D come
dito alzato: doveroso
passo indietro nell’alfa-Princi dettato da una recente Princi-“attitude” che, stamattina, mi ha fatto tanto ridere: e, visto
quanto sono esaurita ultimamente, mi ci voleva proprio. Si badi bene: trattandosi di signorina ben educata, nulla
deve far pensare che il dito alzato sia quello medio. Forse avrei riso
anche in quel caso, ma con una nota di disappunto: se a neanche nove mesi già
si azzarda a tanto, stiamo freschi. Molto più
acculturata, da qualche giorno la Princi gira perennemente con l’indice,
talvolta GLI indici, sollevati. Opzioni
che possono essere alla base di questo gesto:
b. Forse ricordando
libri sfogliati quando eravamo ancora nello status di navetta madre, magari la
Princi intende imitare
il più celebre gesto della storia dell’arte ispirandosi alla Cappella Sistina. Nulla
da eccepire sui suoi gusti estetici ma chissà che non si celi dietro a questo
gesto un velato delirio di onnipotenza?
c. Vedendola con l’indice alzato e la faccina seria mi è
venuto il dubbio che intenda contraddire qualcosa: e allora ecco che mi è
riaffiorato alla mente Frate
Cristoforo con il suo «Verrà un
giorno…». Ora, poiché spesso si incanta a guardare le mensole
zeppe di libri del soggiorno all’evidente ricerca del volume da cui iniziare la
sua formazione, e dal momento che su quella più bassa troneggiano I Promessi
Sposi che avevo in dotazione al Liceo, posso dedurre che magari, non vista, si
sia fatta aiutare da Mr. Billy e dal signor Degas per impossessarsi del tomo e
cominciare a spulciarlo. Tremo però al pensiero che, già così piccola, abbia un
atteggiamento censorio tanto spiccato.
Questa mattina,
però, il dito alzato le è servito per qualcosa di più terra-terra; anzi, di
terra-aria. Seduta nel
seggiolone sull’uscio del bagno mentre finivo di truccarmi, ho iniziato a
sollecitarla chiedendole dove fosse Billy, che vedevo comodamente spaparanzato
sopra il mobile d’ingresso che si trova, per l’appunto, in corrispondenza della
porta del bagno. «Princi, dov’è Billy? Prova a cercarlo». Neanche finita
la frase e lei, voltandosi appena appena e alzando lo sguardo me l’ha indicato
dritto dritto con il ditino. «Sei troppo avanti,
Princi!» e, infatti, capito il complimento, si è subito messa
a ridere insieme a me.
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