Rieccomi. Non sono sparita nuovamente nel nulla, anzi.
Diciamo che, dall’ultimo post, ho
cercato piuttosto di applicare quello che ho scritto. E così sono stata risucchiata
da piccoli impegni di lavoro. Che hanno però implicato dei simil-traslochi della
pallina e di parte dell’ambaradan necessario dalla mamma-nonna. Insomma: lavoro
con super lavoro e con lavoro appaltato (alla mamma-nonna). E con sensi di colpa: che, pare, vengano espulsi
contemporaneamente alla placenta. Ma per chi “soffriva” di sensi di colpa precedenti
la situazione è ancor peggiore.
Così, se questa settimana la immaginavo piena di impegni “pallineschi” (incontri sull’omeopatia
per pargoli, incontri di primo soccorso, lezione di massaggini, lezione in
piscina) in realtà il tutto si è trasformato in corso d’opera in appuntamenti di
lavoro, conferenze stampa, i suddetti traslochi ed effettivamente poco tempo dedicato a lei. E giù colpi
di cilicio (anche notturni) perché la trascuro e la tratto come un fagottino
che trascorre più tempo in auto di quanto non ne passi fra le mie braccia. Oddio:
su quest’ultimo punto c’è un’abbondante compensazione da parte del papà
(forzatamente, visto che all’ora di cena scatta il frignaggio-time, alias papite) e della mamma-nonna.
Però forse è il caso di fermarsi/fermarmi. E forse, a
tal proposito, lei è un alibi alla mia stanchezza infinita degli ultimi giorni quando,
grazie al vaccino, siamo tornati alle poppate ogni tre ore pure la notte quando
ormai mi ero abituata a una sola alzata verso le 4 e, con la luce del sole, a
pasti ogni 4, anche 5 ore. Ma ora il timer sembra riorientersi lentamente. Però
io non tanto. E così continuo a chiedermi (senza, ovviamente, trovare una
soluzione al dubbio amletico) se lei sia contenta delle trasferte quotidiane dalla
mamma-nonna e di essersi imbattuta, in questi ultimi giorni, in centinaia di
visi nuovi e tutti ansiosi di conoscerla.
Ma c’è dell’altro. Ovviamente il senso di colpa non riguarda solo la princi ma pure Lui,
con cui ormai ci si scambiano battute solo sulla giornata della pallina e dei
felini per assicurarci che non abbiano ancora sbafato il canarino della vicina:
già, abbiam scoperto che il gatto Billy ha una passione per l’emulazione di
gatto Silvestro. E, dulcis in fundo, sensi di colpa per la casa: con una
montagna di panni da stirare di altezza inqualificabile, un aspirapolvere che
pur muovendosi quasi quotidianamente lo fa quasi solo perché così la princi sta
tranquilla (vabbè: due piccioni con una fava) e uno strato pesante di polvere
unita a peli di micio su tutte le superfici domestiche.
Insomma: per gli
appassionati di “Un posto al sole” servirebbe proprio una Teresa. Anzi: a questo proposito qualche mattina fa Lui si è
alzato da colazione lasciando tutto sul tavolo mentre io stavo facendo fare
colazione alla pallina. Al che, avendo appena assistito alla puntata in cui
Roberto Ferri liquida la storica e precisissima governante, sono sbottata: «Ehi: guarda
che anche noi abbiamo licenziato Teresa». E il rimprovero ha ottenuto i suoi
frutti: ma non illudiamoci: da quel giorno ad andare a posto (cioè nella
lavastoviglie) è solo la tazza della mattina.
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