Un post al volo, in questo fine settimana
frenetico, isterico, stancante. Pazzo, insomma. Ultimamente sono stata
costretta ad abbandonare il blog perché risucchiata dagli impegni di lavoro:
che, poi, di due dei tre lavori che ho
fatto in contemporanea, in pratica sono stata io a pagare per farli. Ma vabbè:
pare che sia il nuovo trend del mercato.
Poi ci si è messa la pallina che pare non essersi ancora ripresa totalmente dallo
scombussolamento provocato dal vaccino: è vero, lo abbiamo fatto a inizio
mese, ma da quella volta gli orari della pappa e quelli della nanna non sono
più gli stessi. Per cui, se alcuni giorni prima dell’iniezione aveva iniziato a
svegliarsi una sola volta per notte e a mangiare ogni quattro ore durante il
giorno, ora invece si sveglia di nuovo due volte: e parrà strano, ma già mi ero
abituata al nuovo andazzo per cui alzarmi una volta in più è diventato
massacrante. E, dulcis in fundo, ha improvvisi scoppi di pianto che suggeriscono
continuamente alla nonna-bisnonna di rivolgersi al pediatra. Sarebbe meglio al dr.
House, ha suggerito un’amica; sarebbe meglio a un esorcista, ammettiamo il papi
e io. Comunque, a dimostrazione che il vaccino l'ha flashata c'è il fatto che ride e si tranquillizza quando le si canta la sigla de "I soliti idioti": preoccupante più di tutto il resto.
In buona sostanza:
sono a pezzi.
Non solo fisicamente, ma pure
moralmente/psichicamente. Mi accorgo che i fine settimana, unici momenti in cui
potrei godermi Lui e la pallina con un po’ di calma, sono intrattabile e
soprattutto sono intrattabile con Lui. Della serie: gli rispondo male anche se
sono incavolata con altri e anche quelle volte in cui potrei evitare di
esprimere dei commenti su cose che non mi vanno (ma che certo non sono
determinanti), all’improvviso mi ascolto mentre dalla mia bocca escono proprio
le parole che ho cercato di tenere a freno. E chissenefrega poi se mi scuso. Cioè: Lui abbozza ma io non mi
sopporto. E questo è il punto: come spiegare a Lui – che è il mio punch ball prediletto
– che non ce l’ho con lui ma con me? Perché
continuo ad aver fame e vorrei non averne; continuo a desiderare dolci e vorrei
non farlo; continuo a non sentirmi in forma e non lo sono.
In tutto questo, c’è
di mezzo anche il mio compleanno. Domani. Per fortuna lavoro.
Per fortuna, sì: così mi libero dal pensiero di
cosa faremo, del “chissà cosa Lui ha pensato per me” e delle aspettative legate
a questa giornata. Per fortuna lavoro e così magari non sentirò il telefono
squillare o gli sms arrivare. Perché da qualche anno il giorno del mio
compleanno non lo sopporto proprio. Vorrei saltarlo a piè pari: forse proprio perché
ho sempre delle attese che fingo di non avere ma che, di solito, restano
deluse. Mi danno persino fastidio gli auguri. Secondo Lui da quest’anno sarà
diverso perché c’è la Princi. Non lo so. Intanto son felice di essere impegnata
e, anzi, quasi mi spiace di esserlo solo dal pomeriggio in poi.
Intanto, anche se non
li sopporto, auguri mammaconicalzettoni. Perchè forse un po’ te li meriti.
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