mercoledì 25 gennaio 2012

Houston, abbiamo un problema


«Salve! Sono Principessa: al momento non sono in casa. lasciate un messaggio dopo il segnale acustico».

Ecco ciò che ha registrato il tracciato di stamattina. Passi che pensavo nascesse prima e invece per conoscerla dovremmo aspettare ancora un po’: peraltro forse è colpa nostra, che nel periodo dei lavori di ristrutturazione le abbiamo fatto il lavaggio del cervello perché rimanesse buona buona il più a lungo possibile dov’era. Ma che decida di interrompere le comunicazioni con l’esterno costringendomi a rimanere panza all’aria per mezz’ora anziché i canonici 12 minuti, allora non ci siamo. Anche perché i movimenti sono ripresi subito dopo: e a spron battuto.

E così stamattina sono stata un’ora e mezza in ospedale, aggiornandomi sugli allunaggi delle altre navette conosciute in piscina durante il corso pre parto e facendomi ulteriormente tranquillizzare dall’ostetrica e dalla dottoressa C. che, esaltata alla vista delle sei contrazioni sul tracciato, si è subito smontata quando le ho confessato di non averle percepite.
 

Ieri sera però sì. Ho convinto Lui a uscire inizialmente con l’idea di un semplice aperitivo per sfoggiare la mia nuova pettinatura (che, ovviamente, al primo lavaggio di capelli non saprò ricreare) cui si è unita un'adeguata e insolita dose di trucco. La mia proposta è stata presto convertita in un «Se ti va ceniamo fuori». Beh, se proprio insisti … L’idea era comunque quella di far precedere la cena da una passeggiatina in cui Lui ha provveduto ad aggiornarmi sulle amenità che gli capitano al lavoro; e durante il racconto ho sentito una bella fitta forte che mi ha fatto prorompere in un «Ah!», da lui scambiato per un commento a quanto stava raccontando. «Ah, cosa?» «Ah, una fitta! Certo che se al momento giusto tu capisci in questo modo stiamo freschi …».

Comunque la proposta della cena è stata accompagnata dalla sua constatazione che, ormai, sarà una delle ultime perché poi, almeno per un mesetto, non ci muoveremo di casa. A parte l’opinabilità di questa supposizione (che spero di screditare a meno che non vengano almeno due metri di neve o quaranta gradi sotto zero), ciò che ho pensato subito è stato «Evvai! finalmente anche Lui comincia a concepire certi pensieri».

E invece no; o, almeno, questo è quello che dice. Stando alle sue parole, sono io l’unica pazza che pensa «Questa può essere l’ultima volta in cui faccio/facciamo questo da sola/soli». Non che veda nero su come andranno le cose dopo: saranno altrettanto belle ma certo diverse. Un conto è bighellonare per il centro commerciale avendo un timido pensiero al carrello della spesa lasciato incustodito fuori dal negozio di turno, un conto è trasformare quel pensiero nella ricerca della soluzione a come fare entrare la carrozzina facendo slalom fra gli stand dei vestiti.


A bilanciare lo scarto di preoccupazioni mie e l’assoluta tranquillità sua c’è il comune pensiero già indirizzato a dove ci piacerebbe trascorrere le prime vacanze principesche. Mare: su questo proprio non ci piove. Opzioni da me proposte: Lignano (di cui in realtà parlava già anche Lui), Rimini o, «Perché non Gatteo?». Gatteo a mare, ridente località sulla riviera romagnola, adiacente a Cesenatico e situata a venti chilometri circa da Rimini, dove ho trascorso innumerevoli e indimenticabili vacanze della mia infanzia a partire dall’anno in cui la mamma-nonna mi ci ha portata per rinforzarmi in vista dell’intervento alle tonsille.

Ma non è questo l’unico tuffo nel passato in cui mi sto cullando in questi giorni (a proposito: siamo a meno due). Penso infatti a quanto sono fortunata: come già per la laurea, il matrimonio, e il dottorato, anche in quest’occasione sarò circondata dall’affetto sincero e partecipato di persone che conosco da quando sono nata e che, ora, saranno presenti alla nascita della mia bimba. La consapevolezza che il calore di cui mi hanno circondata in tutti questi anni possa ora arrivare anche a lei mi scioglie davvero il cuore. E mentre mi commuovo, mi chiedo se merito tutto questo e considero quanto sono felice per avere tante persone su cui contare.

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