sabato 28 gennaio 2012

principessa in silenzio stampa vs.mamma con i calzettoni alla ricerca del silenzio interiore



Su due cose, ormai, non c’è discussione: che continuo a dormire male; che lei, appena mi rendono simile a una pancetta arrotolata avvolgendomi nelle cinghie del monitoraggio, decide di fingersi timida e tranquilla. Partiamo da quest’ultimo punto.

Anche ieri mattina ho dovuto sforare i canonici 12-14 minuti solitamente sufficienti al tracciato per poter leggere sul monitor “criteri soddisfatti”: soddisfatti per modo di dire, dato che rispetto ai primi controlli di questo tipo, le contrazioni anziché aumentare continuano a diminuire e per fare in modo che la principessa sul pisello abbandonasse il suo comodo giaciglio l’ostetrica E. ha dovuto sballottarmi tutta la pancia rendendola simile a un budino. Nel frattempo Lui ha iniziato a scaldarsi in vista del giorno x cimentandosi in qualche battuta estemporanea a cui, però, l’ostetrica ha risposto seriamente: un talento comico stroncato sul nascere, insomma, mentre quello della bimba si è sviluppato nel corso delle ore perché dal momento in cui mi sono alzata dalla poltrona del day hospital ha, ovviamente, iniziato il suo allenamento atletico quotidiano, interrotto solo a tarda sera. E vabbè, va così.

La visita con la dottoressa C., invece, oltre all’incredibile dolore e/o fastidio che Lui ha cercato teneramente di blandire accarezzandomi la testa (e qui: tanto di cappello al marito più che al papà!) ha confermato che ancora non ci siamo. Quindi, i consigli del giorno sono stati:

1          divertiti il più possibile in questi giorni;

2          andate al cinema, magari a vedere Bisio;

3          portala a cena fuori.
 


Dal canto suo, l’ostetrica ha avuto altri due consigli per accelerare gli eventi:

1          portala a camminare;

2          fate ginnastica da camera.

Devo dire che alcuni di questi suggerimenti li abbiamo presi alla lettera (lascio un velo di discrezione su quali) e altri Lui voleva strenuamente applicarli come fossero vere prescrizioni mediche: cavolo, a saperlo prima che bastava portarlo a ogni visita per farci uscire un po’ di più! Il punto è, purtroppo, che se anche avessi voglia di camminare dopo poco sono letteralmente da prendere col cucchiaino: ma oggi ci riproviamo, dato anche che le famigerate “scarpe ginniche sostitutive post scivolone” non sono state ancora trovate.
 


Passiamo al non dormire. Spero proprio che la principessa non percepisca troppo queste mie attuali difficoltà e, una volta atterrata, almeno lei riesca a farsi bei riposini notturni. Purtroppo, per me l’insonnia è un fatto parzialmente fisiologico a cui si aggiunge la normale difficoltà a dormire tipica della gravidanza: se carichiamo il tutto con il mal di schiena e i pensieri che mi han tormentato appena mi sono alzata per la prima corsa in bagno …

Pensieri, già: in questo senso credo che il mio ruolo di mamma fallirà miseramente. Temo infatti che non riuscirò mai a mettere i bisogni della principessa (quelli psicologici, intendiamoci, non quelli materiali di cura, accudimento e affini) davanti ai miei. Sono troppo ingolfata dall’ansia e da me stessa. Il problema? Oggi riunione familiare: inattesa perché di questo tipo ormai non se ne facevano più da tempo; inevitabile, a patto di non “passare dalla parte del torto”; in costante costruzione nella mia testa come fosse un teatrino in cui imparare le battute per rispondere a tono e non stare troppo male quando, spero presto, tutto finirà.
 


Ma i pensieri hanno anche riguardato il mio corpo. In queste ultime settimane, praticamente di giorno in giorno, continuo a espandermi cosicchè dalla pancia le rotondità hanno invaso sempre più abbondantemente fianchi e sedere, tanto che per alzarmi dal letto o dal divano devo – adesso veramente – rotolare sul fianco e darmi varie spinte con le braccia. Ammetto che spero lei arrivi presto perché spero, con altrettanto ardore, che l’allunaggio sia concomitante alla sparizione della voglia di dolci e della fame. E spero pure nella clemenza climatica, tale da consentirmi lunghe passeggiate con carrozzina nelle ore più calde della giornata. Tutto questo sturbo mentale, comunque, è stato scatenato da due biscotti ingurgitati ieri sera prima di andare a dormire: peccaminosissimi, soprattutto dopo che avevo già mangiato a sufficienza e, soprattutto, molto più di quanto, in tempi normali, mi consenta. Il tutto, poi, è stato pure fagocitato dall’ansia per il pranzo di oggi davanti al quale mi riprometto di dire frequenti “no, grazie”: pur sapendo che, tanto, non riceverò alcuna medaglia al merito per la mia continenza né che tali rifiuti verranno interpretati come sintomo di altri, più intimi disagi.

Nessun commento:

Posta un commento