina, però, il dito alzato le è servito per qualcosa di più terra-terra; anzi, di terra-aria. Seduta nel seggiolone sull’uscio del bagno mentre finivo di truccarmi, ho iniziato a sollecitarla chiedendole dove fosse Billy, che vedevo comodamente spaparanzato sopra il mobile d’ingresso che si trova, per l’appunto, in corrispondenza della porta del bagno. «Princi, dov’è Billy? Prova a cercarlo». Neanche finita la frase e lei, voltandosi appena appena e alzando lo sguardo me l’ha indicato dritto dritto con il ditino. «Sei troppo avanti, Princi!» e, infatti, capito il complimento, si è subito messa a ridere insieme a me.

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