lunedì 26 marzo 2012

le trasmissioni riprenderanno...


Le trasmissioni riprenderanno quando Sofia avrà 18 anni.

No, no: spero proprio di no. Anche se (credo) sia ormai un mese che non scrivo, nonostante abbia la testa costantemente sui pensieri, i fatti, le sensazioni che quotidianamente mi accadono e sembrano già belle confezionate per poter essere messe sul blog.
Solo che il tempo è poco.
La piccola sanguisuga mangia ogni 3 ore, il che a sentire altri allucinanti racconti di bambini che scambiano la mamma per la latteria sociale, è un ritmo di tutto rispetto. Ma queste 3 ore, a ben vedere, si riducono drasticamente a un’ora e mezza: il resto se ne va nella colazione/merenda/pranzo/merenda/cena/bicchierino della staffa intervallato da cambio tecnico a metà del lungo pasto per cercare di risvegliare la bella addormentata. La quale, altrimenti, dopo un’ora strilla nuovamente perchè affamata.
Detto questo, c’è anche da dire che nel frattempo ho ripreso a lavoricchiare e quindi il tempo libero, reso ancor più libero dall’aiuto della mamma-nonna e della nonna2 (la quale si è coniata autonomamente questo nome, degno proprio di un blog!), lo passo non a riposare (come in certi giorni sarebbe davvero desiderabile) ma a mettere in ordine le idee per procedere e organizzare la comunicazione dell’evento in cui sono stata fortunatamente coinvolta.

Fortunatamente perché, diciamocelo, morirei per la mia pallina: una sua smorfia sorridente è capace di rischiarare il cielo anche nelle più grigie giornate di questo profondo nord est: ma stare sole io e lei, con la mia testa solo su di lei, è alienante. L’ho visto oggi che non avevo programmi e/o impegni e quindi mi sono ritrovata, fino a poco fa, a girovagare senza meta per il nostro minuscolo paesino alla ricerca di un senso alla passeggiata pomeridiana, risoltasi in continue giravolte attorno al rione.

Comunque due mesi sono passati: il tempo è volato? Sembra ieri che è nata? Si voleva passasse più in fretta? Tutto questo e forse più.

Ma visto il tempo che ci ho impiegato per narrare a posteriori i momenti dell’allunaggio, credo sia inutile ripercorrere più o meno pedissequamente questo periodo facendolo invece emergere di tanto in tanto nel racconto del prosieguo di questa incredibile avventura. Perché su questo, almeno, non ci piove: la vita con la nostra pallina è una continua scoperta, come mi ha detto un amico è una quotidianità non banale perché ogni giorno è diverso: nei suoi orari, nei suoi umori (già, anche a quest’età …), nei nostri umori, nella nostra disponibilità nei suoi confronti. E il bilancio delle giornate è quindi il risultato di questo mix.

Se penso che un anno fa, esattamente il 23 marzo, ritiravo la tesi di dottorato in copisteria dopo aver passato la notte precedente in bianco per ultimare le correzioni … quella volta non avrei mai pensato che a dodici mesi di distanza saremmo stati già in tre (anzi, cinque calcolando i due “primogeniti”) e che le notti in bianco sarebbero state legate ad altri motivi.
Semmai potevamo sperare che ci sarebbe stato un cantiere aperto. E invece …
nessun rimpianto, intendiamoci: l’unico rammarico è non aver trovato un lavoro: anche se, in realtà, è stato meglio così visto che lo shuttle era partito ancor prima dei miei curricula

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