martedì 22 novembre 2011

pigiama party? no: ma parti col pigiama



I giorni passano molto rapidi, senza una meta precisa, tra impegni e impegnucoli, incontri e pensieri, solitudini e affollamenti. Ma va bene così: almeno ho l’impressione che manchi davvero poco al rientro in casa.
Questo sarà un post un po’ sconclusionato, senza capo né coda, forse con tanti punti sparsi perché – come ho appena scritto – questa è una sequenza di ore, giorni e settimane senza meta ma non per questo meno dense.

Vorrei scrivere dei corsi pre-parto, degli incontri per mamme, delle persone che mi circondano, dei lavori in casa, dei preparativi per l’ospedale: visto che si tratta di abbondante materia non so ancora cosa scriverò, ma so che ho fatto bene – finalmente – a riprendere il computer in mano. E in quest’ultimo periodo non l’ho fatto non tanto per pigrizia ma proprio perché mi sento come una trottola, anche dal punto di vista dei pensieri da condividere. Per fortuna tra qualche ora andrò dalla dottoressa S. e spero con lei di fare un po’ di chiarezza, anche se al posto dei canonici 50 minuti avrei bisogno di 5 ore.
Intanto cominciamo dagli aspetti pratici. Finalmente ieri mattina sono riuscita a comprare i pigiami post parto per l’ospedale. Per molti potrà sembrare banale ma giuro che si è trattato di un’impresa titanica. Dopo aver girato tutti i centri commerciali della regione, in successive tappe che hanno ovviamente coinvolto anche la mamma-nonna, grazie anche al consiglio di una collega del corso pre – parto è bastato far pochi chilometri per trovarne ben due in un unico banco del mercato settimanale.
Ora: tanti (anzi: tante) potrebbero inorridire leggendo “pigiami” e non “camicie da notte”. Ma per me dormire con una camicia da notte è impossibile: troppo freddolosa, non la trovo comoda neppure per l’’estate dato che rischi di svegliarti nel cuore della notte tutta rinvoltolata nella gonnella che, salendo, ti si è incastrata chissà come fin nelle mutande. Per cui, posto comunque che nei primi giorni dopo il parto dormire sarà un lusso, sono stata ben felice quando l’ostetrica T. e le sue colleghe del reparto hanno proclamato che è assolutamente indifferente optare per pigiama o camicia. Posto, però, che entrambe le soluzioni fossero corredate da apertura strategica pro allattamento, quindi: bottoni.
E qui è arrivato il difficile. Le uniche è più diffuse versioni erano degne di Nonna Papera, con fiorellini biedermeier ancora intrisi del profumo di Sissi sui pizzi e merletti posti attorno a collo e polsini. Per non parlare dell’intimo premaman, anche quello presente nei negozi dedicati al benessere di bimbi e mamme: come per i corredini di culle e lettini, anziché colori vivaci e capaci di ispirare simpatia, tutto uno sbocciare di intensi grigi topo, bianco pizzoso (stavolta in stile Luigi XVI) e varie gradazioni di marroncino: roba che neanche la nonna – bisnonna avrebbe il coraggio di indossare a patto di non voler consapevolmente incorrere in una crisi depressiva. E poi, come forse si sarà capito, non sono proprio il tipo che - per il solo fatto di diventare mamma - intende vestirsi da "mamma-anni-80": una mamma, cioè, come quelle della nostra infanzia che (per carità: erano altri tempi e altre mode) a pensarci ora sembrava avessero 50 mentre a malapena sfioravano i 30: traguardo che, è vero, ho ben superato ma che non intendo ribadire insaccandomi in scamiciati sformati, calze contenitive, pantaloni extra large. E la principessa sembra condividere il mio pensiero dato che il meloncino, in realtà in abbondante crescita, finora mi ha evitato l'acquisto di vestiti diversi da quelli che ho sempre portato, compresi i jeans che sono quelli di sempre.

Comunque, tornando ab ovo, trovare pigiami con i faccioni di Minnie o Snoopy era effettivamente una pretesa un po’ troppo elevata, ma almeno quelli che ho scelto hanno dei colori pastello decisamente leggeri e disegnini rasserenanti: proprio ciò che ci vuole per risollevarsi dall’impresa che il parto è ormai diventato nel mio immaginario dopo aver sentito le accurate descrizioni delle ostetriche.

Ma questa è un’altra storia.

p. s.: alla mancanza del mitico bracchetto sul pigiama sopperiranno, fortunatamente, le ciabatte. Grigie sì, ma vuoi mettere il sorrisone di Snoopy a illuminarle?

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