giovedì 10 maggio 2012

di lavori, palline e sensi di colpa


Rieccomi. Non sono sparita nuovamente nel nulla, anzi. Diciamo che, dall’ultimo post, ho cercato piuttosto di applicare quello che ho scritto. E così sono stata risucchiata da piccoli impegni di lavoro. Che hanno però implicato dei simil-traslochi della pallina e di parte dell’ambaradan necessario dalla mamma-nonna. Insomma: lavoro con super lavoro e con lavoro appaltato (alla mamma-nonna). E con sensi di colpa: che, pare, vengano espulsi contemporaneamente alla placenta. Ma per chi “soffriva” di sensi di colpa precedenti la situazione è ancor peggiore.

Così, se questa settimana la immaginavo piena di impegni “pallineschi” (incontri sull’omeopatia per pargoli, incontri di primo soccorso, lezione di massaggini, lezione in piscina) in realtà il tutto si è trasformato in corso d’opera in appuntamenti di lavoro, conferenze stampa, i suddetti traslochi ed effettivamente poco tempo dedicato a lei. E giù colpi di cilicio (anche notturni) perché la trascuro e la tratto come un fagottino che trascorre più tempo in auto di quanto non ne passi fra le mie braccia. Oddio: su quest’ultimo punto c’è un’abbondante compensazione da parte del papà (forzatamente, visto che all’ora di cena scatta il frignaggio-time, alias papite) e della mamma-nonna.

Però forse è il caso di fermarsi/fermarmi. E forse, a tal proposito, lei è un alibi alla mia stanchezza infinita degli ultimi giorni quando, grazie al vaccino, siamo tornati alle poppate ogni tre ore pure la notte quando ormai mi ero abituata a una sola alzata verso le 4 e, con la luce del sole, a pasti ogni 4, anche 5 ore. Ma ora il timer sembra riorientersi lentamente. Però io non tanto. E così continuo a chiedermi (senza, ovviamente, trovare una soluzione al dubbio amletico) se lei sia contenta delle trasferte quotidiane dalla mamma-nonna e di essersi imbattuta, in questi ultimi giorni, in centinaia di visi nuovi e tutti ansiosi di conoscerla.

Ma c’è dell’altro. Ovviamente il senso di colpa non riguarda solo la princi ma pure Lui, con cui ormai ci si scambiano battute solo sulla giornata della pallina e dei felini per assicurarci che non abbiano ancora sbafato il canarino della vicina: già, abbiam scoperto che il gatto Billy ha una passione per l’emulazione di gatto Silvestro. E, dulcis in fundo, sensi di colpa per la casa: con una montagna di panni da stirare di altezza inqualificabile, un aspirapolvere che pur muovendosi quasi quotidianamente lo fa quasi solo perché così la princi sta tranquilla (vabbè: due piccioni con una fava) e uno strato pesante di polvere unita a peli di micio su tutte le superfici domestiche.


Insomma: per gli appassionati di “Un posto al sole” servirebbe proprio una Teresa. Anzi: a questo proposito qualche mattina fa Lui si è alzato da colazione lasciando tutto sul tavolo mentre io stavo facendo fare colazione alla pallina. Al che, avendo appena assistito alla puntata in cui Roberto Ferri liquida la storica e precisissima governante, sono sbottata: «Ehi: guarda che anche noi abbiamo licenziato Teresa». E il rimprovero ha ottenuto i suoi frutti: ma non illudiamoci: da quel giorno ad andare a posto (cioè nella lavastoviglie) è solo la tazza della mattina.

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