martedì 29 novembre 2011

di calze e altre virtù

 
Piccoli appunti degli ultimi giorni.

Dentro la sua carrozza, la principessa rotola e si dimena come non mai: succede quando mi sdraio per dormire e/o riposare se, dalla posizione “cocomero all’aria”, accenno a girarmi sul fianco, cosa che la infastidisce al punto di trasformare la rotondità in un curioso e malleabile parallelepipedo, pronto a curvarsi nuovamente appena torno sulla schiena; succede quando sono seduta troppo diritta o – Dio non voglia – piegata in avanti; succede quando – e questo, per fortuna, non dipende sempre da me – sente della musica troppo ritmata. Sabato sera per esempio, fuori dal bowling, frotte di sbozzetti si riversavano dentro un tendone che pompava disco music a svariati decilioni di decibel: e lei giù di rotolamenti. Domenica, alla festa della cioccolata (dove, peraltro, non ho potuto assaporare nulla vuoi per la gente accalcata davanti agli stand, vuoi perché credo che il mio stomaco fosse sotto il tiro costante dei suoi piedini da Carla Fracci), ha iniziato a scatenarsi con pirouette sulla testa degne dei rapper che ci siamo fermati a vedere. Ieri sera, a teatro, per due ore ha voluto seguire i ritmi caraibici dello spettacolo cubano che siamo andati a vedere vincendo i miei timori di essere sbattuti fuori perché il mio russare disturbava i ballerini: problema evitato, sia perché il volume era molto alto sia perché, al posto mio, si è silenziosamente addormentato Lui.

Nel frattempo, durante il giorno, passata la fase “Oddio! mi servono i pigiami per la borsa da ospedale” sono passata a “Cavolo, mi servono body, tutine, calzini mignon per l’ospedale”. Venerdì pomeriggio pensavo di archiviare la pratica facendo una vasca ed entrando nei (pochi) negozi di vestitini che presenta la città per poi espatriare verso il vicino centro commerciale: non prima, però, di aver assaporato una cioccolata calda. E lo confesso: da qualche tempo non riesco proprio a tenere a freno la gola, con gli inevitabili sensi di colpa del caso che cerco di placare pensando che tanto, tra breve, questi saranno lussi che non mi concederò più. Se questi erano i programmi del pomeriggio, non avevo però fatto i conti con lei, che mi diceva di essere stanca perché eravamo andate in piscina (cosa che ci piace molto perché ormai siamo diventate le mascotte ufficiali delle signore con cui facciamo ginnastica). Così ho solo abbozzato una vasca, oltremodo galeotta. Seppure non ne avessi inizialmente l’intenzione, dopo aver visto la vetrina di un negozio zeppa di pigiami e biancheria con Snoopy e Woodstock in versione natalizia, non ho resistito: sono entrata, dritta e imperturbabile fino al reparto intimo. Sebbene già lo immaginassi, ho rischiato lo svenimento quando ho visto i prezzi, per cui l’unico “accessorio” alla portata del mio portafoglio erano i calzini antiscivolo. Ovviamente presi. Che mamma degenere: esco per il corredino della principessa e torno con un paio di calzini per me! A mia discolpa giocano alcuni significativi fattori:

1)    Sono veramente caldi;

2)   Non ne avevo di così belli;

3)   Evidentemente son stata brava se S. Nicolò è arrivato in anticipo;

4)   Con questi ai piedi sarò la più sciccosa del reparto quando scatterà l’ora X.

5)   Sono in chiaro pendant con il completino fucsia della bimba, di cui riprendono le zampine antiscivolo sulla suola;

Ulteriore occupazione delle mie giornate, così come di quelle della mamma-nonna e pure della nonna-bisnonna, è l’osservazione dei nostri felini e delle loro stranezze. Come ho già scritto, secondo Lui e me quando sarà il momento di tornare a casa chiederanno l’asilo politico per restare qui. Il gatto Degas è infatti diventato oltremodo salutista: appena sveglio, la mattina esce per un po’ di jogging, durante il pomeriggio va a trovare gli amici del quartiere con cui si da appuntamento la sera per un aperitivo prolungato oppure una più breve uscita cui segue ulteriore fuga per il bicchierino della staffa.
 
 
Il gatto Billy, invece, esce solo se letteralmente chiuso fuori casa: lui preferisce le altitudini domestiche, spalmandosi sul mobile della cucina dove forse pensa di abbronzarsi alla luce del neon. Speriamo non gli venga la congiuntivite prima di avergli procurato un paio di occhialini da sole …

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